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Gas

Russia, Ucraina e gas: cosa succede alle forniture per l’Europa?

I volumi di gas russo in arrivo in Europa, tramite l’Ucraina, oggi, mercoledì 11 maggio, sono pari a 72 milioni di metri cubi (mcm), in calo rispetto ai 95,8 milioni di metri cubi di martedì 10 maggio

Potrebbe essere l’Ucraina a decidere, alla fine, per l’embargo di gas russo da parte dell’Europa. Sì, da Kiev, oggi 11 maggio, è arrivato il primo stop alle forniture di gas russo per il Vecchio Continente: il gestore del sistema di trasporto del gas ucraino, Gtsou, infatti, ha annunciato che il transito attraverso il punto di ingresso di Sokhranivka si ferma a causa dell’occupazione delle forze russe.

Cosa succede ora?

L’ANNUNCIO SUL GAS PER L’EUROPA

Il transito del gas verso l’Europa attraverso il punto di ingresso di Sokhranivka si “fermerà alle 7 di mercoledì a causa delle azioni delle forze di occupazione russe che hanno portato a dei cambi nelle operazioni, incluso il ritiro non autorizzato di gas dal flusso di transito”, ha affermato martedì 10 maggio il gestore Ucraino.

Quello di Sokhranivka è uno dei due punti di ingresso chiave in Ucraina dei flussi di gas russo verso l’Europa: da lì passa anche parte della fornitura che arriva in Italia passando dal valico di Tarvisio (Udine).

L’ALTERNATIVA FORNITA DALL’UCRAINA

Gtsou, sempre in una nota, fa sapere che “è ancora possibile per il gas essere reindirizzato alla stazione di compressione di Sudzha permettendo ai contratti europei di essere rispettati”.

MENO GAS IN EUROPA

Ipotesi scartata da Mosca e di fatto, in Europa arriva meno gas russo. I volumi di mercoledì sono pari a 72 milioni di metri cubi (mcm), in calo rispetto ai 95,8 milioni di metri cubi di martedì, secondo i dato forniti da Gazprom, che non ha specificato se l’invio della fornitura è in linea con le richieste dei clienti europei.

I FLUSSI IN ITALIA

Nonostante i numeri, non ci sono conseguenze per quanto riguarda il nostro Paese: i flussi a Tarvisio sono in diminuzione rispetto a ieri, ma sono compensati da un maggior afflusso a Passo Gries (da Nord), come si evince dai dati Snam.

LE PRIME CONSEGUENZE DIRETTE

Certo è che se il taglio dell’offerta dovesse persistere, sarebbe l’impatto più diretto finora della guerra sui mercati energetici europei.

 

 

 

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