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Sicurezza energetica e nucleare protagonisti del Meeting di Rimini

I ministri Urso, Tajani, Pichetto Fratin e Fitto sfatano il tabù del nucleare e la platea del Meeting di Rimini applaude

Il messaggio che è arrivato dal Meeting di Rimini, in tema di energia, è che le rinnovabili, da sole, non bastano. E non solo perché l’apporto in termini di energia prodotta non sia sufficiente al fabbisogno energetico nazionale.

L’energia che arriva dal vento, dal sole, dall’acqua e anche dai rifiuti, da sola non riesce a garantire al nostro paese la sicurezza energetica che, come dimostrato dalla deflagrazione della guerra in Ucraina, diviene anche sicurezza nazionale.

LE ENERGIE RINNOVABILI DA SOLE NON BASTANO

Per queste ragioni il Governo italiano ha scelto di percorrere due strade non semplici. La prima ha previsto di intensificare i rapporti con i paesi produttori di gas in nord Africa. Tale operazione si inserisce nella più vasta opera del Piano Mattei che si propone lo sviluppo dei paesi del bacino del Mediterraneo e a ridosso dell’area sahariana. “Abbiamo fatto investimenti nelle rinnovabili ma non basta – ha detto Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, tra i relatori del convegno “Mercato unico, euro, Pnrr: quale sviluppo economico per l’Ue” -. Abbiamo messo in campo ina serie di investimenti nell’ambito del cosiddetto Piano di Mattei, una strategia che guarda ai paesi del Mediterraneo e che punta, dopo la fase di crisi della guerra in Ucraina, a introdurre una dimensione nuova, fatta di una serie di investimenti sul fronte energetico, elettrico e del gas per rafforzare e potenziare le infrastrutture presenti nel nostro paese e per delineare un ruolo per l’Italia di ponte, la naturale piattaforma all’interno del Mediterraneo, nel confronto con l’Africa”.

CON IL PIANO MATTEI L’ITALIA È HUB ENERGETICO DEL MEDITERRANEO

Il Piano Mattei chiama in causa i nostri TSO come Terna a Snam, chiedendo a loro a investimenti importanti nelle infrastrutture dei paesi africani. “Oggi possiamo parlare dell’Italia come hub energetico del Mediterraneo perché si guarda molto all’Africa, un grande mercato da cui possiamo acquistare gas ma anche energia elettrica prodotta a costi più bassi sulle coste del Maghreb, della Tunisia e dell’Algeria – ha detto a Energia Oltre il prof. Giuliano Frosini dell’Università Luiss -. Affinché questo avvenga dobbiamo essere noi a realizzare delle grandi infrastrutture cosa che impegna le politiche energetiche dei nostri grandi TSO italiani, Snam e Terna, che fanno un lavoro egregio da tanti anni. Ora, però, sono chiamati a un supplemento di investimento per realizzare queste grandi infrastrutture che possano metterci al sicuro”. La realizzazione di grandi investimenti in quelle aree può aiutare quei paesi a trovare stabilità. “Se parliamo di Terna e di Snam, i costi delle grandi infrastrutture di collegamento possono essere messi a beneficio della tariffa energetica degli italiani – ha continuato il prof. Frosini -. La prospettiva è che l’opera infrastrutturale la pagano i consumatori italiani a patto che, nel tempo, il consumatore paghi meno la risorsa energetica. Questi sono investimenti da centinaia di milioni di euro che possono rappresentare una fonte di sviluppo e di stabilizzazione di alcune aree. Si tratta soprattutto di una stabilità regolatoria”.

L’ENERGIA NUCLEARE (DI TERZA GENERAZIONE) NON È PIÙ UN TABU

Inoltre, al Meeting di Rimini è stato infranto il tabù dell’energia nucleare. I ministri Adolfo Urso, Antonio Tajani e anche il titolare del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, hanno parlato apertis verbis di energia nucleare. “Non dobbiamo difenderci dalle rivoluzioni ma accoglierle come occasioni – ha detto il ministro Pichetto Fratin nell’ambito del convegno “Transizione energetica: costi e competitività” -. Noi siamo il paese dei no, dobbiamo fare delle scelte. Oggi abbiamo l’energia a oltre 100 euro al MWh. La Spagna la paga un terzo, la Francia la metà. Fino a quando vogliamo andare avanti in questa condizione? Seguendo tutte le strade, anche il nucleare. Nessuno vuole i rifiuti nucleari ma il nucleare serve anche in medicina”. La dichiarazione, che non troppo tempo fa avrebbe raccolto quanto meno malumori, è stata invece accolta da applausi della platea del Meeting. Il ministro Urso ha approfondito il tema spiegando che nel nostro paese possono essere costruite centrali nucleari di terza generazione. “Esiste il problema del costo dell’energia che si risolve in un solo modo: sviluppando energie rinnovabili, come stiamo facendo con il piano di Transizione 5.0, e programmando produzione energia nucleare nel nostro paese.  Per questo vogliamo realizzare in Italia reattori di terza generazione – ha detto Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, tra i relatori del convegno “Made in Italy e filiere produttive” -. Lo possiamo fare perché ci sono imprese italiane che non si sono fermate, producendo per aziende estere”.

TERRE RARE: NUOVE MINIERE E ROYALTY DEL 7% PER LE REGIONI

Del resto, le criticità nell’impiego delle energie rinnovabili non si limitano alla resa non sufficiente per i fabbisogni nazionali ma riguardano anche la difficoltà nel reperire le materie prime critiche, materiali indispensabili alla costruzione delle strutture per la produzione di energia green. Oggi la Cina è leader nel settore, occupandosi di oltre la metà della raffinazione mondiale di alluminio, litio e cobalto, circa il 90% di quella di terre rare e manganese e il 100% di quella di grafite naturale. Anche in quest’ambito il governo italiano sta cercando di intervenire. Il decreto Materie prime, provvedimento che accoglie il regolamento Ue 1252/2024 (Critical Raw Materials Act) sull’approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime critiche e strategiche, prevede il rilancio delle miniere italiane con procedure semplificate per gli iter autorizzativi (massimo 18 mesi). “Altra questione rilevante è quella delle materie prime critiche – ha continuato il ministro Urso -, apriremo nuove miniere nei prossimi 11 mesi e voglio dire che abbiamo prodotto un decreto-legge che garantisce alle Regioni una royalty del 7% come succede per la Basilicata con il petrolio”.

COMUNICARE LA TRANSIZIONE ENERGETICA E LA SOSTENIBILITÀ

Spazio importante anche alla comunicazione della transizione energetica e digitale. Benedetta Brighenti, Direttrice Generale RENAEL e Climate Pact Ambassador della Commissione Europea, ha preso parte a due importanti panel ospitati nello spazio espositivo denominato “Piazza Ministero dell’Ambiente”, organizzato insieme a ISPRA, ENEA e GSE. Nel panel “Comunicare la sostenibilità, strategie e strumenti”, si è discusso delle strategie più efficaci per comunicare i temi della transizione verso la sostenibilità ed è stato presentato il progetto del sito web brighenti.eu a impatto zero. Alla comunicazione della transizione digitale è stato dedicato, invece, il pane “Comunicare il digitale”.

 

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