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Senato

Sconto in fattura, addio in manovra: dal 2020 stop a cessione credito ma oltre i 200 mila euro

Cancellata la possibilità di cedere il proprio credito d’imposta ai fornitori ottenendo in cambio lo sconto equivalente direttamente sul corrispettivo da pagare per i lavori

Dopo mesi di audizioni in Senato e lamentele di associazioni ed enti di settore, tutti concordi nel ritenere lo strumento non efficace, è arrivata in manovra l’abrogazione dell’articolo 10 del decreto Crescita, e con lui lo sconto in fattura che tanto era stato criticato soprattutto dalle piccole imprese e dagli artigiani. Ma nella notta, la commissione ha approvato un nuovo emendamento che lo reintroduce per lavori oltre i 200mila euro e solo per gli interventi di ristrutturazione di primo livello, per le parti comuni degli edifici condominiali.

L’EMENDAMENTO PRESENTATO DA FORZA ITALIA

La commissione Bilancio del Senato ha in prima battuta approvato l’emendamento presentato da Forza Italia che di fatto cancella la possibilità di cedere il proprio credito d’imposta ai fornitori ottenendo in cambio lo sconto equivalente direttamente sul corrispettivo da pagare per i lavori. In pratica, si poteva monetizzare subito la detrazione fiscale per risparmio energetico, ottenendo dal venditore uno sconto immediato invece che aspettare di recuperare la detrazione in 10 anni. E ciò valeva per le caldaie a condensazione, la sostituzione di infissi, la messa in sicurezza antisismica o la riqualificazione energetica dell’edificio. A partire dal 2020, quindi, non sarà più possibile utilizzare il meccanismo.

LE PROPOSTE DI MODIFICA

L’obiettivo delle forze politiche contrarie a questo strumento, era quello di tutelare le piccole imprese con una ridotta capienza fiscale: tanto che tra le soluzioni individuate per modificare lo sconto in fattura, erano state proposte la fissazione di un tetto minimo di spesa sotto il quale non sarebbe stato possibile applicare lo sconto, o l’individuazione di un soggetto pubblico obbligato ad acquisire i crediti fiscali delle aziende, se queste ultime non fossero riuscite a utilizzarli direttamente o a cederli ai loro fornitori.

GIROTTO: CI METTEREMO SUBITO AL LAVORO PER SCONGIURARE DISTORSIONI DI MERCATO E CONCRETIZZARE LE LINEE INDIVIDUATE

Nei giorni scorsi, il Senato aveva approvato una risoluzione per sollecitare il governo a modificare gli sconti in fattura durante il dibattito sulla manovra, come ricorda il Presidente della Commissione Industria Senato, Gianni Girotto, da mesi impegnato in una battaglia sul tema: “È un risultato importante e rassicurante per le imprese e artigiani che operano nell’ambito della riqualificazione degli edifici: l’articolo 10 del decreto Crescita è stato abrogato, e con lui lo sconto e la cessione in fattura, per individuare nel più breve tempo possibile uno nuovo strumento di rilancio degli interventi di riqualificazione energetica, realizzazione di impianti rinnovabili sugli edifici e consolidamento sismico. Nella risoluzione approvata pochi giorni fa – ha spiegato Girotto – avevamo impegnato il Governo a individuare adeguati meccanismi di protezione temporanei per le piccole e medie imprese, chiedendo di intervenire con la Legge di Bilancio per coordinare gli sforzi e individuare i migliori punti di caduta. Tutto con il benestare anche del Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, che ha condiviso l’impostazione. Siamo convinti – ha concluso Girotto – che dalla riqualificazione degli edifici possa ripartire la crescita economica del Paese. Per questo ci metteremo subito al lavoro per scongiurare distorsioni di mercato e concretizzare le linee individuate già durante l’esame dell’affare assegnato. L’obiettivo adesso è garantire il raggiungimento di interessi comuni, sia dal lato del consumatore che da quello delle imprese”.

CASTALDI: IMPEGNO MANTENUTO

“L’articolo 10 del decreto Crescita è stato abrogato, come auspicato dagli imprenditori del CNA che ho incontrato lo scorso 11 ottobre a Pescara – ha ammesso il sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento Gianluca Castaldi -. Con loro mi ero impegnato per prima cosa ad avere un tavolo al Mise, per seconda cosa ad ottenere una soluzione definitiva al problema in legge di Bilancio: oggi posso dire con soddisfazione che così è stato”

POLITICA SODDISFATTA

Toni soddisfatti da Forza Italia per il via libera alla proposta di modifica. Per la senatrice di Forza Italia Roberta Toffanin si tratta di “un grande risultato che rivendico con orgoglio, perché chi produce e lavora non può essere considerato il facile bancomat di uno Stato inadempiente. Auspico che l’iter si concluda positivamente anche in aula”. Alle sue parole fanno eco quelle di Gilberto Pichetto Fratin, responsabile nazionale del Dipartimento Finanze e Bilancio di FI: “Adesso gli incentivi continueranno ad essere erogati ma senza che sia sulle spalle delle imprese, consentendo in questo modo di creare occasioni di lavoro e quindi di crescita economica”. Stesso discorso anche da parte di Fratelli d’Italia che in una nota del gruppo parlamentare si è detta “soddisfatta per il via libera in Commissione Bilancio di un emendamento alla legge di Bilancio, uguale a quelli che avevamo presentato, che risolve l’iniquo meccanismo creato con il decreto Crescita dal governo gialloverde e che aveva trasformato l’ecobonus e il sismabonus in un cappio per le imprese fornitrici”.

CONFARTIGIANATO: BENE STOP SCONTO FATTURA ECO E SISMA BONUS

Tra i più contenti per l’emendamento il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti che ha espresso “apprezzamento e soddisfazione” per la proposta di modifica: “In questi mesi – ha sottolineato – ci siamo battuti per chiedere l’eliminazione di una misura che avrebbe escluso dal mercato migliaia di piccole imprese di costruzioni, installazione impianti, serramenti. Le nostre ragioni sono state condivise dall’Autorita’ Antitrust intervenuta per chiedere modifiche al decreto Crescita”. La modifica restituirà equilibrio ed efficacia a un sistema di incentivi che rappresenta un valido strumento per riqualificazione energetica, sostenibilità del patrimonio immobiliare e rilancio del settore costruzioni”. Ma dopo l’approvazione della modifica ha parlato di “incompresibile dietrofront” di “clamorosa retromarcia da parte del governo”.

IL TESTO DELL’EMENDAMENTO DI FI

19.0.48 (testo 3)

Toffanin, Floris, Gallone, Lonardo, Testor, Pichetto Fratin

Dopo l’articolo, aggiungere il seguente:

«Art. 19-bis.

1. All’articolo 10 del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58, i commi 1, 2, 3 e 3-ter sono abrogati». Conseguentemente in fondo di cui all’articolo 99 comma 2 è ridotto di 1,5 milioni di euro per il 2022, di 2,6 milioni di euro per il 2025, 0,7 milioni di euro per il 2026. Conseguentemente in fondo di cui all’articolo 99 comma 2 è incrementato di 2,2 milioni di euro per il 2020, 0,7 milioni di euro per il 2021 e 1,9 milioni di euro per il 2027.

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