La proposta di legge però è simbolica: la produzione di petrolio si aggira intorno all’1%
La nuova Francia di Macron fermerà la produzione di petrolio sul suo territorio nazionale entro il 2040. Questo è quanto stabilito dal progetto di legge, presentato in consiglio dei ministri, che negherà la concessione di nuovi permessi di esplorazione e vieterà il rinnovo di concessioni già esistenti. La proposta è stata accolta con un plauso dal mondo ambientalista mentre è stata fortemente contestata dalle industrie petrolifere. In particolare, il ministro dell’Ambiente Nicolas Hulot – che nei mesi scorsi gia’ promise lo stop di diversi reattori nucleari
e l’addio al motore a scoppio – propone di vietare la produzione di idrocarburi in Francia e nei territori francesi d’oltremare.
Per il quotidiano Le Parisien, si tratta di “una promessa squisitamente simbolica” .
Il quotidiano francese infatti ha sottolineato che nell’arco del 2016 la produzione francese di idrocarburi ha rappresentato appena l’1% del consumi transalpini. Ad oggi sono 63 i siti petroliferi in Francia e circa 1.500 gli impieghi diretti.
Della stessa opinione Francis Perrin, ricercatore dell’Ocp Policy Centre – organizzazione indipendente con sede a Rabat. “La Francia non è un grande paese produttore di petrolio e gas” ha affermato Perrin, e la legge “non cambierà gli equilibri energetici globali”.
Le ragioni di questa nuova legge hanno a che fare con la volontà di rispettare gli obiettivi dell’accordo di Parigi per fermare il riscaldamento globale e con quella di limitare i rischi di inquinamento, soprattutto in mare, in caso di incidenti. La proposta di legge, inoltre, era uno dei punti del programma elettorale previsti da Macron nel corso della campagna presidenziale.