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Energia

Transizione 5.0, terre rare e auto: cosa c’è sui giornali di oggi

Da oggi online la piattaforma gestita dal GSE, il decreto Materie prime è legge, una nuova versione dell’ecobonus per il triennio 2025-2027: la rassegna dei giornali

TRANSIZIONE 5.0, AL VIA IL PORTALE PER PRENOTARE I CREDITI D’IMPOSTA

Da oggi parte il piano Transizione 5.0. Sarà online la piattaforma telematica gestita dal Gse (Gestore dei servizi energetici), a completamento di un iter particolarmente lungo. (…) Nella Gazzetta Ufficiale di ieri è stato pubblicato il decreto del ministero delle Imprese e del made in Italy, d’intesa con l’Economia e sentito l’Ambiente e sicurezza energetica, che fissa le regole attuative. Contemporaneamente un decreto direttoriale dispone a partire dalle 12 di oggi il via alla piattaforma, accessibile tramite Spid al sito www.gse.it, sulla quale saranno disponibili i modelli per compilare le certificazioni e gli attestati richiesti. È quanto si legge su Il Sole 24 Ore di oggi.

I crediti d’imposta 5.0 riguardano progetti di innovazione che garantiscono un determinato risparmio energetico (almeno il 3% di riduzione dei consumi della struttura produttiva oppure almeno il 5% dei consumi dei processi interessati all’investimento) e saranno concessi entro il tetto di spesa di poco meno di 6,3 miliardi di euro. Saranno ammissibili ai benefici, retroattivamente, i progetti avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025 .

(…)

Le spese agevolabili includono i beni strumentali materiali e immateriali già agevolati con il piano Transizione 4.0 e, nell’ambito del medesimo progetto di investimento, le spese per impianti finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e quelle per formazione su tecnologie per la transizione digitale ed energetica (nel limite del 10% degli investimenti in beni strumentali e impianti energetici) e comunque entro il tetto di 300mila euro.

L’articolo 12 del decreto regola la procedura per l’accesso al credito d’imposta. L’impresa interessata deve innanzitutto trasmettere una comunicazione preventiva con le informazioni sul progetto e l’importo del credito d’imposta potenzialmente spettante, corredata da una certificazione ex ante (una perizia asseverata) sugli obiettivi di risparmio energetico. Il Gse, fatte le verifiche, anche sull’esistenza di risorse residue, entro cinque giorni comunica all’impresa l’importo del credito d’imposta prenotato, anche a copertura parziale, ferma restando la successiva integrazione nel caso di nuova disponibilità di risorse. Entro 30 giorni dalla ricezione della comunicazione dell’importo del credito d’imposta prenotato, l’impresa deve poi trasmettere una comunicazione intermedia sugli investimenti, in cui si attesta che tramite acconto è stato speso almeno il 20%, conclude il quotidiano

TERRE RARE, L’ITALIA HA DECISO DI RIAPRIRE LE MINIERE

Il decreto Materie prime è legge. Dopo il via libera della Camera, anche il Senato ieri ha approvato in via definitiva il ddl. Così l’Italia, ha detto il ministro delle Imprese Adolfo Urso, «è all’avanguardia in Europa nel garantire le materie prime critiche necessarie per accelerare la transizione digitale e verde». Il provvedimento accoglie il regolamento Ue 1252/2024 (Critical Raw Materials Act) sull’approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime critiche e strategiche, che si trovano in poche riserve molto limitate ma sono esposte a un approvvigionamento elevato con una domanda in continuo aumento. L’Europa ne ha elencate 34, tra queste litio, nichel, rame, titanio metallico, tungsteno, fosforo, fosfato, gallio, bauxite, manganese, magnesio, arsenico, carbone metallurgico, cobalto.

Oggi l’estrazione dei minerali critici in Italia è quasi inesistente, cosa che la rende quasi del tutto dipendente dai mercati esteri. Il decreto prevede il rilancio delle miniere italiane con procedure semplificate per gli iter autorizzativi (massimo 18 mesi) e per centrare gli obiettivi europei, che prevedono tra l’altro un import per singolo Paese inferiore al 65%. Sarà l’Ispra ad elaborare un Programma nazionale di esplorazione da aggiornare ogni 5 anni. Una mappatura dell’Istituto ha contato 22 miniere di materie critiche in Italia, di queste quella di fluorite (usata nell’industria di vetro, acciaio, alluminio, elettronica e refrigerazione) di Genna Tres Montis, vicino Cagliari, che, terminata la ristrutturazione, riprenderà la piena produzione e diventerà una delle più importanti d’Europa. Lo riporta Il Corriere della Sera.

AUTO, DAL 2025 L’ECOBONUS SARÀ PRO MADE IN EUROPE

Una nuova versione dell’ecobonus per il triennio 2025-2027 e un accordo con il gruppo cinese Dongfeng Motors per uno stabilimento di auto elettriche in Italia. Sono le carte che il ministero delle Imprese e del made in Italy giocherà oggi, al tavolo sull’automotive, con le associazioni di categoria, in attesa di uscire dall’impasse con Stellantis sull’intesa per aumentare a 1 milione di veicoli la produzione negli impianti nazionali. È quanto si legge su Il Sole 24 Ore di oggi.

Oggi si inizierà a discutere del nuovo schema di incentivi, che il governo vorrebbe mutuare dal modello francese. Parigi, ai fini dell’incentivazione delle auto elettriche, ha iniziato a calcolare le emissioni su tutto il ciclo di vita dell’auto (considerando ad esempio quelle in fase di produzione e trasporto) e non solo sullo scarico finale, in questo modo delimitando fortemente la gamma di modelli asiatici, e cinesi in particolare, ammessi al bonus. Ne è scaturito un riequilibrio delle quote di mercato e un assist a tutta la filiera francese. Uno schema simile, pure con le dovute differenze, è allo studio del Mimit, con l’obiettivo di produrre come effetto collaterale un volano per la componentistica italiana, fortemente legata a Stellantis ma anche agli altri grandi produttori made in Europe.

Sul tavolo di oggi ci sarà anche un primo confronto sulla possibile ripartizione dei 3 miliardi che il Fondo automotive ha in pancia per il prossimo triennio. Quanto dovrà andare agli incentivi alla domanda e quanto invece alla filiera? Molto dipenderà dagli impegni di Stellantis ma anche della stessa Dongfeng, se si concretizzeranno quelle «trattative avanzate» di cui parla il governo, impostate già diversi mesi fa e oggetto del recente incontro a Pechino del ministro Adolfo Urso con i vertici della società, conclude il quotidiano.

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