Skip to content

Sostenibilità, presenza Cina in Sudamerica aumenta. La rassegna internazionale (2)

“Ciò piace soprattutto alla sinistra dell’America Latina, che da tempo si lamenta di quello che considera l’imperialismo degli Stati Uniti nella regione (anche se dagli anni Ottanta la politica degli Stati Uniti si è concentrata soprattutto sul sostegno alla democrazia). (…) “L’America Latina apprezza il fatto che la Cina non abbia una politica estera predicatoria”, afferma Matias Spektor della Fundação Getulio Vargas, un’università brasiliana. Ma se per l’America Latina la copertura può essere sensata, nella pratica i suoi leader sono spesso sembrati ignari delle possibili conseguenze politiche delle decisioni economiche. “L’America Latina non pensa al dominio della Cina né nella definizione delle politiche a breve termine né in quelle a lungo termine”, afferma Margaret Myers dell’Inter-American Dialogue, un think-tank di Washington. Questo vale sicuramente per il Perù che, oltre al porto di Chancay, ha permesso a società statali cinesi di acquisire il monopolio della fornitura di elettricità alla capitale Lima”, si legge sul giornale.

“(…) Questo, ovviamente, è ciò che gli Stati Uniti cercano di fare da tempo. Ma in America Latina c’è molta più consapevolezza di ciò e un pensiero più indipendente su come rispondere. “Nessuno sta pensando in modo organizzato agli investimenti cinesi”, afferma il ministro degli Esteri. Non c’è un vaglio strategico degli investimenti stranieri, come avviene in Europa o negli Stati Uniti. Un’azienda cinese di proprietà statale ha un rapporto chiaramente diverso con il proprio governo nazionale rispetto, ad esempio, a un’azienda privata europea. Nella regione mancano esperti di Cina e la Cina finanzia il lavoro di alcuni dei pochi think tank di politica estera esistenti. (…)
Una spinta maggiore potrebbe venire dall’Americas Act, una proposta di legge inviata al Congresso a marzo con il sostegno bipartisan. Questa legge offrirebbe benefici commerciali, finanziamenti per le infrastrutture e sussidi agli investimenti per la quasi delocalizzazione in America Latina e nei Caraibi. Se approvato, almeno questo potrebbe significare che la Cina deve affrontare un po’ più di concorrenza nella regione. Per quanto riguarda l’America Latina, per sfruttare al meglio i suoi diversi pretendenti e ridurre al minimo il rischio di dipendenza, ha bisogno di occhi molto più acuti”, continua il quotidiano. (Energia Oltre – edl)

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su