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Ecobonus, tutti (o quasi) vogliono la cancellazione della norma

Non solo ecobonus: associazioni ed enti sono stati ascoltati in Senato nell’ambito dell’affare assegnato sulle ricadute dei sistemi di incentivazione per la riqualificazione energetica degli edifici sulle filiere produttive di settore.

Revisione dei certificati bianchi, modifiche allo sconto in fattura per l’ecobonus, riqualificazione energetica degli edifici, pompe di calore e microgenerazione. C’è questo e molto altro nella maratona di audizioni informali che si sono tenute in Commissione Industria al Senato nell’ambito dell’affare assegnato sulle ricadute dei sistemi di incentivazione per la riqualificazione energetica degli edifici sulle filiere produttive di settore.

CHI È STATO AUDITO

Nel corso dell’audizione sono state ascoltate Alleanza delle Cooperative; Gestore dei servizi energetici – GSE; ENEA; Confartigianato, CNA, Casartigiani; Elettricità Futura; Confederazione dell’industria manifatturiera italiana e dell’impresa privata (Confimi Industria); Confcommercio; Federazione Industrie prodotti impianti servizi ed opere specialistiche per le costruzioni (FINCO); Federazione nazionale delle Esco (Federesco); Confederazione italiana piccola e media industria privata (CONFAPI); Associazione nazionale costruttori edili (ANCE); Italia Solare; Coordinamento FREE

GSE: RIVEDERE MECCANISMO CERTIFICATI BIANCHI

“Occorre rivedere il meccanismo dei Certificati bianchi”, la questione è stata “già evidenziata ai ministeri competenti, per superare le criticità incontrate negli ultimi anni”, ha detto Gennaro Niglio, responsabile della direzione studi e monitoraggio di sistema del Gse in commissione Industria al Senato. D’altronde, come testimonia la memoria depositata durante l’audizione, lo scorso anno “sono stati riconosciuti 3,8 milioni di TEE (-34% rispetto al 2017), corrispondenti a 1,3 Mtep/anno di risparmi di energia primaria” con prevalenza di risparmi energetici “conseguiti negli usi termici (58% gas naturale) e con metodi di valutazione a consuntivo (62% RVC-C, con programmi di misura)”. Circa “un terzo dei risparmi è riconducibile al settore civile e quindi in gran parte alla riqualificazione energetica degli edifici e circa il 60% al settore industriale”. Quello che colpisce sono soprattutto le stime di ricaduta nel sistema: “Gli impatti energetico ambientali rimangono significativi in particolare in virtù degli interventi realizzati negli anni precedenti che continuano a dispiegare i propri effetti nel corso della loro vita utile. Ai certificati bianchi emessi nel 2018 corrispondono circa 1300 ktep di risparmi di energia primaria a cui è possibile ricondurre circa 3700 ktCO2 evitate. Gli investimenti attivati correlati ai nuovi interventi di efficienza energetica si stima siano pari a circa 148 mln di euro e 1.749 le unità lavoro temporanee dirette e indirette”. (QUI LA MEMORIA)

CONFIMI: ECCO LE PROPOSTE PER SUPERARE LO SCONTO IN FATTURA DELL’ECOBONUS

Su Ecobonus e detrazioni fiscali “lo strumento resta efficace per i piccoli/medi impianti,tuttavia per questa tipologia di impianti il massimale di detrazione di 30.000 euro per unità abitativa è limitante e penalizza la tecnologia GSHP più efficiente, ma che richiede investimenti a volte molto superiori a questo limite per essere realizzata. Si propone di portare questo limite a 50.000 euro e di valutare una quota di detrazione maggiore rispetto alle altre tecnologie meno efficienti ed ambientalmente meno sostenibili”, si legge nella memoria depositata da Confimi dopo l’audizione che in audizione avevano proposto l’abolizione dell’articolo 10 del dl Crescita” sullo ‘sconto in fattura’ dell’ecobonus. Sul conto Termico, si legge ancora, “l’incentivo così com’è risulta essere adeguato nel caso di impianti di potenza termica medio-elevata, mentre deve essere rimodulato per gli impianti di bassa potenza (generalmente quelli per uso domestico, con potenze termiche inferiori a 15-20 kW). Inoltre, vanno semplificate le procedure di calcolo per comprendere nuove tipologie di impianti in pompa di calore, come per esempio gli scambi ibridi (aria/terreno). Si richiedere di confermare e rendere stabile questo strumento, valutandone l’estensione ai nuovi impianti in caso di significativo superamento dei requisiti minimi normativi”. Sui certificati Bianchi, ha evidenziato Confimi “il meccanismo – a seguito dell’ultimo intervento correttivo del D.M 10 maggio 2018 e con la pubblicazione delle Linee Guida del 2 maggio 2019 – ha in parte superato le criticità precedentemente rilevate; tuttavia, per aspetti tecnici discutibili contenuti nelle linee guida e per le difficoltà interpretative, questo strumento risulta ancora fortemente sotto utilizzato”. Altre proposte sono poi arrivate sulla tariffazione elettrica “(si richiede di valutare l’incentivazione dei sistemi GSHP anche mediante la defiscalizzazione della bolletta elettrica (almeno per quanto riguarda le accise inserite per sostenere altre forme di produzione energetica) e l’introduzione di tariffe agevolate per questi impianti particolarmente efficienti, come già avviene in altri paesi europei, per esempio in Svezia”); E sull’estensione degli incentivi ai nuovi edifici: “La peculiarità degli impianti geotermici in pompe di calore, caratterizzati da un costo di investimento iniziale maggiore a fronte di maggiore efficienza e sostenibilità,necessiterebbe di un supporto anche nei casi di nuove realizzazioni. Se da un lato è vero che i nuovi edifici prevedono requisiti minimi tali da ottenere edifici NZEB (o ad energia quasi zero), dall’altro si ritiene utile favorire questa tipologia di impianti mediante un apposito strumento di incentivazione (alternativo e più semplice rispetto ai certificati bianchi) per le nuove realizzazioni, determinato sul differenziale di investimento rispetto ad una soluzione base; non si chiede un incentivo su tutto l’investimento,ma un aiuto sul differenziale di costo che può portare nuovi impianti ancora più efficienti rispetto allo standard. E’ quello che avviene in altri paesi europei come ad esempio la Germania. Riteniamo che questa misura possa essere inserito nei prossimi decreti emanati in coerenza con il Green New Deal annunciato dal nuovo Governo o nella versione definitiva del Piano Nazionale Energia e Clima che deve essere approvato entro il 31/12/19”, si legge nella memoria. Infine, per quanto riguarda gli impianti a rete, stoccaggio calore, teleriscaldamento freddo “in molti paesi europei si stanno diffondendo soluzioni di impianti non più applicati a singoli edifici, ma a complessi residenziali, commerciali e produttivi, anche tramite sistemi di stoccaggio calore nel sottosuolo (con circuiti chiusi costituiti da sonde geotermiche verticali o circuiti aperti che utilizzano l’acquifero come serbatoio di calore) o tramite le cosiddette reti di teleriscaldamento fredde. Poichési tratta di una soluzione innovativa che in molti casi consente di ottenere livelli di efficienza energetica ancora maggiore, si richiede di valutare un incentivo dedicato a questi impianti a rete, come per esempio la defiscalizzazione dell’energia elettrica utilizzata per la produzione di energia termica (caldo/freddo) erogata dalla rete, rafforzativa e più esplicita rispetto a quella già oggi presente dedicata a questo tipo di impianti singoli”. (QUI LA MEMORIA)

FINCO: SUPERARE LO SCONTO IN FATTURA E ATTENUARE LA RITENUTA DI ACCONTO SULL’ECOBONUS

“Per superare lo ‘sconto in fattura’” relativo all’ecobonus “si potrebbero ipotizzare diversi percorsi anche per loro coesistenti, preservando l’orientamento a favorire i consumatori senza al contempo penalizzare le imprese e quindi anche la possibilità di scelta da parte dei consumatori”, si legge nella memoria depositata da Finco in commissione Industria. In particolare, viene suggerita la possibilità di ovviare agli inconvenienti dello sconto in fattura tramite la cessione del credito agli istituti di credito ed intermediari finanziari; abolizione dell’articolo sull’ecobonus e recupero del credito Irpef in 5 anni; limitazione all’applicazione agli interventi complessi (di primo grado) o al di sopra di una certa soglia di importi (es. 40 mila eur9; cessione del credito lungo la catena (e non solo al primo fornitore di beni e servizi); in subordine sconto non fisso ma da concordare tra le parti. Finco ha poi chiesto di ripristinare le detrazioni fiscali del 65% per infissi e schermature solari e di eliminare o almeno attenuare la ritenuta di acconto dell’8% sull’ecobonus, pensata per combattere l’evasione fiscale e ora “assolutamente ultronea rispetto all’esigenza (…) stante il generale obbligo di fatturazione elettronica introdotto nel nostro paese a partire dal 1 gennaio 2019”. (QUI LA MEMORIA)

ELETTRICITÀ FUTURA: RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA EDIFICI RAPPRESENTA OPPORTUNITA’ PER INVESTIMENTI

“La riqualificazione energetica degli edifici, oltre ad importanti risvolti ambientali in ottica di transizione energetica, potrà rappresentare un’opportunità in termini di nuovi investimenti. Favorendo alcune tecnologie già a disposizione nel mercato, si potrà contribuire al raggiungimento di questo obiettivo”, si legge nella memoria depositata che fa riferimento soprattutto a interventi riguardanti pompe di calore e microgenerazione. Tra le proposte avanzate da EF ci sono quelle di prevedere la stabilizzazione delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica e per la ristrutturazione edilizia, Confermare il meccanismo previsto dall’art.10 DL Crescita, favorire l’installazione in ambito residenziale e terziario di impianti o dispositivi tecnologici per l’efficienza energetica e di impianti di generazione distribuita FER e cogenerativi ad alto rendimento, Promuovere la semplificazione delle procedure autorizzative, Prevedere semplificazioni delle disposizioni tecniche, Favorire la sostituzione delle caldaie convenzionali esistenti con tecnologie più efficienti, tra cui pompe di calore elettriche e microcogeneratori a gas naturale che consentono di ridurre fino al 90% le emissioni di ossidi di azoto e annullare quelle di particolato, Promuovere uno schema di incentivazione alla rottamazione di impianti termici non più compatibili con le vigenti normative, Prevedere specifiche attività di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui benefici degli interventi di efficienza energetica, Adottare specifiche misure a favore dell’installazione di punti di ricarica per la mobilità elettrica”. (QUI LA MEMORIA)

CONFCOMMERCIO: STOP SCONTO IN FATTURA, PER PMI PIÙ DANNI CHE BENEFICI

Per Confcommercio lo sconto in fattura dell’ecobonus ha causato alle pmi più danni che benefici “poiché ha generato un problema di liquidità”. Per questo l’associazione ne ha chiesto l’abrogazione non vedendo all’orizzonte altri tipi di soluzione.

FEDERESCO: ABOLIRE SCONTO IN FATTURA ECOBONUS E REVISIONARE TEE

In merito alle detrazioni fiscali (eco e sisma bonus), Federesco ha chiesto la reintroduzione di un’unica disciplina, l’abolizione dello sconto in fattura e la possibilità di cessione agli Istituti bancari e finanziari. Mentre per quanto riguarda la Detrazione del 90% sul rifacimento facciate ha chiesto di prevedere un esplicito coordinamento con normative su efficienza energetica. È quanto emerge da una memoria depositata dall’associazione che ha anche proposto una maggiore integrazione tra efficienza energetica e antisismica nei bandi, di puntare all’efficienza energetica nel terzo settore e di revisionare il sistema dei Titoli di efficienza energetica per “superare e snellire il contenzioso pregresso”, dare “maggiore stabilità” e “certezza delle regole” e potenziare l’obbligo dei Tee “nelle gare gas”. (QUI LA MEMORIA)

FREE: WARNING SULLA CLIMATIZZAZIONE ESTIVA

“Rinnovabili termiche ed efficienza energetica hanno avuto un incremento sopratutto a partire dal Pniec – ha detto Livio De Santoli di Free nel corso dell’audizione -. La filiera delle pompe di calore negli ultimi anni ha sempre avuto un trend in crescita in contrasto con altri settori. Dietro al mondo delle pompe di calore c’è un mondo che sta guardando anche con preoccupazione a questo boom. Nel Pniec riscontriamo un raddoppio della penetrazione delle pompe di calore nei prossimi anni. Ma serve sinergia tra riqualificazione efficienza energetica e rinnovabili. Il warning è la climatizzazione estiva: stiamo dicendo da tempo di regolamentare anche questo settore assegnando una piccola quantità di rinnovabili all’inversione di ciclo, permettendo di esprimere intanto una leadership in Europa sulla questione. E secondo punto chiediamo da tempo di rendere più fattibile la quota rinnovabile per gli edifici ad emissioni zero”. Per quanto riguarda l’incentivazione “posso dire che sarebbe sufficiente mantenere i tassi di incremento attuali ma visto che in 10 anni la promessa è il raddoppio occorre pensare per forza a un incentivo”. La tariffa elettrica “con la storia della progressività ha dato un grosso contributo allo sviluppo del settore e andrebbe resa stabile raddrizzando alcune storture, mentre sull’ecobonus l’efficacia “è limitata rispetto agli obiettivi. Infine sui certificati bianchi il discorso complicato: ne abbiamo parlato con Arera e da qualche anno ci stiamo battendo su come dovrebbe cambiare questo strumento per renderlo migliore”, ha concluso Santoli.

CONFARTIGIANATO, CNA E CASARTIGIANI: ABROGARE SCONTO IN FATTURA

Per le tre associazioni la norma sullo sconto in fattura dell’ecobonus va abrogata. Nella memoria depositata in Senato scrivono: È l’unica strada utile a riportare in equilibrio un sistema incentivante che ha rappresentato lo strumento più efficace di sostegno alla riqualificazione energetica e all’adeguamento antisismico degli edifici e che, con questa modifica rischia di mettere in crisi migliaia di Pmi nel settore delle costruzioni, dell’installazione impianti e del serramento”, chiude la memoria. (QUI LA MEMORIA)

ITALIA SOLARE: ART 10 DECRETO DIGNITÀ VA ABROGATO OPPURE MODIFICANDO CONSENTENDO CESSIONE DEL CREDITO A ISTITUTI

Per Italia Solare l’art. 10, comma 3-bis del d.l. n. 34/2019 “merita di essere abrogato, trattandosi di una misura irrazionale e controproducente rispetto all’obiettivo dell’efficienza del mercato di riferimento, oltre che inopportuna nella misura in cui sacrifica senza alcun apprezzabile motivo un’intera filiera produttiva di piccole e medie imprese come sono quelle operative nel mercato degli impianti fotovoltaici a privati”, si legge nella memoria depositata. In subordine, “laddove il legislatore intenda comunque mantenere la misura, esponendosi al rischio di sanzioni da parte dell’Unione Europea” “risulta comunque indispensabile quanto meno” che vengano modificate alcune parti della norma che consentirebbero “di cedere il credito anche a istituti di credito, e intermediari finanziari così consentendo tendenzialmente a tutti gli operatori del settore di adottare i consequenziali comportamenti di scontistica verso i consumatori. Sempre in tale ipotesi subordinata di mantenimento della norma, con i correttivi sopra enucleati, risulterebbe inoltre opportuno prevedere un acquirente di ultima istanza (che potrebbe essere il GSE o la CSEA Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali), al fine di non pregiudicare l’accesso al mercato di operatori con difficoltà di accesso al credito”. (QUI LA MEMORIA)

ANCE: SOLLECITARE IL SISTEMA BANCARIO A SVILUPPARE STRUMENTI INNOVATIVI DI FINANZA SOSTENIBILE

Nella memoria depositata da Ance, l’associazione ha chiesto di “riordinare e stabilizzare il sistema degli incentivi, adottare politiche di supporto, semplificare le procedure, svolgere attività di sensibilizzazione e diffusione e assicurare la stabilità delle norme evitando continue modifiche anche con provvedimenti retroattivi che compromettono la fiducia degli investitori. Sarebbe inoltre auspicabile istituire un sistema affidabile di monitoraggio dei risultati globali e settoriali raggiunti nel tempo” e “sollecitare il sistema bancario a sviluppare strumenti innovativi di finanza sostenibile indirizzati a sostenere investimenti di famiglie e imprese in linea con lgi obiettivi climatici ed energetici dell’Ue”. (QUI LA MEMORIA)

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