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Superbonus

Superbonus, cosa (non) succede

Intesa Sanpaolo e Unicredit bloccano il mercato del Superbonus 110%. Fatti, numeri e scenari

Tempi durissimi per il Superbonus 110%, lo sconto in fattura per le ristrutturazioni istituito ai tempi della pandemia. Le banche italiane, a partire da Intesa Sanpaolo e Unicredit, sono pronte a sospendere l’accoglimento delle domande di cessione a meno di nuovi interventi governativi.

LA DECISIONE DI INTESA SANPAOLO

Secondo quanto annunciato, Intesa Sanpaolo non concederà la cessione di altri crediti collegati ai bonus edilizi relativi al 2021. Come già comunicato “ampiamente ai propri clienti e come previsto dalla normativa vigente, da aprile non è più possibile procedere con la cessione di ulteriori crediti collegati a interventi realizzati nell’anno passato”, afferma una nota dell’istituto.

L’istituto finanziario ha acquisito finora oltre 4 miliardi di euro di crediti fiscali collegati ai bonus edilizi.

COSA HA DECISO UNICREDIT

Anche Unicredit prende posizione. “Alla luce del nuovo quadro normativo che consente la seconda e la terza cessione solo a banche e assicurazioni, Unicredit sta riscontrando un elevato volume di richieste che potrebbero comportare il raggiungimento della massima capacità fiscale possibile per la cessione dei crediti. Alla luce di questo, Unicredit, che fino a oggi ha svolto un ruolo primario nel mercato italiano dell’Eco/Sismabonus e intende continuare a svolgerlo, ha avviato una valutazione interna per poter massimizzare tutte le risorse disponibili”, scrive l’Istituto.

PROBLEMI CON POSTE

Problemi anche con Poste, che ha riattivato la piattaforma di acquisto delle cessioni, dopo la sospensione seguente al Sostegni ter, fissando però importanti paletti. Confartigianato e Cna Lombardia, per esempio, indicano la riduzione da 500 a 150 mila euro dell’ammontare di crediti cedibili.

COSA E’ SUCCESSO

Facciamo un passo indietro. Come scrive Repubblica, a dare un duro colpo al mercato dei crediti fiscali, che attualmente risulta di fatto bloccato, è stato il decreto “Sostegni ter”, che, per ridurre le frodi, aveva impedito la circolazione delle agevolazioni derivanti da sconto in fattura o da cessioni, limitando di fatto gli acquisti da parte degli intermediari alla sola quantità che consente la compensazione con le imposte negli anni successivi.Un altro decreto aveva poi portato a tre i passaggi di mano possibili.

 

 

 

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