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Enel

No al carbone, nucleare rischioso e Germania incomprensibile sul price cap. La via di Starace

Nel piano strategico presentato stamani da Enel, al centro della traiettoria 2023-2025 sono state poste l’elettrificazione e la transizione

Il Gruppo Enel ha presentato oggi il proprio Piano Strategico 2023-2025 ai mercati finanziari e ai media e prevede di investire un totale di circa 37 miliardi di euro per implementare diverse azioni strategiche. Con elettrificazione e transizione come obiettivi chiave.

LE DICHIARAZIONI STARACE SUL PIANO STRATEGICO

“Non è un segreto che questo lavoro mi piaccia moltissimo, è un’attività davvero soddisfacente”, ma “non sta a me la scelta, spetta agli azionisti”. Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, ha risposto alle domande in conferenza a margine della presentazione del Piano Strategico 2023-2025 . Tanti i temi toccati e le risposte corpose fornite dallo stesso ad alla stampa.

Commentando in linea generale, Starace si è detto “d’accordo sul fatto che si tratti di un piano molto denso ma tutto il team potrà portarlo avanti eseguendolo anche indipendentemente da me”. Il tema di riferimento è quello di un possibile addio di Starace dal gruppo energetico. Discorsi che però viaggiano separati. Enel, intanto, va avanti e registra nuovi fatti nella sua traiettoria. “Farò quel che dovrò fare, ma la decisione sta agli azionisti, e l’azienda ce la farà in ogni caso”, ha detto in breve Starace.

NESSUNA SOFFERENZA, SVOLTA VERSO LE RINNOVABILI

Enel non ha registrato “sofferenze” finora nei pagamenti delle bollette da parte dei clienti del gruppo, ha chiarito Starace in base al piano: “il grosso dei nostri clienti non ha sperimentato una variazione dei prezzi, quindi i pagamenti sono stati regolari”. Il gruppo su questo fronte, aggiunge, non prevede “una minaccia per il periodo 2023-2024”.

Riguardo, invece, i dividendi: “non torneremo ad un dividend payout del 70% ma abbiamo detto che 0,43 euro per azione sarà il minimo sindacale, potrebbe salire ma non scendere. Quanto? Tutto dipende da quello che succederà nel 2023. Se non ci saranno più turbolenze potrebbe salire”, ha specificato l’amministratore delegato. “Non c’è un reale legame tra le politiche dei Governi e il calo dei consumi che si stanno già riducendo. Ma pensiamo che il tema dell’aiuto alle aziende e famiglie che non riescono a fronteggiare un aumento pari a 4-5 volte delle bollette sia logico. Si deve scegliere tra garantire l’efficienza o chiudere. Credo che questo Governo sia navigando in quello spazio li’. Finchè i prezzi del gas sono cosi’ volatili e inaffidabili non resta che navigare in questa direzione”.

Secondo Starace, se la condizione “incredibile di ingorghi” legata alle procedure di avvio per le rinnovabili si sbloccasse “come sembra intenzione del governo”, Enel potrebbe anche raddoppiare l’installazione di rinnovabili in Italia che nel piano 2023-25 è prevista a 4,2 Giga.

IL PIANO STRATEGICO DI ENEL: IL CARBONE NON E’ LA VIA, SGUARDO ALLA SPAGNA

Rinnovabili sì, carbone no, è il concetto. “Gli impianti a carbone ora hanno un periodo d’oro per il problema dei prezzi del gas ma prima di questa situazione già ‘non era il carbone di una volta”, ha chiarito Starace. Per il cui gruppo il carbone “non è una questione strategica”. Le centrali “non hanno futuro. È una questione di prepararci a farlo nella maniera più veloce e più sicura possibile”.

Lo dimostrano i dati: “Nel 2022 la produzione di energia da carbone è stata del 9% e scenderà nel 2025 all’1%. Il piccolo abbiamo adesso per l’emergenza, per risparmiare sui consumi di gas ma non continuerà così”. E guardando all’estero, in Spagna ma non solo “l’elettrificazione sostituirà sempre di più il gas”, ha fatto presente l’ad. “Questo è dovuto allo shock che il gas sta creando. Per questo vogliamo uscire il prima possibile dal gas anche in Spagna. Usciamo dal gas perché sarà sempre meno importante”.

POSITIVO L’ACCORDO SUL LOSS&DAMAGE, SUL PRICE CAP LA GERMANIA SI PREOCCUPA INUTILMENTE

Toccando due tematiche di stretta attualità, per Starace “alla Cop27 non c’è stata stretta su fossili ma c’è stata ulteriore partecipazione al Global Methan leakage pledge. Ci sono 150 stati hanno confermato l’importanza di porre un limite alla incredibili quantità di metano che va in atmosfera dalle infrastrutture che lo estraggono, distribuiscono e trasportano nel mondo, questa è una buona notizia”.

Inoltre, ha aggiunto, “bene l’accordo sul Loss & Damage, perché è positivo stabilire una piattaforma, un embrione di fondo su questo incredibile problema del come indennizzare le economie emergenti e non emergenti dal danno fatto in passato dalle economie emerse, finalmente comincia a trovare almeno un contenitore dove questo tema troverà una sua soluzione. C’è stato un grande scontro ma aver trovato, almeno alla fine, un accordo sullo stabilire un fondo che dovrà elargire le risorse per rendere questa compensazione possibile è un passo avanti”.

Mentre, guardando alla imminente e nuova riunione europea sul tetto al prezzo del gas, per l’ad di Enel “le preoccupazioni della Germania sul price cap europeo sul gas non sono comprensibili. Era comprensibile tempo fa quando il gas arrivava dalla Russia, ma ora ha chiuso i rubinetti. Mi pare folle continuare ad avere questa volatilita’. E’ una preoccupazione non comprensibile che nessuno capisce. Un danno per la Germania e per il resto d’Europa”, ha aggiunto.

VERSO IL MERCATO LIBERO

Toccando questioni più tecniche, Starace ha poi aggiunto che “il mercato tutelato si sta esaurendo da solo. Lo osserviamo con la migrazione di clienti dal mercato tutelato verso quello libero perché il mercato tutelato nel contesto attuale non li ha tutelati. Con il progressivo passare del tempo, il problema del passaggio al mercato libero si risolverà da solo, nel giro di pochi anni e questo nonostante quello deciderà il regolatore. Finirà un po’ prima o un po’ dopo. Il tema è sempre meno importante”.

ENEL DICE NO ALLA MEDIATICIZZAZIONE DEL NUCLEARE

Nel nucleare “la IV generazione è un nome finto”, ha detto Starace. “Ci sono tecnologie promettenti che riteniamo meritino molta attenzione, ma parliamo di tecnologie che entreranno a fare parte del mix negli anni 40 del 2000. Cose significative e degne di attenzione ma su tempi molto lunghi, nel piano di tre anni non credo possano dare un aiuto”.

L’ad di Enel ha ribadito poi il senso di studiare il nucleare. “Ma noi continuiamo non solo a studiare ma anche a fare, gestiamo sette centrali in Spagna e stiamo finendo il commissioning di una centrale in Slovacchia. Siamo forse l’unico player italiano che ‘fa’ nucleare, facendolo all’estero perche in Italia la legge non lo permette”. Però, ha specificato, “il tema nucleare in Italia preferirei non trattarlo sui media perché non credo sia costruttivo”.

LA TRAIETTORIA DI ENEL ALL’ESTERO

Infine, uno sguardo a Enel all’estero. Il gruppo ha già avviato le cessioni in Romania, Perù e Argentina. “Sulla maggior parte delle cessioni già avviate siamo avanti e spero che le discussioni sul gas in Cile si chiudano prima del 2022 e lo stesso in Spagna”, ha chiarito Starace. “Abbiamo poi già avviato discussioni per Romania, Perù e Argentina ma i processi sono a diversi stadi e non posso anticipare altro. E sono in corso negoziati per il modello di Stewardship in Grecia e Australia”. Enel North America “è l’animale più innovativo sul mercato e non è un asset regolamentato in maniera standard, è una bestia nuova e non è facile per il mercato capirlo. Abbiamo fatto una previsione per il 2024 perché pensiamo si possa arrivare a un Ipo se il clima sarà positivo nei prossimi dodici mesi, ma stiamo valutando”. Sul Cile, invece: “il gas non è strategico e quindi cerchiamo di monetizzare al meglio questi asset. Punteremo sulle rinnovabili, e sulle reti”.

Riguardo l’Algeria, invece, secondo Starace “visto la volatilità dei prezzi folle sul Ttf anche l’Algeria come altri paesi importatori ha chiesto di  rinegoziare i contratti. L’Algeria ha rinegoziato con noi o con altri partner. Spero che il price cap al gas possa scoraggiare ulteriori rinegoziazioni”.

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