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Scisto Shale Oil

Shale Usa, per Brouillette l’età dell’oro non è finita. “Il rischio sono i dem”

Brouillette, che ha sostituito Rick Perry all’inizio del mese, ha affermato che “i miglioramenti delle tecnologia di perforazione shale hanno consentito alle aziende di attrezzarsi meglio per rispondere alle fluttuazioni dei prezzi rispetto al passato

L’età d’oro dello shale americano è tutt’altro che finita, ma al momento è solo “vittima” di un previsto e temporaneo rallentamento del bacino del Permiano. È il giudizio del nuovo Segretario Usa per l’energia Dan Brouillette, raccolto da Bloomberg.

SOLO UN RALLENTAMENTO

Il boom dello shale ha contribuito a trasformare gli Stati Uniti in un esportatore di greggio e prodotti petroliferi a settembre rispetto a quando era un importatore netto dieci anni fa. “Anche se la crescita dovrebbe rallentare il prossimo anno nel Permiano come altrove, in risposta alle richieste degli investitori di limitare il capitale, Dan Brouillette ha affermato che il boom dello shale deve continuare: ‘Forse ci sono persone che – per qualsiasi motivo – hanno pensato di poter fare soldi facili ma stanno imparando che produrre non è così facile come si potrebbe pensare’, ha detto Brouillette in un’intervista a Washington. ‘Alcuni di loro potrebbero trovarsi ai lati della strada’”.

EFFETTO DEL CICLO ECONOMICO

Brouillette, che ha sostituito Rick Perry all’inizio del mese, ha affermato che “i miglioramenti delle tecnologia di perforazione hanno consentito alle aziende di attrezzarsi meglio per rispondere alle fluttuazioni dei prezzi rispetto al passato. I prezzi sono meno volatili di prima, dato il nuovo status degli Stati Uniti come produttore principale. E il tanto atteso rallentamento del Permiano del prossimo anno ‘potrebbe essere solo una pausa’”. Infatti, ha chiosato il segretario dell’energia ha ammesso che potranno esserci alcuni “aggiustamenti al ribasso dei prezzi del petrolio e del gas” ma che si tratta di un fenomeno “normale. È il ciclo economico non è il Permiano che diventa improduttivo”.

GLI ATTACCHI SAUDITI E LE NOVITÀ OPEC NON HANNO PROVOCATO SPOSTAMENTI DI MERCATO

A settembre, un attacco di droni in Arabia Saudita ha temporaneamente eliminato metà della produzione del paese, mentre l’Opec e i suoi alleati riuniti nell’Opec plus hanno annunciato questo mese tagli alla produzione più ampi di quanto previsto finora. “I recenti eventi in Arabia Saudita, i recenti eventi riguardanti l’Opec non hanno provocato alcuno spostamento drammatico o straordinario del mercato”, ha ammesso Brouillette. “Non siamo semplicemente soggetti agli stessi tipi di shock dei prezzi a cui eravamo soggetti in passato”.

PER BROUILLETTE I RISCHI VENGONO DAI DEMOCRATICI

Secondo Brouillette, un rischio per la crescita della produzione e delle esportazioni statunitensi proviene semmai “dai candidati presidenziali democratici, tra cui Elizabeth Warren e Bernie Sanders che hanno promesso di vietare la fratturazione idraulica, il processo attraverso il quale la roccia di scisto viene spezzata per rilasciare petrolio e gas – si legge su Bloomberg -. ‘Sarebbe dannoso per l’economia degli Stati Uniti se si prendesse seriamente in considerazione la cosa’ dato che il boom dello shale ‘ha fatto risparmiare miliardi di dollari ai consumatori americani’. E anche se il flaring del gas naturale rimane un problema, ‘la mancanza di infrastrutture disponibili non aiuta’, ha detto Brouillette aggiungendo che se ‘anche se riuscissimo a catturare il gas, non è chiaro che potremmo portarlo sul mercato. Abbiamo solo bisogno di più capacità nei gasdotti’”.

BROUILLETTE DICE NO A VENDERE LE RISERVE STRETEGICHE

L’impennata delle esportazioni ha anche aumentato la speculazione sul futuro delle scorte di emergenza di petrolio del paese, conosciuta come la Strategic Petroleum Reserve. Il presidente Donald Trump aveva proposto qualche tempo fa di vendere metà della riserva. Brouillette ha messo da parte il suggerimento del presidente sostenendo che la riserva non dovrebbe essere ridotta ulteriormente altrimenti perderebbe la sua funzione, dato che la sua stessa esistenza fornisce una certa sicurezza ai mercati durante i periodi di turbolenza, come gli attacchi agli impianti petroliferi sauditi a settembre. “È lì per un’ottima ragione”, ha detto il segretario all’Energia Usa. “Ha bisogno di essere lì per questo motivo e penso che lo vedrete rimanere lì per questo motivo”.

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