Skip to content
Stellantis

Perché la solidarietà a Termoli è una toppa sul buco produttivo di Stellantis

Stellantis e sindacati a Termoli hanno firmato un contratto difensivo temporaneo per 2.000 lavoratori. Ma cassa integrazione e tagli colpiscono anche gli altri stabilimenti e i soldi iniziano a scarseggiare

Stellantis e i sindacati hanno siglato un nuovo contratto di solidarietà che interesserà tutti i circa 2.000 lavoratori dello stabilimento di Termoli. Una misura che offre maggiori garanzie ai lavoratori, ma non aiuta a superare la crisi produttiva che investe diversi stabilimenti del gruppo. Intanto, la spesa aumenta anche per lo Stato e i fondi a disposizione scarseggiano. Quest’anno sono 12.000 i lavoratori a rischio esaurimento della cassa integrazione.

NUOVO CONTRATTO DI SOLIDARIETA’ PER  STELLANTIS

Il nuovo contratto di solidarietà sarà efficace dal 1° settembre 2025 fino al 31 agosto 2026 e assicura la maturazione dei ratei indipendentemente dai giorni lavorati nel mese.

“Il contratto di solidarietà è uno strumento difensivo che, in questo momento, ci permette di affrontare una fase molto difficile”, ha spiegato Francesco Guida, della Uilm Molise. Tuttavia, il ricorso agli ammortizzatori sociali è l’indice di una situazione occupazionale complessa che dura da anni e investe diversi stabilimenti produttivi del gruppo. Un sistema che tra il 2021 e maggio 2024 è costato allo Stato italiano quasi 984 milioni di euro, di cui oltre 700 milioni a carico dell’INPS. Stellantis, da parte sua, nello stesso periodo ha speso oltre 980 milioni di euro per la cassa integrazione.

CRESCE LA SPESA PER GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI DI STELLANTIS

A Melfi sono oltre 5.300 i lavoratori in cassa integrazione straordinaria, affiancata da un contratto di solidarietà prorogato per altri dieci mesi fino al 26 giugno 2025. La ripresa delle attività è programmata per il 3 settembre, ma i volumi restano limitati (tra 300 e 600 veicoli al giorno, a fronte di una capacità ben superiore). Neanche lo storico stabilimento torinese di Mirafiori è immune alla crisi occupazionale. A giugno di quest’anno, Stellantis ha comunicato l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo che ha riguardato 610 lavoratori dello stabilimento, di cui 250 solo nelle carrozzerie. Lo scorso anno già 250 lavoratori erano finiti in cassa integrazione.

POMIGLIANO D’ARCO E ATESSA A MARCE RIDOTTE

A Pomigliano d’Arco, invece, a settembre dell’anno scorso circa 4 100 addetti sono stati coinvolti in un piano di cassa integrazione per un giorno a settimana. Le linee coinvolte producono molto al di sotto del potenziale. Basti pensare che in un turno si producono 270 unità di Alfa Romeo Tonale e Dodge Hornet, contro i potenziali 840. La “Pandina” arriva a 800 unità giornaliere su due turni, contro i tre potenziali. Nella fabbrica di Atessa, poi, da aprile a maggio 1.500 dei 4.900 dipendenti hanno beneficiato della cassa integrazione ordinaria a causa del calo produttivo (–16,6 % su base annua). Un periodo complicato anche per lo stabilimento di Cassino, che negli stessi mesi ha chiuso i battenti per qualche giorno, facendo ricorso alla CIG.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su