Per Tajani (presidente Parlamento Ue) e Barbagallo (Uil) non si può bloccare il progresso e pensare di non subire contraccolpi
La Tap? “Vogliamo chiuderla”. E poi ancora: “Inutile, vecchia e dannosa, valuteremo”. Infine: “Personalmente la ritengo un’opera inutile. Ma c’è un trattato ratificato da cinque anni. Dobbiamo prenderne atto. Come promesso, faremo una valutazione attenta e responsabile che arrechi il minor danno possibile ai cittadini”. Le dichiarazioni sono tutte delle ultime settimane e arrivano dal neo-ministro per il Sud Barbara Lezzi. In particolare quella finale in un’intervista in apertura al Mattino del 17 giugno.
IRONIA EX SOTTOSEGRETARIO BELLANOVA: LEZZI SCOPRE SOLO ADESSO L’ESISTENZA DI UN ACCORDO IN SEDE EUROPEA
Proprio sull’intervista al quotidiano aveva ironizzato la senatrice del Pd Teresa Bellanova: “Assisto con vero disincanto alla mutazione antropologica di alcuni tra i più veementi esponenti del Movimento 5Stelle. A proposito della Tap la neo ministra Lezzi scopre solo adesso l’esistenza di un accordo in sede europea tra Italia, Grecia, Albania, ratificato dal Parlamento nel 2013, di cui bisogna ovviamente tenere conto. Delle due l’una: o non seguiva all’epoca i lavori del Senato o ha preso in giro e gabbato per cinque anni sostenitori del Movimento ed elettori. Compresi quegli amministratori con cui a pochi giorni dalle elezioni sottoscriveva accordi per fermare la realizzazione dell’opera”.
ANCORA CAMBIO DI ROTTA TRA PORTA A PORTA E UN’INIZIATIVA CGIL A BARI
Pochi giorni prima il 13 giugno, nella sua prima apparizione a Porta a Porta, la Lezzi era stata coerente con quanto detto nell’intervista al Mattino: “Su Tap il nostro non è un no a prescindere. Faremo analisi costi-benefici e rifletteremo se ci potranno essere dei danni da pagare. In ogni caso faremo il bene del Paese”. Ma ecco che il 21 giugno di nuovo arriva un cambio di rotta: “Marcia indietro possibile? La strada è ancora possibile. Stiamo studiando in maniera approfondita tutti gli aspetti del trattato. Siamo al governo con un’altra forza politica con la quale ci dobbiamo confrontare. A questo scopo il comitato di conciliazione sarà indetto, credo entro l’estate, per valutare costi e benefici a carico degli italiani”, aveva precisato il ministro a margine di un’iniziativa Cgil a Bari raccolta dall’Agi. Sulla Tap e l’approdo a Melendugno (Le), il ministro aveva osservato che “per una serie di dati oggettivi” come “il consumo di gas dal 2005 anno di riferimento” i “picchi dei consumo” sono “in diminuzione e deve continuare così. Abbiamo fatto accordi con Europa che ci portano verso questa strada. C’è l’amministratore delegato di Enel che punta non sulla fase di transizione, ma direttamente alle rinnovabili che sono economicamente più vantaggiose. Se sostengo che Tap è un’opera inutile, perché inquina e prevede una cabina di depressurizzazione – concludeva il ministro Lezzi – non vedo perché devo appesantire un altro territorio come quello di Brindisi”.
ANCHE L’ESORDIO DEL NEO MINISTRO COSTA SUI CONSUMI DI GAS IN CALO (CHE IN REALTÀ NON CALANO)
Sui consumi italiani di gas si era espresso la settimana precedente il neo-ministro dell’Ambiente Sergio Costa che a Reuters aveva detto: “Il fascicolo Tap è sul tavolo e lo stiamo già affrontando, con priorità, considerando chiaramente che siamo al terzo giorno di lavoro appena. Il presupposto è che vista la strategia energetica, visti i consumi di gas in calo, quell’opera oggi appare inutile”. In realtà l’Italia vede il segno positivo sui consumi di gas da ben 13 trimestri consecutivi. Solo lo scorso anno, preso complessivamente nel 2017 i consumi sono aumentati del 6,1% rispetto al 2016 e di ben l’11,6% sul 2015, anno di rottura di una lunga tendenza di contrazioni. Per nove mesi il segno è stato positivo, con gennaio, stretto dal grande freddo, che ha segnato un +22%. Insomma lo scorso anno secondo le elaborazioni di Staffetta Quotidiana sui dati di Snam Rete Gas, in Italia si sono consumati quasi 74,7 miliardi di mc, 4,3 miliardi in più rispetto al 2016, ma ancora oltre 11 miliardi in meno (il 13,3%), rispetto al massimo di sempre del 2005 che lascia quindi ampi margini per ulteriori incrementi rispetto al periodo pre-crisi. E stesso discorso per i primi mesi di quest’anno, in base ai dati del Mise “tendendo presente che ogni singolo mese non è significativo perché su periodi così brevi sono sufficienti un paio di giorni più freddi o più caldi per sposare l’asse dei consumi”, scriveva Il Sole 24 Ore sottolineando che a gennaio c’è stato un forte calo con 8,8 miliardi di metri cubi (-20,8% rispetto al gennaio 2017) compensato da una crescita forte in febbraio, 8,9 miliardi di metri cubi pari a +11,9%. A marzo l’Italia ha bruciato 8,2 miliardi di metri cubi pari a una crescita record del +27,1%, ad aprile c’è stata una leggera riduzione dei consumi a 4,7 miliardi di metri cubi (-2,4% rispetto all’aprile 2017)”.
BARBAGALLO (UIL): NON POSSIAMO CREDERE DI FARE A MENO DI FONTI ENERGETICHE, SENZA SUBIRE CONTRACCOLPI
Da contraltare alle dichiarazioni del ministro arrivano qualche giorno fa quelle del leader Uil, Carmelo Barbagallo, dal palco del XVII congresso a richiamare il nuovo governo sui dossier di politica industriale del momento: “Un Paese che vuole avere una politica industriale e continuare ad essere il secondo Paese manifatturiero d’Europa non può “accettare il ridimensionamento o, addirittura, lo smantellamento della più grande azienda siderurgica europea”. Mentre su Tav e Tap “non possiamo restare fuori dalle grandi linee di comunicazione europea o snobbare la logistica. Ne’ tantomeno, possiamo credere di fare a meno di fonti energetiche, senza subire contraccolpi”.
TAJANI: SI DICONO COLOSSALI SCIOCCHEZZE PER BLOCCARE PROGRESSO
Ma la presa posizione più importante è arrivata nel fine settimana dal presidente, Antonio Tajani: Su Tav e Tap si dicono “colossali sciocchezze, si dicono cose solo guardando al piccolo contentino da dare ad una parte della popolazione. Siccome una parte della popolazione della Val Susa è contro la Tav, allora si fa una guerra alla modernizzazione. Il progresso deve essere rispettoso dell’ambiente, ma non possiamo nemmeno per questo bloccare il progresso”.