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Rinnovabili, perché non possono sostenere il nostro modello di vita (per ora)

Con le rinnovabili, il gas sarà imprescindibile per chi non avrà a disposizione altre fonti come il nucleare e l’idroelettrico

Le rinnovabili possono sostenere il nostro attuale modello di vita? Se lo è chiesto Michael Shellenberger di “Hero of the Environment” di Time Magazine, che ha scritto un commento in un articolo su Forbes. “La ragione per cui le energie rinnovabili non possono alimentare la civiltà moderna è che non sono mai state concepite per farlo. Una domanda interessante è perché qualcuno ha pensato che potessero farlo”, le sue parole.

LE RINNOVABILI NON BASTANO

Secondo Shellenberger, presidente di Environmental Progress e revisore esperto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), le energie rinnovabili sono semplicemente incapaci di sostenere il nostro attuale stile di vita. Perché? Semplice: perché la gente non è disposta a rinunciare a tutti i vantaggi della vita moderna per tornare a una sorta di romantica era preindustriale, l’unico tipo di era che le rinnovabili possono sperare di sostenere.

Il cambiamento climatico e il perno verso la transizione energetica sono reali. Ma l’idea di far funzionare il mondo così come lo conosciamo, alimentato esclusivamente da energie rinnovabili, non è realistica oggi. E probabilmente sarà ancora irrealistica per i prossimi decenni. Per capirlo basta prendere in considerazione dei dati.

I NUMERI DELLE RINNOVABILI

Le fonti di energia rinnovabile, soprattutto solare ed eolica, stanno guadagnando quote di mercato in quasi ogni angolo del mondo. I costi stanno diminuendo e rendono il nuovo fotovoltaico solare e l’eolico onshore più economici rispetto alla più economica generazione di energia a carbone, secondo quanto riferito dall’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) in un report di giugno.

Negli ultimi dieci anni, i costi dell’energia fotovoltaica su scala industriale sono scesi dell’82%, seguiti dai costi dell’energia solare a concentrazione, che sono scesi del 47%, i costi dell’eolico onshore diminuiti del 39%, e quelli dell’eolico offshore scesi del 29%.

PESA IL COSTO DELL’INTEGRAZIONE NELLE RETI ELETTRICHE

Fin qui tutto bene. Ma mentre il costo delle energie rinnovabili continua a diminuire con l’evoluzione della tecnologia, il costo dell’integrazione senza problemi delle fonti rinnovabili intermittenti nelle reti elettriche (spesso obsolete) è enorme in termini di investimenti. Questa integrazione è attualmente insormontabile anche in termini di politiche governative.

Quanto costerà una rete a zero emissioni di Co2 al 100%? Solo negli Stati Uniti, si stima che la completa decarbonizzazione della rete elettrica costerà, allo stato attuale della tecnologia, 4,5 trilioni di dollari, secondo un’analisi di Wood Mackenzie dello scorso anno. E questi enormi costi potrebbero anche non essere il più grande ostacolo da superare, secondo WoodMac.

“La sindrome Nimby è inevitabile e gli aumenti previsti dei costi energetici per i consumatori possono provocare una reazione pubblica contro le politiche aggressive del cambiamento climatico”, ha detto Dan Shreve, responsabile della Global Wind Energy Research di Wood Mackenzie, nel giugno 2019.

I governi e i responsabili politici di tutto il mondo si trovano quindi ad affrontare un difficile equilibrio tra la risposta alla crescente preoccupazione del pubblico per il cambiamento climatico e l’attenta pianificazione di strategie di transizione energetica che non allontanino parte dello stesso pubblico dai progetti verdi.

GLI ESEMPI DI NORVEGIA E GERMANIA

Un esempio è la Norvegia che prevede regole più severe per gli impianti eolici a terra, tra cui l’altezza delle turbine e i tempi di realizzazione dei progetti per cercare di rispondere alle richieste dell’opinione pubblica di proteggere l’ambiente quando approva i siti di sviluppo dell’energia eolica.

Il piano della Germania di incorporare più energia rinnovabile, Energiewende, non è accolto con entusiasmo dai tedeschi, anche perché si fidano meno dei politici. Secondo 6.500 persone intervistate dal Potsdam Institute for Advanced Sustainability Studies (IASS), il 78% dei tedeschi ha dichiarato che il piano è costoso, il 66% ha detto che è caotico, un altro 56% ritiene che sia ingiusto, e il 51% dice che è elitario.

IL GAS È IMPRESCINDIBILE

La domanda diventa allora: possiamo avere reti a basse emissioni di carbonio entro due decenni? Un recente rapporto dell’Università di Berkeley ha affermato che il rapido calo dei prezzi del solare, dell’eolico e dello storage rende del tutto fattibile per gli Stati Uniti soddisfare il 90% del proprio fabbisogno energetico da fonti di energia a emissioni zero entro il 2035 con zero aumenti dei costi per i clienti rispetto ai livelli attuali.

Tuttavia, la produzione di gas naturale sarà necessaria per il 10% del fabbisogno energetico americano. Secondo il rapporto, nel 2035 potrebbe essere possibile che “durante i normali periodi di generazione e domanda, l’eolico, il solare e le batterie forniscano il 70% della produzione annuale, mentre l’idroelettrico e il nucleare forniscano il 20%”.

NUCLEARE E IDRO NELL’ESEMPIO USA

Anche con un aumento esponenziale della produzione di energia rinnovabile, la rete statunitense avrà bisogno quindi di energia nucleare e idroelettrica per essere stabile con una quota così grande di energia solare ed eolica.

CHI NON HA IL NUCLEARE DOVRA’ USARE IL GAS

La produzione di energia nucleare può essere un’opzione per i paesi con centrali nucleari e tecnologia. Ma gli altri dovranno fare affidamento su altre fonti per una rete stabile, e che ti piaccia o no, è probabile che si tratti di combustibili fossili, soprattutto gas naturale.

NEL MONDO MANCA UNA POSIZIONE COMUNE

Nonostante il crescente allarmismo ambientale nei paesi industrializzati, il mondo non ha una posizione comune sulla decarbonizzazione della produzione di energia. E non ne avrà presto, perché ogni paese sta valutando i propri costi e benefici economici e sociali per diventare green.

Nonostante la catastrofe climatica, dunque, i consumatori di oggi non rinunceranno ai servizi, agli elettrodomestici e al comfort della civiltà moderna per tornare all’era preindustriale solo perché l’energia solare ed eolica sono fonti di energia a zero emissioni di carbonio. Dopo tutto, la Rivoluzione Industriale è avvenuta perché il mondo è passato da un’economia dominata dall’agricoltura a un’economia industriale, non perché l’Inghilterra era decisa a distruggere il clima 200 anni dopo.

In questo momento i combustibili fossili forniscono gran parte del fabbisogno energetico mondiale. Il passaggio a fonti rinnovabili è già in atto, ma sarà graduale e probabilmente più lento di quanto molti ambientalisti avrebbero voluto.

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