Pirani, segretario generale Uiltec, chiede di non abbassare la guardia sulle trivelle
“Resta in un cassetto la bozza di emendamento al decreto Semplificazioni che rischiava di dare il colpo di grazia alle attività petrolifere upstream in Italia, mettendo a rischio i piani di Eni ma anche di operatori esteri come Shell e Total”. È quanto riferisce Milano Finanza sottolineando che “sindacati e associazioni di categoria, dopo questo primo successo dovuto a una levata di scudi immediata e collettiva, restano in allerta”.
SI TEME BLITZ
“Si teme un blitz una volta che la mobilitazione pro-trivelle dovesse cessare e al Senato riprenderanno i lavori. (…) ‘Se quell’emendamento fosse stato presentato, avrebbe messo a rischio 20 mila lavoratori di Eni e dell’indotto tra Ravenna, Vai D’Agri e Gela, bloccando anche quel poco di produzione che è rimasta (circa 106 mila barili al giorno, ndr)’, spiega a MF-Milano Finanza Paolo Pirani, segretario generale Uiltec”, prosegue il quotidiano.
RIUNIRE TUTTE LE PARTI INTERESSATE
Prosegue Pirani: “’Appena una settimana fa abbiamo incontrato Claudio Descalzi, ad. dell’Eni, che ci ha confermato un piano di investimenti per l’Italia da 6 miliardi al 2023 ma già in quell’occasione erano emerse le preoccupazioni per l’upstream, frenato da un quadro normativo penalizzante. Ora il timore è che qualcuno ritiri fuori l’emendamento appena si saranno calmate le acque. Non possiamo abbassare la guardia’. Di qui la proposta di riunire tutte le parti interessate (Eni, i ministeri di Sviluppo Economico, Ambiente, Economia e Infrastrutture, associazioni di categoria come Assomineraria, i sindacati) coinvolgendo anche Palazzo Chigi”, ha concluso il quotidiano.