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Idrogeno

Sette paesi Ue non vogliono idrogeno derivato dal nucleare: la lettera a Bruxelles

La Francia e altri otto paesi dell’Ue hanno chiesto al contrario di esentare i combustibili di derivazione nucleare dagli obiettivi di trasporto verde nella direttiva sulle energie rinnovabili.

Un gruppo di sette paesi dell’Ue guidati dalla Germania ha respinto le richieste di incorporare l’idrogeno di origine nucleare negli obiettivi green europei, riaccendendo una disputa con la Francia che invece sta ostacolando l’ accordo sulla direttiva sulle energie rinnovabili.

COSA DICE LA LETTERA

In una lettera alla Commissione europea, i sette paesi ribadiscono la loro opposizione all’inclusione dell’energia nucleare nel calcolo degli obiettivi di carburante verde per i trasporti.
“Condividiamo l’opinione che la produzione e l’uso di idrogeno a basse emissioni di carbonio e combustibili a basse emissioni di carbonio non dovrebbero essere incentivati attraverso una direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili”, afferma la lettera, datata 16 marzo e firmata da Austria, Danimarca, Germania , Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Spagna.

LA FRANCIA E ALTRI OTTO PAESI CONTRARI

La Francia e altri otto paesi dell’Ue hanno chiesto al contrario di esentare i combustibili di derivazione nucleare dagli obiettivi di trasporto verde nella direttiva sulle energie rinnovabili. Non per limitare il potenziale dell’idrogeno rinnovabile, ha riferito Parigi, ma di garantire che gli elettrolizzatori installati in Europa possano funzionare alla massima capacità attingendo a fonti di elettricità rinnovabili e nucleari. La coalizione pro-nucleare comprende Bulgaria, Croazia, Cechia, Francia, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia.

“COMBUSTIBILI A BASSE EMISSIONI VANNO ESCLUSI”

I sette paesi dell’UE che non sono d’accordo, hanno affermato nella lettera che i combustibili a basse emissioni di carbonio dovrebbero essere esclusi dalla direttiva sulle energie rinnovabili, “soprattutto tenendoli in considerazione per gli obiettivi complessivi del 2030 o per eventuali obiettivi settoriali di energia rinnovabile o detraendoli dal denominatore”.

Hanno espresso inoltre la loro “chiara opposizione al legame tra combustibili a basse emissioni di carbonio e obiettivi” di energia rinnovabile “ai sensi dell’articolo 8a della direttiva sul gas”, sostenuti dalla Francia e dagli altri paesi pro-nucleari.

“Il conteggio dell’energia a basse emissioni di carbonio verso gli obiettivi rinnovabili ridurrebbe piuttosto i nostri sforzi per il clima e rallenterebbe gli investimenti nella tanto necessaria capacità rinnovabile aggiuntiva”, sostengono, spiegando che la direttiva sulle energie rinnovabili “non impedisce né proibisce agli Stati membri di utilizzare altre fonti di energia a basso impatto carbonio idrogeno e combustibili a basse emissioni di carbonio.

I sette paesi riconoscono che l’idrogeno di derivazione nucleare “può svolgere un ruolo in alcuni Stati membri” e che “è necessario un quadro normativo chiaro per loro”. Ma secondo loro, questo dovrebbe essere affrontato nella revisione in corso sulla legislazione Ue del gas.

LA LETTERA

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