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Snam, ricavi in crescita e guidance 2023 confermata. Venier: Italia pronta per l’inverno

Nella seconda metà dell’anno l’azienda si attende la “conferma alla diminuzione dei flussi di gas dalla Russia verso l’Europa già registrata nel 2022 con i conseguenti effetti sulle società partecipate estere TAG (società a controllo congiunto) e GCA (società collegata)”.
Aumentano i ricavi, l’Ebitda e l’utile operativo per Snam così come gli investimenti nei risultati dei primi 9 mesi del 2023 che il cda ha approvato ieri deliberando anche la distribuzione di un acconto sul dividendo 2023 pari a 0,1128 euro per azione, con pagamento a partire dal 24 gennaio 2024.

VENIER: L’ITALIA È PRONTA PER AFFRONTARE L’INVERNO

“I risultati dei primi nove mesi mostrano la solidità del Gruppo e il ruolo di primo piano svolto nel garantire la sicurezza degli approvvigionamenti in uno scenario globale incerto e in costante evoluzione. Abbiamo incrementato i nostri investimenti tecnici su progetti infrastrutturali fondamentali per contribuire alla resilienza e alla transizione del sistema energetico del Paese, che oggi è in una condizione adeguata ad affrontare la stagione invernale – ha commentato Stefano Venier Amministratore Delegato di Snam -. La nostra strategia volta ad una transizione energetica giusta e credibile ci vede impegnati a realizzare investimenti importanti, per oltre il 50% allineati agli SDGs della Unione Europea, e a sviluppare progetti rilevanti come quello di SoutH2Corridor e per la Carbon Capture and Storage, a Ravenna, il cui ruolo chiave è stato riconosciuto anche nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima – ha aggiunto Venier -. A supporto del nostro piano, prosegue l’impegno nel ricorrere a strumenti di finanza sostenibile e innovativa come il primo EU Taxonomy-aligned Transition Bond convertibile collocato con successo in settembre, che ci ha consentito di raggiungere in anticipo di tre anni l’obiettivo dell’80% di finanza sostenibile sulle fonti di finanziamento disponibili del Gruppo”.

VENIER: PIANO SARA’ AGGIORNATO A GENNAIO. STOCCAGGI PIENI AL 99%. IDROGENO PRONTO DALLA SECONDA META’ DEL DECENNIO, DORSALE ADRIATICA PRONTA ENTRO FINE 2026

Venier, nel corso della sessione Q&A della presentazione del rapporto sui primi nove mesi 2023 del gruppo, ha aggiunto diversi elementi: “L’Italia registra stoccaggi record al 99% e a novembre è ripartito il riverse flow. Nei primi nove mesi la domanda di gas è scesa del 13,8% a 44,442 mld di mc”, ha detto l’ad annunciando che il nuovo piano aggiornato di Snam verrà presentato a Milano a fine gennaio. “Siamo pienamente fiduciosi di raggiungere i target 2023. La pianificazione energetica e il rafforzamento del sistema energetico restano cruciali per evitare nuove crisi di approvvigionamento”, ha poi aggiunto. “Abbiamo forti fondamentali, specialmente sul business industriale. Possiamo far leva su un arretrato di contratti a lunghissimo termine che fornirà e sosterrà le proiezioni che abbiamo già presentato con il piano aziendale esistente. Stiamo avendo grandi cambiamenti con la direzione nel periodo tra il 2024-2026-2027. Per quanto riguarda lo sviluppo dell’idrogeno ovviamente alcuni progetti stanno subendo qualche ritardo ma in realtà non siamo molto legati al singolo progetto su cui stiamo lavorando. E come abbiamo sempre detto, diciamo che la riconversione dell’infrastruttura avverrà a partire dalla seconda parte del decennio”.

“La dorsale adriatica sarà realizzata entro il 2028, la prima sarà pronta entro la fine del 2026. Diciamo che è conforme alla risposta Repower EU e i possibili proventi dal comando EU e la seconda fase sarà entro la fine del 2027 in modo da avere a disposizione questi 10 miliardi di metri cubi di capacità aggiuntiva a partire dal 2028. Questa è la capacità aggiuntiva di trasporto da sud a nord che offrirà al mercato e sarà realizzata e potenzialmente soddisfatta da questa nuova unità. Ovviamente, all’occorrenza può essere aggiunta una capacità aggiuntiva. Si registra una riduzione dei flussi da fonti attuali. Ciò significa principalmente l’Algeria. In caso contrario sarà necessaria nuova capacità di trasporto aggiuntiva con conseguenti tempi di outletizzazione e costruzione. C’è un altro numero: da questo 10 mld di mc di capacità aggiuntiva il trasporto totale è come a nord aumenterà fino a 5 miliardi di metri cubi. E questo dev’essere aggiunto ai 28bcm della capacità Lng disponibile nel nord Italia grazie all’infrastruttura Lng che costituisce l’intera capacità del Paese”, ha poi concluso Venier..

I RISULTATI ECONOMICI DI SNAM

Per quanto riguarda i risultati economici, i ricavi totali, al netto degli energy costs, si sono attestati a 2.809 milioni di euro, in aumento di 409 milioni di euro (+17,0%) rispetto ai primi nove mesi del 2022. I ricavi dei business della transizione energetica hanno registrato un significativo incremento (+286 milioni di euro; +63,6%), “principalmente per lo sviluppo dell’efficienza energetica, in particolare in ambito residenziale – ha sottolineato l’azienda -. Con riferimento ai business delle infrastrutture gas, si è registrata una crescita dei ricavi regolati (+146 milioni di euro; +7,8%) e una riduzione dei ricavi non regolati (-23 milioni di euro; -29,1%), a fronte dei minori effetti positivi one-off rispetto ai primi nove mesi del 2022.
In particolare, l’aumento dei ricavi regolati è attribuibile principalmente: (i) ai maggiori ricavi connessi alla crescita della RAB (+59 milioni di euro, inclusi i minori incentivi “input-based”); (ii) agli incentivi “output-based” connessi al mantenimento in esercizio degli asset di trasporto completamente ammortizzati ai fini tariffari e ai servizi di flessibilità forniti agli utenti (+84 milioni di euro; incluso il riconoscimento degli incentivi connessi al maggior ricorso, da parte degli utenti del servizio di stoccaggio, dei servizi di flessibilità offerti sulle aste a breve termine nell’anno termico 2022-2023 ); (iii) al riconoscimento dei ricavi connessi ai maggiori volumi rigassificati nel 2022, rispetto ai ricavi definiti dall’Autorità di regolazione per lo stesso anno, e ai maggiori volumi rigassificati nei primi nove mesi del 2023 (+18 milioni di euro complessivamente); (iv) ai ricavi connessi all’avvio delle attività del rigassificatore di Piombino. Tali effetti sono stati controbilanciati dai minori volumi di gas trasportato (-23 milioni di euro), per effetto delle temperature complessivamente più miti rispetto ai primi nove mesi del 2022 e per l’implementazione di azioni di contenimento della domanda di gas”.

L’EBITDA adjusted dei primi nove mesi del 2023 si è attestato a 1.862 milioni di euro, in aumento di 156 milioni di euro (+9,1%) rispetto al corrispondente valore dei primi nove mesi del 2022. “L’aumento è dovuto alla crescita del business delle infrastrutture gas (+112 milioni di euro; +6,7%), per i maggiori ricavi regolati legati alla RAB e agli incentivi “output-based” e alla crescita dei business della transizione energetica (+44 milioni di euro)”, ha affermato Snam.

L’utile operativo adjusted dei primi nove mesi del 2023 è stato pari a 1.171 milioni di euro, in aumento di 106 milioni di euro (+10,0%) rispetto al corrispondente valore dei primi nove mesi del 2022. La crescita dell’EBITDA adjusted è stata parzialmente compensata dai maggiori ammortamenti (-50 milioni di euro, pari al 7,8%) per effetto principalmente dell’entrata in esercizio di nuovi asset, ha evidenziato l’azienda.

Gli oneri finanziari netti dei primi nove mesi del 2023 si sono attestati a 155 milioni di euro, in aumento di 66 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2022. L’aumento è dovuto, in particolare, spiega Snam, ai maggiori oneri relativi all’indebitamento finanziario connessi al maggior costo medio del debito lordo, che si è attestato a circa l’1,9% nei primi nove mesi del 2023 rispetto a circa l’1,1% del corrispondente periodo del 2022. L’aumento del costo medio del debito è attribuibile principalmente al mutato scenario dei tassi di interesse registrato negli ultimi 12 mesi.

I proventi netti da partecipazioni ammontano a 248 milioni di euro, sostanzialmente in linea rispetto ai primi nove mesi del 2022 (-0,8%). Mentre l’utile netto adjusted di gruppo dei primi nove mesi del 2023 è stato di 942 milioni di euro, in aumento di 10 milioni di euro (+1,1%), rispetto all’utile netto adjusted dei primi nove mesi del 2022, per effetto della solida performance operativa in parte assorbita dall’aumento degli oneri finanziari e delle imposte sul reddito.

GLI INVESTIMENTI IN CRESCITA

Capitolo investimenti: nei primi nove mesi del 2023, gli investimenti sono risultati pari a 1.232 milioni di euro (1.309 milioni di euro nei primi nove mesi del 2022, incluso l’acquisto della FSRU Golar Tundra), per il 53% e il 37% allineati rispettivamente ai Sustainable Development Goals e alla Tassonomia Europea. Di questi, 1.143 milioni di euro fanno riferimento agli investimenti tecnici, in aumento di 260 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2022 (+29,4%) per i maggiori investimenti nei business delle infrastrutture gas e, in particolare, per gli interventi di adeguamento del terminale di Piombino. Gli investimenti tecnici sono relativi al settore trasporto (757 milioni di euro), rigassificazione (151 milioni di euro) e stoccaggio (148 milioni di euro), mentre gli investimenti dei business legati alla transizione energetica sono risultati pari a 73 milioni di euro. A questi investimenti, si aggiungono 410 milioni di euro relativi all’acquisizione del 49,9% di SeaCorridor.

Per quanto riguarda il flusso di cassa dell’attività operativa “è stato significativamente impattato dall’assorbimento di cassa derivante dall’attesa dinamica del capitale circolante connessa all’attività di bilanciamento e dai maggiori crediti per ecobonus. Considerando i fabbisogni per gli investimenti (1.439 milioni di euro, di cui 1.182 milioni di euro relativi ad investimenti tecnici e 257 milioni di euro relativi ad investimenti in partecipazioni, al netto dell’incasso per la cessione del 4,2% del capitale di Industrie De Nora S.p.A.), il free cash flow si è attestato ad un valore negativo di 1.430 milioni di euro. L’indebitamento finanziario netto, inclusi il flusso di cassa del capitale proprio (933 milioni di euro), derivante dal pagamento agli azionisti del dividendo 2022, e le variazioni non monetarie, ha registrato un aumento di 2.413 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2022, attestandosi a 14.336 milioni di euro”, ha spiegato Snam.

Infine l’indebitamento finanziario netto si è attestato a 14.336 milioni di euro (+2.413 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2022), in aumento principalmente per l’attesa evoluzione del capitale circolante connessa all’attività di bilanciamento, per gli investimenti finanziari e per il pagamento del dividendo 2022.

PROSEGUONO GLI SFORZI PER LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI

Proseguono gli sforzi per la riduzione delle emissioni di Snam: in particolare quelle di metano, che sono classificate come Scope 1, sono diminuite del 25% rispetto ai primi nove mesi del 2022. Inoltre, Snam ha recentemente aderito al Corporate Engagement Program di SBTN come primo passo verso l’ottenimento di una certificazione sulla biodiversità. Snam ha integrato le proprie politiche di Diversity & Inclusion con la nuova Policy sulla transizione sociale di genere, a testimonianza dell’impegno costante di Snam nel promuovere e favorire un clima di rispetto e inclusione che renda l’ambiente di lavoro accogliente per tutte le persone del Gruppo. Snam e Fondazione Snam ETS, in concomitanza della Giornata Mondale dell’Alimentazione, hanno realizzato la settimana di volontariato aziendale che ha coinvolto oltre 500 dipendenti in attività di volontariato per il contrasto alla povertà alimentare.

PER IL FUTURO SNAM CONFERMA GLI OBIETTIVI 2023. NELLA SECONDA META’ DELL’ANNO SI ATTENDE UNA DIMINUZIONE DEI FLUSSI DALLA RUSSIA

Per quanto concerne l’evoluzione prevedibile di gestione, “le stime più recenti sull’evoluzione della domanda di gas naturale in Italia per il 2023 prevedono una flessione rispetto al 2022, influenzate dalle condizioni climatiche complessivamente più miti, da misure di contenimento della domanda e dal calo della produzione termoelettrica a gas principalmente per effetto della riduzione della domanda elettrica, del maggior import netto di elettricità da altri paesi e dell’aumento della produzione idroelettrica”, sottolinea l’azienda.

Con riferimento all’esercizio in corso, Snam prevede che “i risultati economici beneficino dell’incremento dei ricavi connessi alla crescita della RAB grazie agli investimenti realizzati, dell’ampliamento del perimetro con l’entrata in esercizio della nuova FSRU di Piombino, di maggiori ricavi relativi agli asset completamente ammortizzati e ai servizi di flessibilità, oltre al contributo dei business della transizione energetica”.

“Nel 2023 i tassi di interesse risultano in ulteriore rialzo rispetto al 2022, con un impatto incrementale sugli oneri finanziari, gestito, attraverso una maggiore diversificazione delle fonti e degli strumenti di finanziamento (quali per esempio la recente emissione del bond convertibile in azioni Italgas) e tramite il ricorso a strumenti di debito più flessibili – ha proseguito Snam -. Nel medio e lungo periodo, si ritiene che il sistema tariffario italiano sia in grado di offrire, attraverso le periodiche revisioni del costo del capitale riconosciuto, una mitigazione dell’impatto economico negativo legato all’andamento del costo del debito”.

Nella seconda metà dell’anno l’azienda si attende la “conferma alla diminuzione dei flussi di gas dalla Russia verso l’Europa già registrata nel 2022 con i conseguenti effetti sulle società partecipate estere TAG (società a controllo congiunto) e GCA (società collegata)”.

Mentre con riferimento al recente conflitto in Medio Oriente, “la prosecuzione delle ostilità nei prossimi mesi potrebbe dar luogo ad ulteriori tensioni a livello internazionale, con il loro conseguente impatto sui prezzi dei beni energetici per i quali l’Italia, ed in generale l’Europa, sono fortemente dipendenti dalle importazioni estere – ha spiegato Snam -. Queste turbolenze potrebbero pesare sull’economia mondiale, aumentando i costi di produzione e influenzando ulteriormente la stabilità economica e la crescita nazionale ed europea, oltre che determinare ulteriori sfide nella gestione delle fonti di approvvigionamento energetico.
Snam, fin dallo scorso 7 ottobre, monitora costantemente l’evoluzione del conflitto, le possibili conseguenze e gli effetti sul gruppo; tuttavia, in merito alla gestione delle attività operative e alla realizzazione del programma investimenti 2023, non si registrano al momento criticità riconducibili a tali eventi”.

Snam conferma infine gli obiettivi finanziari per il 2023: “Investimenti di 2,1 miliardi di euro (di cui 1,9 miliardi di euro in ambito infrastruttura gas e 0,2 miliardi di euro in ambito transizione energetica), in crescita del 10% rispetto al 2022; una RAB tariffaria pari a circa 22,4 miliardi di euro, in crescita del 5% rispetto al 2022; un livello di utile netto adjusted pari ad almeno 1,1 miliardi di euro; un livello di debito netto a 15,5 miliardi di euro, in funzione dell’andamento del circolante collegato alle attività regolate”.

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