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Barbara Lezzi

Tap, la ministra Lezzi e l’asciugamano. Il nostro fact-checking

La Ministra per il Sud Barbara Lezzi ha provato ancora una volta a spiegare il suo No al Tap, progetto già ufficialmente approvato dal governo di cui fa parte con sigillo del Capo dello Stato. Il fact-checking di Annarita Digiorgio sulle affermazioni della Ministra Lezzi martedì in tv

Dopo essere stata la prima in assoluto tra i ministri 5Stelle ad aver rotto il tabù per cui non si confrontano mai con gli avversari, e aver avuto il coraggio di affiancarsi, reagire, controbattere e mettere nell’angolino un osso duro come Michele Emiliano che, vuoi per stazza vuoi per carattere finora si era sempre mangiato chiunque, ma non lei, un nuovo ministro è venuto alla ribalta dei riflettori che occupati dal presenzialismo spinto dei due vicepremier che sforano ogni delega e competenza, ha finora offuscato i colleghi di Governo.

E quindi martedì sera la Ministra del Sud era in prime time ospite sulla Sette a in Onda, per parlare anche del Tap. Tema per il quale è divenuta il bersaglio più colpito essendo lei stata eletta proprio perché storica attivista Notap. Durissime le contestazioni che ha ricevuto una settimana fa proprio all’università di Lecce dai suoi ex compagni di viaggio del Comitato che la accusavano di tradimento.

Esattamente come Di Maio per Ilva quindi, la nuova coraggiosa tattica dei ministri 5Stelle prevede che, se nella pratica smontano per ragion di governo tutte le posizioni storiche del movimento, nelle dichiarazioni tentano ancora di trovare escamotage conciliativi con la base del tipo “valuteremo costi benefici” o “abbiamo chiesto impegni migliorativi”.

E cosi Barbara Lezzi ha provato ancora una volta a spiegare il suo No al Tap, progetto che però ricordiamo essere già ufficialmente approvato dal governo di cui fa parte con sigillo del Capo dello Stato.

Analizziamo le ragioni che ha dato la Ministra Lezzi martedì in tv.

“Tap fa venire i tumori”. Falso!

A portare avanti questa teoria il prof. Serravezza citato dalla Lezzi in trasmissione. Il professore salentino ha condotto anche uno sciopero della fame perdendo 12 chili per affermarla. A smentirlo però furono illustri scienziati attivi da molti anni in battaglie per l’ambiente, tra cui l’ex direttore Arpa Puglia prof. Assennato e il presidente della Lilt prof. Schittulli. Non esiste alcuno studio che dimostri l’impatto dei gasdotti sulla salute. Anche perché, se così fosse, saremmo tutti ad alto rischio dal momento che tutta Italia è attraversata da oltre 30mila km di gasdotto (tutto su rete Snam) che arriva nelle nostre case tramite le normali condotte.

“La Cabina di pressurizzazione è pericolosa”. Falso!

Accertato che è un comunissimo tubo, che viaggia sottoterra, la Ministra Lezzi ha spostato l’allarme sulla cabina di pressurizzazione che secondo lei sarebbe a rischio incidenti o impatto emissioni. In realtà altro non è che un terminale di ricezione che in quanto tale non produce energia, ma è solo transito di gas. Quindi né trasformazione né stoccaggio, ma raccolta, misurazione e immissione nella rete nazionale. Dunque, a zero emissioni in atmosfera; salvo casi di eventuali fermate e ripartenze del terminale o repentine variazioni della pressione della rete, in ogni caso eventi eccezionali e per non più di 160 ore l’anno, il che vuol dire meno delle emissioni delle caldaie di un medio condominio. Notevolmente al di sotto dei limiti imposti, e sempre resi pubblici per legge.

“Muoiono gli ulivi”. Falso!

La ministra ha ripreso ancora la vecchia storia, smentita da centinaia di ricorsi, secondo cui per far spazio al cantiere Tap verrebbero uccisi gli ulivi. Ben 10mila secondo la Lezzi. In realtà saranno meno di duemila quelli estirpati, ma che verranno impiantati in serre speciali e reimpianti nei luoghi originari. Operazione comunemente effettuata in Puglia (la prima a fare ricorso!): ad esempio per la costruzione dell’ospedale di Fasano ora se ne sradicheranno 350 e solo per una condotta dell’acquedotto pugliese (di proprietà della Regione) lo scorso anno ne sono stati sradicati 2500. Tra l’altro parliamo di quei pochi ulivi rimasti vivi dopo che più o meno gli stessi protagonisti che vogliono difenderli dal violentatore Tap, li hanno fatti morire di xylella. E infatti paradosso dei paradossi proprio gli ulivi nel tragitto del gasdotto saranno gli unici che si salveranno dalla sputacchina. Questo perchè Tap li conserva in serre di cura in cui sta provvedendo a un trattamento con delle reti speciali che sono le uniche scoperte finora in grado di proteggere gli alberi dalla contaminazione (e il Comune di Melendugno è stato capace di fare ricorso, e perderlo, anche su questo). Oltre a finanziarie ricerche antixylella.

“Non si è discussa l’opera con i cittadini”. Falso!

Solo tra il 2012 e il 2014, anni precedenti alla presentazione del progetto, si sono svolti oltre 160 incontri con le istituzioni locali per individuare una proposta alternativa. Incontri che i diversi protagonisti – Tap, Snam, ministri, tecnici, istituzioni locali, da ultimo persino i delegati delle due banche europee che finanziano il progetto Bers e Bei – hanno continuato a organizzare fino a un mese fa, ma spesso deserti poiché i comitati locali lanciano intimazioni a chi partecipa.

“Il territorio non ci guadagnia nulla”. Falso!

Oltre alla strategicità dell’opera per cui ci guadagna non solo tutta Italia ma metà dei continenti (non a caso persino Trump ha detto che non si può rimandare) e tutti gli stati mediorientali cui arriverà il gas, rendendoci autonomi dalla Russia, ne guadagnano notevolmente i territori attraversati. Solo il Comune di Melendugno prenderà 500mila euro l’anno per tutta la durata della concessione. Oltre a tutte le opere e i progetti che Tap finanzierà per ricerche, università ed enti locali.

“Dobbiamo ancora valutare impatto ambientale”. Falso!

«Non si fermano i cantieri, né si sospendono i lavori perché grazie alle stringenti prescrizioni imposte, gli impatti ambientali del Tap sarebbero non significativi», parole del Ministro dell’Ambiente Costa, in commissione una settimana fa.

“C’è la posidonia e non si può fare”. Falso!

Anche a questa obiezione ha risposto il collega 5Stelle Ministro dell’ambiente Costa in commissione la scorsa settimana (ma i ministri fra loro si parlano?!?) confermando che non solo Tap si fa, ma che si fa a San Foca: “In particolare, si segnala che gli eventuali impatti del progetto sulla Cymodocea nodosa e sulla Posidonia oceanica sono stati verificati nel corso del procedimento di valutazione di impatto ambientale dalla Commissione VIA-VAS. In seguito ai vari rilievi svolti, è stato possibile valutare in maniera approfondita le caratteristiche ecologiche dei fondali interessati dai lavori all’exit point ed è stato prescritto a TAP di realizzare uno studio di dettaglio della dispersione del materiale dragato per definire le modalità ottimali per l’esecuzione dei lavori, al fine di proteggere le Praterie di Posidonia e di Cymodocea nodosa. Lo studio ha portato allo spostamento del punto di uscita del microtunnel, al fine di minimizzare le interferenze, in un’area in cui gli ultimi ciuffi sparsi di Cymodocea nodosa sono presenti «a distanze ben maggiori di 50 m, sia a sud che a nord dell’exit point», come indicato nel parere della Commissione VIA. Per quanto riguarda le componenti flora, fauna ed ecosistemi marini, la Commissione VIA ha, inoltre, considerato e valutato che i potenziali impatti associati alle emissioni sonore, alla sospensione e sedimentazione dei sedimenti, al disturbo fisico e visivo dei mezzi navali e alla perdita temporanea di habitat, siano classificati come non significativi. Evidenzia, infine, un miglioramento per la maggior parte di questi impatti, che risultavano Bassi nello Studio di Impatto Ambientale, a valle delle misure di mitigazione specificamente previste nel Progetto Costruttivo del Microtunnel e delle prescrizioni imposte. Per quanto riguarda l’espianto e il reimpianto degli ulivi, si richiamano le prescrizioni A.29 e A.44 del decreto di compatibilità ambientale inerenti la predisposizione di un piano di gestione delle modalità e delle mitigazioni da adottare nell’effettuazione di tali attività. A fronte del parere della regione Puglia e delle determinazioni della Commissione VIA/VAS, è stata determinata l’ottemperanza delle predette prescrizioni. Si precisa, inoltre, che il piano di gestione degli ulivi monumentali è stato sottoposto con esito positivo anche all’esame di una apposita Commissione Regionale di Tutela. In merito alle varie impugnative promosse dai diversi Enti territoriali e associazioni avverso i provvedimenti autorizzativi inerenti l’opera in questione, si evidenzia che i relativi procedimenti risultano in gran parte conclusi con sentenza di rigetto mentre per quelli ancora pendenti dinanzi i Giudici amministrativi competenti, si è in attesa di conoscerne l’esito”.

“Danneggia una zona turistica”. Falso!

È un tubo. L’abbiamo visto finora. Da domani, se lo fanno, non lo vedremo più.

“Io adesso voglio sfidare chiunque a stendere un asciugamano sopra un gasdotto”. Falso! A meno che dopo le scie chimiche abbiamo gli asciugamani sottomarini!!!

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