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Senato

Ecobonus, associazioni vogliono incentivi stabili. E stop (o modifiche) allo sconto in fattura

Sono stati questi i temi trattati in commissione Industria su Ecobonus e riqualificazione energetica degli edifici durante l’audizione di Confedilizia, Airu, Federlegno, Assotermica, Confesercenti, Anie e Assistal

Modificare o eliminare lo strumento della cessione del credito e rendere stabile l’ecobonus. Ma anche intervenire sul Conto Termico, teleriscaldamento e Certificati Bianchi. Sono stati questi i temi trattati in commissione Industria durante l’audizione di Confedilizia, Airu, Federlegno, Assotermica, Confesercenti, Anie e Assistal nell’ambito dell’esame dell’affare sulle ricadute dei sistemi di incentivazione per la riqualificazione energetica degli edifici sulle filiere produttive di settore.

CONFEDILIZIA: BENE LO SCONTO FATTURA, MA VA MIGLIORATO. FAVOREVOLI A PIÙ POSSIBILITÀ DI DETRAZIONI

Più possibilità di utilizzare detrazioni, bene lo sconto in fattura ma occorre migliorare lo strumento e coordinare meglio ecobonus e bonus facciata inserito in manovra. Sono questi i punti salienti toccati dal presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa durante l’audizione in commissione Industria al Senato. Sulla norma del decreto Crescita che prevede lo sconto immediato in fattura per i lavori relativi a ecobonus e sismabonus “diciamo che va migliorato qualche aspetto, ma per i cittadini in difficoltà economica è una possibilità in più. Non possiamo che essere favorevoli a maggiori possibilità di utilizzo delle detrazioni”. Confedilizia non ha comunque escluso la possibilità che lo strumento possa essere migliorato, ma mantenendo la possibilità per i proprietari degli immobili e dando maggiore stabilità: “Apprezziamo la conferma degli incentivi ecobonus – ha ammesso Spaziani Testa – ma puntiamo alla loro stabilizzazione, almeno triennale, come è stato fatto con il bonus antisismico”. Infine “confidiamo che vengano confermate le anticipazioni del ministro Franceschini sulla cumulabilità di questa detrazione con quelle relative al risparmio energetico”, ha concluso Spaziani Testa.

AIRU: ESTENDERE CREDITO IMPOSTA A TELERISCALDAMENTO

Iva agevolata per le reti di teleriscaldamento efficienti, e per quelle reti che lo diventeranno entro una data prefissata e/o estensione credito d’imposta a tutte le reti di teleriscaldamento efficienti. Sono queste le proposte presentate da Airu-Associazione italiana riscaldamento urbano in una memoria depositata a Palazzo Madama. Secondo Airu è necessario, inoltre, l’inserimento nel conto termico del contributo di allacciamento per parità con le tecnologie competitor già incluse; lo sblocco del decreto ministeriale ex articolo 19 decies della legge 172/2017 con interventi su unità di cogenerazione abbinate a reti di teleriscaldamento efficienti; ma anche la riduzione delle distorsioni sul mercato del cliente finale derivanti dall’applicazione del sistema ETS al teleriscaldamento. Infine, Airu chiede l’estensione del credito d’imposta a tutte le reti di teleriscaldamento efficienti.  (QUI LA MEMORIA)

FEDERLEGNO: STOP SCONTO IN FATTURA, PRODUCE EFFETTI NEGATIVI SU MERCATO

Eliminare le possibili distorsioni del mercato derivanti dallo sconto in fattura con “l’abrogazione della norma, nella convinzione che le procedure attuali già consentano all’ecobonus di attivare una domanda di interventi adeguati a raggiungere i target energetici fissati, con l’obiettivo di preservare un mercato da possibili effetti distorsivi e lesivi della competitività delle imprese”. È quanto hanno proposto i rappresentanti di Federlegno in una memoria depositata in commissione Industria al Senato. “Si tratta di una proposta che trova conforto anche nelle recenti aperture dei Ministri competenti che in sede parlamentare hanno condiviso l’opportunità di una manutenzione dell’art. 10 per risolvere le distorsioni emerse nei primissimi mesi della sua applicazione e, non da ultimo, nel parere reso dall’Autorità garante per la concorrenza e il mercato che, in corso di esame della disposizione, ne aveva ravvisato criticità ai fini della contendibilità del mercato della fornitura e posa in opera di beni”. (QUI LA MEMORIA)

ASSOTERMICA: A SCONTO IN FATTURA DISTORSIONI DI MERCATO

Con un parco di 12 mln di caldaie a gas più vecchie di 15 anni ed oltre 2 mln di caldaie a gasolio con un’età non inferiore ai 20 anni che rappresenta lo zoccolo duro del nostro parco impiantistico nazionale, obsoleto ed energivoro, la proposta di Assotermica si concentra sulla necessità di “avviare un piano d’azione per la riduzione delle emissioni inquinanti, per l’incremento delle rinnovabili e la riduzione dei consumi, in linea con le previsioni del PNIEC e gli scenari europei”, come si legge nella memoria depositata a Palazzo Madama. Con circa 28 Mtep/anno consumate, il comfort termico per il settore residenziale (climatizzazione e produzione di acqua calda sanitaria) rappresenta allo stato attuale l’80% dei consumi energetici totali delle abitazioni, oltre che una considerevole fonte di emissione di gas a effetto serra. Il potenziale risparmio annuale conseguibile andando a sostituire tutti i prodotti scarsamente efficienti con tecnologie pari o superiori alla classe A è di circa 8 Mtep; un simile risultato (pari all’85% dell’obiettivo nazionale al 2030 di 9,3 Mtep) garantirebbe vantaggi sia in termini di minori consumi energetici sia in termini di riduzione delle emissioni inquinanti. Tuttavia, con i tassi di rinnovo attuali ci vorranno almeno 20 anni prima di rimpiazzare tutti questi prodotti con altri ad alta efficienza e ad energia rinnovabile, perdendo così la possibilità di conseguire i risparmi energetici e ridurre le emissioni inquinanti per il 2030.

L’associazione dei produttori di apparecchi e componenti per impianti termici, ha chiesto quindi di “eliminare l’incentivo per la ristrutturazione edilizia (bonus Casa) per le caldaie con un rendimento stagionale ETAs inferiore al 90%, ovvero per quelle caldaie non a condensazione che in molte situazioni rappresentano il minimo previsto dalla legge. E di avviare un Piano straordinario per la riqualificazione degli edifici con evacuazione dei fumi in canne collettive ramificate, tramite un bonus addizionale per condomini che dovessero optare per la sostituzione di tutti gli apparecchi e contestuale sostituzione della canna fumaria collettiva esistente mediante sistemi fumari multipli o collettivi nuovi, compatibili con apparecchi a condensazione. Ma anche di “eliminare le possibili distorsioni del mercato derivanti dall’applicazione dell’articolo 10 del D.L. 34/2019 (DL Crescita) che attualmente rischia di sfavorire i soggetti medio-piccoli, che finanziariamente potrebbero essere penalizzati rispetto a grandi player; ciò potrebbe essere attuato rimuovendo dalla norma il divieto della cessione agli istituti finanziari e intermediari finanziari”. E “ripartire la detrazione in quote d’importo decrescente in modo tale da rendere la prima quota almeno pari al valore dell’IVA e favorire il ricorso a questo strumento”. (QUI LA MEMORIA)

CONFESERCENTI: STOP A SCONTO IN FATTURA

“Lo sconto da praticare direttamente in fattura è causa di serie difficoltà per le piccole e medie imprese del settore – si legge nella memoria depositata da Confesercenti in Senato -. La norma, infatti, produce una sostanziale distorsione del mercato a vantaggio dei soli fornitori (grandi aziende) che sono in grado di procedere all’anticipazione del bonus, potendo contare su adeguata capienza fiscale per beneficiare della compensazione quale credito d’imposta. Ciò peraltro è stato sottolineato dall’Autorità Garante della concorrenza del mercato, che ha evidenziato come la norma appaia “suscettibile di creare restrizioni della concorrenza nell’offerta di servizi di riqualificazione energetica a danno delle piccole e medie imprese, favorendo i soli operatori economici di più grandi dimensioni”. Confesercenti, dunque, auspica a tal fine una revisione della disciplina, con l’abrogazione dei commi da 1 a 3 del citato art. 10 del ‘Decreto Crescita’, volta alla tutela della filiera produttiva ed a garanzia della concorrenza”. (QUI LA MEMORIA)

ANIE: ECOBONUS ALMENO TRIENNALE E POTENZIARE INSTALLAZIONE DI SISTEMI DI BUILDING AUTOMATION

“Le nostre imprese in prima linea da anni per l’efficienza energetica negli edifici, rinnovabili e così via per poter mettere a disposizione del mercato soluzioni. La disponibilità di soluzione e tecnologie si scontra con un parco degli edifici nazionale di cui il 60% edifici costruito prima del 1990 di conseguenza questa soluzione non garantisce la ricettività che i nostri associati stanno cercando investendo”, ha detto Filomena Arcangelo di Anie in audizione. “L’approccio perseguito a livello Paese – si legge nella memoria depositata a Palazzo Madama – continua ad essere focalizzato sulle tecnologie di efficientamento energetico passivo. Ne consegue l’urgenza di focalizzare il piano di riqualificazione immobiliare su un piano di riqualificazione impiantistico/tecnologico, che tra l’altro riguardano interventi che operano su intensità di capitale generalmente più contenuta e tempi ridotti di pay back: coibentare in maniera ottimale uno stabile dove operano impianti vecchi ed energeticamente inefficaci non rende un edificio energeticamente sostenibile. Il principio è inoltre avallato nella recente Raccomandazione UE 2019/786 sulla ristrutturazione degli edifici, che rileva ha due obiettivi complementari: accelerare la ristrutturazione degli edifici esistenti entro il 2050 e promuovere l’ammodernamento di tutti gli edifici con tecnologie intelligenti e un collegamento più chiaro con la mobilità pulita e un parco di edifici NZEB al 2050”.

Secondo Anie, che ha ricordato l’attestazione di validità del sistema di incentivi da parte di Enea sotto il profilo di occupazione e riduzione dei consumi, “le detrazioni non vanno prorogate annualmente ma vanno essere stabilizzate con un orizzonte temporale di almeno tre anni”. Per quanto riguarda l’Ecobonus per l’installazione di sistemi di building automation, Anie ritiene che “la detrazione prevista vada confermata, o auspicabilmente potenziata, ad esempio estendendola a edifici non residenziali, considerate le prospettive di sviluppo delineate a livello comunitario e un utilizzo dell’incentivazione stessa purtroppo al di sotto delle aspettative”. Infine sullo sconto in fattura, ha chiarito Arcangelo “condividiamo quanto detto dall’Antitrust secondo cui interventi di questo tipo generano distorsioni del mercato a favore dei grandi player che hanno maggiore disponibilità finanziaria rispetto alle pmi”. Pertanto, l’associazione ritiene che la soluzione ideale sia “consentire la cessione del credito agli istituti finanziari: direttamente tra utente finale che effettua l’investimento e l’istituto finanziario oppure indirettamente tra utente finale e impresa a cui è stato commissionato il lavoro, che a sua volta può cedere il credito all’istituto finanziario”.

Un’ultima considerazione riguarda l’eliminazione del limite dei crediti di imposta e dei contributi compensabili ovvero rimborsabili ai soggetti intestatari di conto fiscale fissato in 700.000 euro. “Infatti, anche laddove una PMI operasse con il meccanismo di cessione del credito, si constata che i grandi player beneficerebbero più delle PMI dell’eliminazione del tetto, previsto dall’art. 34 della legge n. 388 del 23 dicembre 2000, dei 700.000 euro compensabili in un anno”. Pertanto, “in alternativa alla cessione del credito, qualora non possano essere coinvolti gli istituti finanziari, ANIE è dell’idea che occorra ritornare al meccanismo precedente, abrogando l’art. 10 DL Crescita e rafforzando le misure della detrazione fiscale per l’utente finale. Se l’intento del legislatore è quello di dare maggiore slancio e vigore nel promuovere l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili negli edifici, si potrebbe ipotizzare di modulare la detrazione fiscale dell’utente finale in quote decrescenti per le annualità previste oppure di ridurre le annualità”.

Infine l’installazione di impianti fotovoltaici sulle coperture degli edifici e soprattutto dei capannoni delle imprese: “E’ positiva la conferma della misura, come previsto dal D.L. Crescita e nella prossima Legge di Bilancio per il 2020. Tuttavia auspichiamo una proroga almeno triennale della misura stessa. Allo stesso modo, dato l’alto costo attuale dei sistemi di accumulo, ANIE individua nell’iper ammortamento la misura che promuoverebbe il comparto dei sistemi di accumulo presso le imprese che avrebbero tutto l’interesse a ottimizzare la fornitura dell’energia elettrica attraverso l’autoconsumo da fonte rinnovabile. I sistemi di accumulo inoltre avrebbero la possibilità di contribuire a fornire quei servizi di dispacciamento di cui necessità Terna per una gestione ottimale ed in sicurezza della rete elettrica nazionale”. (QUI LA MEMORIA)

ASSISTAL: INDISPENSABILE PREVEDERE REGIMI DI PREMIALITÀ PER CHI AFFRONTA GLI INTERVENTI EFFICIENZIALI CON UN APPROCCIO DI SISTEMA

“Occorre evitare di identificare la pura applicazione tecnologica efficienziale come condizione necessaria e sufficiente perché nell’industria, nel terziario e nel residenziale non è la singola applicazione tecnologica ma uno sforzo sistemico di applicazione combinata di più tecnologie a consentire il raggiungimento dei risultati prefissati. E’ quindi indispensabile prevedere regimi di premialità per chi affronta gli interventi efficienziali con un approccio di sistema”, ha detto Mariangela Merrone di Assistal intervenendo in commissione. “Molto è stato fatto ma andrebbe ricercata una maggiore incisività per la riqualificazione energetica degli immobili della Pubblica Amministrazione attraverso la definizione di una roadmap che coinvolga tutte le categorie di edifici in quanto l’obbligo finora previsto riguarda esclusivamente la Pubblica Amministrazione centrale che rappresenta una quota ridotta e poco rilevante dello stock edilizio – si legge in una memoria depositata -. Sarebbe infatti auspicabile il raggiungimento dell’obiettivo del 3% annuo di ristrutturazione degli edifici per tutti i livelli della PA, come peraltro suggerito anche dallo stesso Parlamento Europeo in una Risoluzione del 2013.

In tema di fonti rinnovabili “la generazione diffusa rappresenta il futuro del nostro sistema energetico, come peraltro sostiene anche la stessa proposta di PNIEC, è necessario favorire lo sviluppo di sistemi efficienti di produzione/consumo di energia e dare continuità alle politiche di sostegno destinate alle configurazioni impiantistiche per la produzione di energia elettrica da cogenerazione ad alto rendimento, in cui l’Italia può esprimere posizioni di eccellenza industriale e tecnologica. Occorre pertanto rivedere il contesto legislativo per favorire lo sviluppo delle comunità energetiche sia in ambito industriale che civile”, si legge in una memoria depositata in Senato.

Il meccanismo dei Certificati Bianchi, “ha dimostrato nel tempo diversi punti di forza. A tal fine sono necessari alcuni interventi di rimodulazione di specifici aspetti del meccanismo che consentano in primis un riequilibrio dell’offerta rispetto alla domanda di certificati evitando, come talvolta prospettato, una completa riscrittura se non abolizione del meccanismo a favore di altri ad esempio di carattere fiscale. Si dovrebbe invece puntare ad un meccanismo scalabile ovvero capace di adattarsi sia ai grandi che ai piccoli progetti che ad oggi mostrano la maggiore potenzialità di contribuzione ai risparmi complessivi ottenibili. Aiuterebbe in tal senso l’introduzione di metodologie di valutazioni dei risparmi note ex ante e replicabili”.

Infine, su ecobonus e cessione del credito “auspichiamo che vengano apportare le necessarie modifiche per riequilibrare il mercato rendendo la misura della cessione del credito fruibile da parte di tutti gli operatori. A tale scopo, pur comprendendo che un’eventuale cessione del credito ad istituti di credito e agli intermediari finanziari inciderebbe sul debito pubblico, è opinione di Assistal che il Governo debba riesaminare la questione per cercare di portare fuori dal disavanzo tutti quegli investimenti che producono esternalità positive e che ci permettono di traguardare più velocemente gli obiettivi. Parimenti è opportuno procedere alla stabilizzazione dell’Ecobonus che paga la sua natura ‘precaria’, soggetta a proroghe annuali che non consentono un’adeguata programmazione degli investimenti”, conclude la memoria. (QUI LA MEMORIA)

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