Skip to content
elettrica

Sull’auto elettrica troppi interventi “ideologici”

“Tanti sembrano non comprendere i rischi che corre l’industria italiana (fortunatamente molto più avanti di certi opinionisti) nel trattenere lo sviluppo, già ben consolidato in tanti paesi. O forse lo comprendono benissimo e confidano in qualche divinità che agisca”. Il commento di Dino Marcozzi*

La teoria del caos si applica perfettamente al caotico mondo dell’automotive italiano.
Ad esempio certi convegni realizzano dei perfetti “attrattori di Lorenz” per tutti quelli che ruotano in questo magico mondo e pensano di avere cose sensate da dire.
Prendiamo ad esempio il recente seminario “Vetture elettriche, combustibili alternativi e mix energetico: la loro evoluzione, organizzato da CAReGIVER e dal Politecnico di Torino.
Tra le perle ascoltate certamente vince questa (misericordiosamente tacciamo il nome del relatore): “(in Italia) le ibride, al contrario delle elettriche, hanno successo: le mild sono le più vendute, trascinate dalla Panda, che garantiscono una riduzione della CO2 quanto basta. Più consistenti le full hybrid, che non richiedono ricarica esterna della batteria e riducono la CO2 emessa in città dal 15% al 50%”
Questa dichiarazione permette di svolgere alcune riflessioni sui messaggi sottesi.
Cosa si intende per “quanto basta” di riduzione della CO2, meno del 15%? Dunque chi compra una full hybrid eccede nella riduzione di CO2 (figuriamoci quei matti che girano con le full electric, che devono pure ricaricare le batterie)?

Lo speech si inserisce naturalmente in una serie di interventi ideologici che ruotano nella solita avversione alle elettriche, contribuendo a diffondere la favoletta che dal 2035 possiamo comprare solo quelle, e nessuno lo ha mai detto. Come sempre, in nome di una supposta “neutralità tecnologica” si confonde l’obiettivo da tutti i governi UE accettato (neutralità carbonica nel 2050) con i mezzi per raggiungerla. Si pensi ad una pluralità tecnologica se se ne hanno capacità, mezzi ed economia competitivi, piuttosto che criticare che ha già raggiunto tali solidità.

Tanti sembrano non comprendere i rischi che corre l’industria italiana (fortunatamente molto più avanti di certi opinionisti) nel trattenere lo sviluppo, già ben consolidato in tanti paesi. O forse lo comprendono benissimo e confidano in qualche divinità che agisca.
Meglio forse evitare questi strani attrattori dogmatici e lasciare che l’industria ed il mercato facciano la loro parte
Ma soprattutto, quando si interviene su temi complessi quale la transizione ambientale, che trascina quella tecnologica, presso una sede importante quale il Politecnico di Torino, occorre prepararsi bene sugli argomenti affrontati, sulle tecnologie e sugli impatti dei cicli industriali.
Quanto bene?
Quanto basta.

*Dino Marcozzi è Ingegnere nucleare, laureato all’Università di Pisa, è entrato in Enel nel 1980 nell’area Generazione e Trasmissione di Roma. È stato Operation Manager nella centrale nucleare BWR di Caorso e Direttore di centrali termiche dal 1991 al 1998, fino a una taglia di 3 GW. Dopo un’esperienza nella Pianificazione e Controllo, nell’Ingegneria O&M e nella generazione distribuita, è stato responsabile degli approvvigionamenti di Enel Italia Generazione e Ingegneria e Costruzioni fino a settembre 2008. Dall’ottobre 2008 Dino ha ricoperto il ruolo di Chief Procurement Officer in Enel Green Power, azienda leader nel settore delle energie rinnovabili, seguendo lo sviluppo della struttura a matrice attraverso la centralizzazione e la gestione di un portafoglio di 3,5 miliardi di euro di Capex e Opex in 17 Paesi. In qualità di CPO Dino è stato membro del McKinsey European CPO Rountable, relatore in diversi congressi e convegni come ProcureCon e docente ai corsi del Master Internazionale di Procurement di Tor Vergata, membro del Consiglio di Amministrazione di EUFER e Slovenske Elektrarne. Dopo un’esperienza come Senior Advisor in McKinsey&Co, a maggio 2018 è stato Fondatore e Segretario Generale di Motus-E (prima piattaforma italiana di stakeholders nell’ecosistema della mobilità elettrica).

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su