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Germania

Elezioni in Germania, paese diviso su clima ed energia: ecco l’analisi dei programmi elettorali dei partiti tedeschi

La campagna elettorale sembra riflettere una Germania divisa tra la necessità di mantenere gli impegni climatici e le preoccupazioni per i costi economici e sociali della transizione, in un contesto internazionale sempre più complesso.

La Germania si avvicina al voto del 23 febbraio con un dibattito sul clima e l’energia profondamente diverso rispetto al 2021. Se tre anni fa la campagna elettorale era stata caratterizzata dalle manifestazioni di Fridays for Future e dall’impatto emotivo del disastro alluvionale nella valle dell’Ahr, oggi il tema ambientale sembra aver perso centralità, schiacciato tra inflazione, crisi economica e questione migratoria.

L’ANALISI DEI PROGRAMMI ELETTORALI RIVELA APPROCCI DIFFERENTI SULLA SFIDA CLIMATICA

L’analisi dei programmi elettorali di Cdu/Csu, AfD, Spd, Verdi e Fdp rivela approcci molto differenti alla sfida climatica. Il partito liberale Fdp propone di posticipare l’obiettivo della neutralità climatica dal 2045 al 2050, allineandolo a quello dell’Ue, e punta tutto sullo scambio di emissioni come strumento principale, chiedendo l’eliminazione di “ulteriori regolamenti”. Una posizione che gli esperti considerano problematica, dato che la Germania è vincolata dalle normative Ue che prevedono la fine delle quote di emissione per industria ed energia nel 2039 e per edifici e trasporti nel 2043.

La Cdu/Csu mantiene formalmente l’obiettivo 2045 ma evita riferimenti diretti alla legge sul clima, concentrandosi piuttosto sull’adattamento ai cambiamenti climatici. In tema di energia, l’Unione chiede l’abolizione della recente legge sul riscaldamento, sostenendo che i cittadini sappiano meglio quale sistema sia più adatto alle loro esigenze, e propone un approccio “tecnologicamente neutro” che includa anche il legno come fonte energetica.

Più ambizioso il programma dei Verdi, che oltre a confermare la neutralità climatica al 2045 puntano a un sistema elettrico completamente rinnovabile entro il 2035. Il partito ambientalista chiede di mantenere e rafforzare la legge sul riscaldamento, aumentando il sostegno per i sistemi non fossili, e propone un’accelerazione nella transizione dei trasporti verso la mobilità elettrica.

La Spd si colloca in una posizione intermedia, confermando gli obiettivi climatici ma con un’enfasi particolare sulla dimensione sociale della transizione. I socialdemocratici puntano molto sul teleriscaldamento come alternativa alle pompe di calore individuali e propongono forme di sostegno per le famiglie meno abbienti, incluso un sistema di leasing sociale per le auto elettriche.

Nette le proposte dell’estrema destra di AfD, che si contrappone su tutti i fronti agli altri partiti. Nel recente congresso elettorale, il partito ha promesso di abbattere le turbine eoliche e rimettere in funzione le centrali nucleari e il distrutto gasdotto russo Nord Stream per riattivare i flussi di gas dalla Russia (non a caso i nazionalisti sono i più entusiasti rispetto all’ipotesi di accordo di tregua o pace fra Trump e Putin). AfD punta a un totale ribaltamento delle politiche energetiche e climatiche adottate dagli ultimi governi tedeschi, sia da quelli di Grosse Koalition guidati dalla Cdu che dall’ultimo esecutivo, a detta dell’estrema destra “a trazione verde”. In evidenza la difesa del mondo agricolo con un rafforzamento delle politiche di settore, tra cui il ritorno delle agevolazioni fiscali per l’utilizzo del diesel agricolo. In programma anche una forte iniziativa di rottura rispetto alle normative europee di sostegno all’auto elettrica e sui divieti per le auto con motori a combustione.

SUL TEMA DEI TRASPORTI E DEL NUCLEARE NETTA CONTRAPPOSIZIONI ANCHE TRA PARTITI TRADIZIONALI

Sul tema cruciale dei trasporti, emerge una netta contrapposizione anche fra i partiti tradizionali: mentre Spd e Verdi sostengono il limite di 130 chilometri orari in autostrada e il divieto dei motori a combustione dal 2035, Cdu/Csu e Fdp chiedono di cancellare entrambe le misure.

La stessa divergenza si osserva sul nucleare: i liberali vogliono “consentire centrali nucleari sicure senza sussidi” e permettere la riaccensione delle centrali spente, posizione parzialmente condivisa dalla Cdu/Csu che parla di “opzione nucleare”, mentre Spd e Verdi difendono il phase-out. L’Unione ha negli ultimi giorni ulteriormente accelerato sull’ipotesi di studiare la riapertura dei reattori atomici, e il presidente della Baviera Markus Söder ha sostenuto che l’operazione sarebbe ancora realizzabile nel corso di quest’anno e del prossimo. Inoltre, il governo bavarese ha approvato investimenti significativi nella ricerca sulla fusione nucleare, circa cento milioni di euro entro il 2028, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo di competenze attraverso corsi di studio e la creazione di un “Fusionscampus”.

SULLE RINNOVABILI TUTTI CONCORDI MA SI CHIEDE STOP AI SUSSIDI E PER ALCUNI AI FINANZIAMENTI CLIMATICI GLOBALI

Sull’espansione delle rinnovabili, se tutti i partiti ne riconoscono la necessità, l’approccio varia significativamente: i Verdi chiedono di mantenere il “ritmo record” attuale, la Spd punta su eolico e solare per ridurre i prezzi dell’elettricità, mentre la Fdp vuole un “trasferimento completo al mercato” eliminando i sussidi statali.
La dimensione sociale della transizione emerge come tema trasversale, ma con soluzioni diverse: dalla proposta Fdp di un “dividendo climatico” pro-capite, al “bonus clima” della Cdu/Csu basato sui proventi della CO2, fino al sostegno mirato alle famiglie vulnerabili proposto da Spd e Verdi.

A livello internazionale, mentre Spd e Verdi si impegnano per un contributo equo della Germania ai finanziamenti climatici globali, Cdu/Csu limita il sostegno alle “innovazioni made in Germany” e la Fdp non affronta il tema.

Gli esperti avvertono che un eventuale indebolimento degli obiettivi climatici tedeschi potrebbe avere ripercussioni ben oltre i confini nazionali. In un momento cruciale in cui tutti i Paesi devono presentare all’Onu i loro nuovi piani climatici per il 2035, un segnale di arretramento dalla maggiore economia europea rischierebbe di innescare un effetto domino globale.

UNA GERMANIA “DIVISA” IN CAMPAGNA ELETTORALE

La campagna elettorale sembra quindi riflettere una Germania divisa tra la necessità di mantenere gli impegni climatici e le preoccupazioni per i costi economici e sociali della transizione, in un contesto internazionale sempre più complesso. La sfida per il prossimo governo sarà trovare un equilibrio tra questi obiettivi apparentemente contrastanti, sapendo che le scelte della Germania avranno un impatto determinante sul futuro della politica climatica europea e globale. La necessità di formare una coalizione probabilmente eterogenea tra famiglie politiche distanti richiederà, soprattutto in tema di energia e clima, una grande capacità di compromesso. La vera partita inizierà a schede scrutinate.

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