Il Tar del Lazio blocca le leggi regionali sulle aree idonee. Intanto, il ministro Fratin chiede alle Regioni di contribuire a creare un quadro normativo nazionale coerente e uniforme. Ecco dove si gioca la vera partita tra Governo e Tar
Il Tar del Lazio blocca le nuove norme delle Regioni sulle Aree Idonee per gli impianti rinnovabili. Infatti, le amministrazioni regionali attendono la sentenza del Tribunale sull’applicazione di alcune norme del decreto Aree Idonee per definire le leggi per individuare le zone dove possono essere costruiti gli impianti rinnovabili con iter autorizzativi accelerati. Ecco i punti principali su cui si gioca la partita del recepimento del dm Aree Idonee.
IL TAR DEL LAZIO BLOCCA LE LEGGI REGIONALI SULLE AREE IDONEE
Il recepimento del decreto sulle aree idonee non decolla a causa del Tar del Lazio. Infatti, il Tribunale amministrativo regionale deve pronunciarsi riguardo alcuni aspetti dell’applicazione del Dm. Nel frattempo, le amministrazioni regionali non vogliono sbilanciarsi. Solamente tre hanno già portato a termine gli iter normativi per il recepimento del DM Aree Idonee: Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo. Una menzione particolare merita ka Regione Umbria, che si distingue per la decisione di percorrere con convinzione la strada della gara per le concessioni idroelettriche, puntando sul modello delle società miste pubblico privato per coinvolgere le imprese energivore.
PICHETTO: AREE IDONEE NON PORTI A TROPPA FRAMMENTAZIONE
I numerosi rinvii del Tar preoccupano anche il Mase. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, teme infatti che questo ritardo complichi ancora di più la definizione di una normativa armonizzata a livello nazionale. È quanto suggeriscono le parole pronunciate ieri nel corso del convegno “Fotovoltaico e aree idonee: facciamo il punto”, organizzato da Luca Squeri e dall’associazione Italia Solare, nel corso di cui il ministro ha lanciato un appello alle Regioni affinché il dm aree idonee non porti a troppa frammentazione normativa nel Paese.
SOLARE AL CENTRO DEL CICLONE
A sollevare i maggiori dubbi tra le amministrazioni regionali è il solare. Le incognite principali riguardano la possibilità di installare impianti fotovoltaici in cave, aree dismesse e anche zone lungo autostrade, strade e ferrovie. Nel corso dello stesso convegno Andrea Andreuzzi, senior advisor di Confindustria per i temi dell’energia, ha sottolineato la necessità di ridurre le restrizioni sugli impianti fotovoltaici in aree agricole vicino alle zone industriali, sottolinea Il Sole 24 Ore. Questo permetterebbe alle imprese di realizzare impianti di autoconsumo in grado di assicurare un’adeguata fornitura di energia, secondo Andreuzzi.
Una posizione condivisa da Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare, il quale ha chiesto modifiche al decreto Agricoltura per permettere di di istallare pannelli sui tetti dei capannoni ma anche in aree agricole non utilizzate per le coltivazioni. La decisione del Tar, dopo mesi di rinvio, dovrebbe finalmente arrivare la prossima settimana, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore.
PICHETTO: SERVE MAGGIORE SICUREZZA DEL SISTEMA ELETTRICO PER EVITARE BLACKOUT
Il blackout che ha colpito nei giorni scorsi la Spagna è la dimostrazione dell’importanza di garantire sempre maggiore sicurezza del sistema elettrico. È quanto ha sottolineato ieri Gilberto Pichetto Fratin nel corso del convegno. Il ministro ha poi rassicurato l’audience sottolineando che, a suo avviso, un evento di tale portata oggi non potrebbe accadere in Italia.
RINNOVABILI: IL TAR ACCOGLIE IL RICORSO DELL’ANEV SUL DM AREE IDONEE
“Finalmente pubblicata la sentenza del TAR Lazio che dà ragione alle censure avanzate dall’ANEV relativamente all’emanazione del DM Aree Idonee. In data odierna, dopo una lunga attesa, il TAR Lazio ha accolto molti dei motivi di ricorso dell’ANEV, e annulla l’articolo 7, commi 2 e 3, del decreto ministeriale del 21 giugno 2024 con obbligo, per le amministrazioni ministeriali resistenti, di rieditare i criteri per la individuazione delle aree idonee e non idonee alla installazione di impianti a fonti rinnovabili”, scrive la stessa Anev in una nota. “In sostanza sono stati riconosciuti come validi i motivi che l’ANEV aveva anche pubblicamente segnalato come fortemente lesivi della libera attività imprenditoriale degli operatori da Fonti Rinnovabili e quindi annulla parte del Decreto e ne dispone la riformulazione da parte del MASE nel rispetto dei criteri che l’ANEV aveva segnalato. Infatti il DM riformulato dovrà contenere elementi di omogeneità per le varie Regioni, l’ANEV aveva fortemente contestato la troppa delega lasciata alle stesse, nonché dovranno essere tenuti da conto i criteri di legge già definiti, che invece le Regioni potevano decidere di applicare o meno”, prosegue la nota.
“Da un punto di vista formale il TAR Lazio, con sentenza n. 9155 del 13 maggio 2025, ha indicato in 60 i giorni dalla notifica della sentenza per dare attuazione ai criteri da seguire e le stesse Regioni a loro volta dovranno rimodulare i propri provvedimenti a valle del nuovo Decreto. L’ANEV nell’esprimere apprezzamento per la conferma delle proprie censure rappresentate nel ricorso e largamente accolte dal Giudice Amministrativo, non può che constatare con rammarico come il settore sia spesso attraversato da provvedimenti che poi vengono dichiarati illegittimi con grave danno per le aziende del settore, ma ancor più per il ritardo nel raggiungimento della transizione energetica in corso”, ha concluso la nota Anev.