Il destino degli impianti Stellantis in Italia, le richieste al Governo, la competizione con la Cina e gli attacchi ai concorrenti che chiedono di rallentare la transizione elettrica. Ecco cosa ha detto Tavares nella sua audizione in Parlamento
Gli italiani acquistano poche vetture elettriche perché costano troppo rispetto alle endotermiche. Infatti, equiparare i prezzi di auto elettriche e endotermiche darebbe una spinta significativa alla transizione della mobilità. Tuttavia, produrre una vettura a batteria attualmente costa il 40% in più rispetto alle alimentazioni tradizionali. Per questa ragione, il Governo dovrebbe stimolare la domanda attraverso incentivi e sussidi per raggiungere l’obiettivo di produrre 1 milione di veicoli all’anno. È quanto ha chiesto oggi Carlos Tavares, ad di Stellantis, nel corso della movimentata audizione alla Camera dei Deputati sulla produzione automobilistica del gruppo Stellantis in Italia. Ecco cosa ha detto.
TAVARES: SERVONO INCENTIVI E SUSSIDI PER AUMENTARE VENDITE AUTO ELETTRICHE
Il prezzo è il vero ostacolo alla diffusione della mobilità elettrica, secondo Tavares. Le infrastrutture di ricarica pubblica, l’autonomia e la sicurezza delle vetture sono solo problematiche secondarie, secondo l’ad di Stellantis, che ha sottolineato l’importanza di introdurre “molti incentivi” per colmare il gap di prezzo tra le due alimentazioni. Soldi che aiuteranno i cittadini ad acquistare veicoli che si possono permettere e a Stellantis di vendere auto accessibili, secondo Tavares.
“Dobbiamo produrre qui le automobili che all’estero ci chiedono. Per l’Italia avere un Paese che va in direzione diversa rispetto agli altri Paesi sarà un problema. Perché non vendiamo più elettriche in Italia? Perché costano troppo, dobbiamo stimolare la domanda aiutando il consumatore attraverso incentivi e sussidi. Forse attraverso imposte? La scelta è vostra. Servono molti incentivi, forse a livello fiscale oppure assorbendo il 40% dell’aumento dei costi a livello di produttività. Il manufactoring cost si basa su tre parti: i produttori hanno un 10% di valore aggiunto, la logistica il 5%, componenti comprati dai produttori l’85%”, ha detto Tavares.
Il problema è che sono i produttori di componenti, spesso aziende piccole e medie, a dover far fronte a questo aumento, secondo l’ad di Stellantis.
“Chi deve sopportare il peso maggiore? I produttori di componenti, aziende piccole e medie che devono affrontare un problema enorme. Non stiamo raccontando fantascienza, l’abbiamo previsto e spiegato per 5 anni. L’unico modo per affrancarci da questa problematica è lavorare insieme per essere più veloci ed efficienti. Ci sono divari significativi dal punto di vista della performance economica nei vari Paesi Ue. Un’ottima notizia perché una grande impresa può compiere così diverse simulazioni. Dobbiamo favorire la creatività, l’innovazione. Il costo dell’energia in Italia è doppio rispetto alla Spagna, perché? Non conosco la risposta, ma osserviamo una variazione dei costi di manifattura in Ue di un fattore da 1 a 4. Quando paragoniamo gli impianti c’è un coefficiente 4 rispetto al costo della manifattura. Anche eliminando i costi del lavoro ci sarebbe un divario. Abbiamo diversi impianti industriali in Ue e nell’Italia. L’attività per quanto riguarda l’assegnazione dei veicoli è assicurata fino al 2030-2033. Il problema però non è risolto perché non posso ignorare l’elemento costo del veicolo, dipende dalla velocità con cui assorbiremo il 40% di costi in più con i nostri partner per capire il prezzo futuro dei veicoli. Senza capire questo, non saprò se potrò venderlo alla classe media. Senza prezzi accessibili non avremo i volumi necessari”.
STELLANTIS PROMETTE DI SCOMMETTERE ANCORA SULL’ITALIA
Stellantis non ha intenzione in alcun caso di affrancarsi dall’Italia o perdere la nostra leadership nel Paese. Per questa ragione, il gruppo non ha intenzione di vendere i suoi impianti industriali nel nostro Paese, sottolinea Tavares, rispedendo al mittente le accuse di non avere un piano industriale futuro.
“Servirà un’economia di scala per investire in grandi tecnologie. Altrimenti, le imprese rischiano di sparire. Noi abbiamo creato una società di Serie A e abbiamo le dimensioni per investire in tutti i settori necessari a mantenere un alto livello di competitività rispetto agli altri produttori. Stiamo affrontano molta incertezza. La nostra strategia al 2030 è flessibile rispetto a un mix tra propulsione tradizionale, ibrida ed elettrica. Questo rappresenta una tutela importante per il futuro, quindi la nostra strategia è molto flessibile.Non vogliamo solo realizzare profitti, vogliamo essere sostenibili ma non è l’unico parametro. Vogliamo vincere la sfida della transizione sostenibile,” ha detto l’ad di Stellantis, aggiungendo che “è falso dire che non abbiamo un piano strategico, esiste il Piano 2030 presentato da me ai sindacati. La realtà è che prima o poi faremo in modo che gli elettori siano in accordo con i consumatori, è quanto stiamo cercando di fare”.
I PIANI DI STELLANTIS PER L’ITALIA
“Lotteremo come dannati per mantenere la nostra posizione in Italia”, ha rivendicato Tavares, aggiungendo che l’obiettivo è “mantenere il target di produzione di 1 milione di auto in Italia”.
“Abbiamo bisogno di 3 o 4 gigafactory Bev se l’Europa diventa al 100% elettrica. Ma queste capacità sono utili solo se c’è domanda, altrimenti non facciamo investimenti. Dobbiamo modulare tutto in base alla domanda del mercato. Se volete elettrificare il mercato serve una giga fabbrica. Il Piano prevede un numero significativo di impianti elettrici, I sindacati mi hanno chiesto di aggiungere altre power Unit ibride per soddisfare l’incertezza sul futuro. Stiamo creando nuove celle per le batterie a Torino. La produzione della 500 E in Italia è precipitata a causa delle abitudini dei consumatori”, ha aggiunto Tavares.
TAVARES: “SIAMO PRONTI PER LA TRANSIZIONE”
La buona notizia è che il gruppo è pronto per la transizione elettrica, secondo Tavares, al contrario di alcuni concorrenti, di cui non fa però il nome.
“Abbiamo lavorato molto duramente per assicuraci di avere supply chain, piattaforme e tutti i componenti che servono per rispettare la regolazione Ue che avete votato e il mandato che vi è stato dato dai cittadini europei e siamo pronti. Per questa ragione, alcuni dei nostri concorrenti dicono che non sarà possibile essere pronti per il 2035. Stellantis ha una posizione unica in questo settore perché è pronta. L’unica cosa che chiediamo è la stabilità di questi regolamenti perché nel nostro settore il lavoro è molto lungo per mettere in atto la transizione energetica. Il primo passo ha un lift time di 7 anni, quindi dovete offrirci un ambiente stabile ed affidabile che ci consenta di servire al meglio. Siamo pronti al 2035, non chiederemo nessuna modifica, semplicemente vogliamo stabilità nelle leggi”, ha aggiunto l’ad di Stellantis.
STELLANTIS: “NESSUN CAMBIO AI REGOLAMENTI UE”
L’ad di Stellantis non chiede modifiche ai Regolamenti europei sulle emissioni auto, ma stabilità nelle leggi per pianificare gli investimenti. Tuttavia, se l’Ue decidesse di rallentare il ritmo della transizione elettrica, il gruppo sarebbe in grado di adattarsi.
“Non dobbiamo dimenticare che il Regolamento europeo rappresenta quello che le persone vogliono. Siamo un’azienda che fa sempre il meglio per essere completamente allineata alla legge di ogni Paese. Stiamo provando a realizzare quello che ci avete chiesto di fare. Per farlo dobbiamo cambiare le tecnologie. Questo cambiamento crea non poche ansie. Per questa ragione, spieghiamo sempre ai lavoratori la nostra roadmap. La strategia scelta dall’Ue non è necessariamente la migliore, pensiamo ci siano altre maniere per raggiungere risultati più efficienti ma daremo il nostro contributo per garantire il raggiungimento di questi obiettivi. Invece di litigare sui regolamenti Ue sarebbe meglio metterci al lavoro. Abbiamo la tecnologia che garantisce la possibilità di elettrificare il cambio doppia frizione, oppure le celle di batterie a Mirafiori. Il problema da risolvere non è tecnologico ma l’accessibilità delle tecnologie. Abbiamo cercato di spiegare tutto questo da 5 anni. Quando si crea mobilità ci sono 3 investitori: chi fornisce i componenti, i produttori e i distributori. I veicoli elettrici saranno acquistati se venduti allo stesso prezzo di veicoli ICE. I problemi che ostacolano la mobilità elettrica dovranno essere rimossi perché devo poter vendere le Bev allo stesso prezzo. Oggi devo però far fronte un 40% in più di costi. Così si crea una tensione insopportabile nella filiera. Voi leader politici dovete spiegarmi come dovrei assorbire questi attriti e difficoltà di tutta la filiera”, ha sottolineato Tavares.
“Siamo in grado di adattarci a un ritmo diverso in questo processo di transizione. Abbiamo previsto un doppio scenario BEV e Mild Hybrid. Tutti i nuovi modelli che stiamo lanciando nell’ambito del piano strategico 2030 hanno una doppia parte. Il mix si può modificare in base all’andamento dell’elettrificazione. Se consideriamo un approccio a 360 gradi i BEV sono la risposta migliore se si utilizzano energie rinnovabili e si ha una produzione con impronta di carbonio e batterie adatte. Bisogna occuparsi dell’estrazione delle materie prime, utilizzo delle energie pulite, riciclo delle batterie”, ha aggiunto.
LA COMPETIZIONE CON LA CINA
La competizione con la Cina sarà dura, ma Tavares si dice contrario ai dazi sulle importazioni di auto elettriche cinesi.
“Dobbiamo conoscere bene i cinesi per entrare in concorrenza. Dobbiamo capire come fanno ad essere così competitivi, ad investire così tanto etc. Se la Cina esporta in eccedenza è meglio che Stellantis possa usare questa situazione. Quando abbiamo investito in Leapmotor abbiamo deciso che esporteremo i veicoli fuori dalla Cina consolidando gli utili per finanziare molte altre attività inclusa capacità e tecnologie”, ha aggiunto Tavares, sottolineando che in Cina c’è un eccesso di capacità e la loro crescita.
Una situazione che contribuisce ad aumentare la pressione sul settore, secondo l’ad di Stellantis.
“Se il resto del mondo compra una tecnologia che non vogliamo per il nostro Paese come faremo ad esportare? Vediamo una notevole frammentazione da parte di chi accetta e chi no l’arrivo dei veicoli elettrici”, ha aggiunto Tavares.