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Tap: trasportati in Europa nel 2021 oltre 8 miliardi di metri cubi, di cui 6,8 in Italia

Dall’avvio dei primi flussi, 8,1 miliardi di metri cubi standard hanno attraversato il confine greco-turco; di questi, circa 1,2 hanno alimentato i mercati di Grecia e Bulgaria e oltre 6,8 hanno raggiunto la spiaggia di San Foca e da qui la rete di trasporto italiana. Zero infortuni registrati.

Dal 31 dicembre 2020, giorno di avvio dei primi flussi di gas dall’Azerbaijan, al 31 dicembre 2021, Tap ha trasportato complessivamente in Europa oltre 8,1 miliardi di metri cubi standard. Di questi, oltre 6,8 hanno raggiunto l’Italia nell’entry point di Melendugno, mentre circa 1,2 hanno alimentato, attraverso il punto di interconnessione di Nea Mesimvria, il mercato interno greco e quello bulgaro.

LE PAROLE DI SCHIEPPATI

A questo proposito Luca Schieppati, Managing Director di Tap ha dichiarato: “Siamo molto orgogliosi dei risultati raggiunti. Nel corso dell’anno che si è appena concluso, TAP ha trasportato in totale sicurezza oltre 8 miliardi di metri cubi di gas naturale,contribuendo significativamente alla progressiva decarbonizzazione e al contenimento del rialzo dei costi dell’energia nei Paesi attraversati. Siamo altrettanto lieti di registrare zero infortuni lungo tutta l’infrastruttura, che si conferma essere strategica per la sicurezza degli approvvigionamenti dell’Italia e dell’Europa”.

IL MONITORAGGIO DEL PIANO AMIBENTALE

In Italia, nel rispetto del Piano di Monitoraggio Ambientale approvato dagli enti vigilanti, a partire da gennaio 2021 è stato inoltre avviato il monitoraggio della fase post-operam in tutte le aree interessate dall’infrastruttura.

Il monitoraggio, che non ha evidenziato anomalie rispetto a quanto precedentemente rilevato sia nella sezione offshore che in quella terrestre, ha l’obiettivo di verificare il clima acustico, la qualità dei terreni, l’efficacia delle operazioni di reimpianto delle piante rimosse e il grado di ricolonizzazione della vegetazione spontanea, i popolamenti ittici, lo stato dei fondi duri infralitorali e della Posidonia oceanica e, infine, lo stato di salute delle biocostruzioni reimpiantate. I risultati sono periodicamente condivisi con gli enti di controllo nel quadro della reportistica trimestrale del piano di monitoraggio approvato.

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