In Sudafrica l’abbandono del carbone minaccia 120mila posti di lavoro, secondo una stima del centro di ricerca TIPS
Secondo una stima dell’istituto di ricerca sudafricano Trade & Industrial Policy Strategies (TIPS), in Sudafrica la transizione verso le fonti rinnovabili per la generazione di energia elettrica mette a rischio circa 120mila posti di lavoro nelle miniere di carbone e nelle centrali.
IL CARBONE “LASCERÀ UN VUOTO ENORME”
La transizione energetica minaccia in particolare quelle zone dove si concentra l’estrazione del carbone: parliamo di quattro aree, abitate da oltre 2,3 milioni di persone. Nella municipalità di Emalahleni, ad esempio, il carbone e la relativa filiera rappresentano quasi il 45 per cento dell’economia locale. L’abbandono del carbone “lascerà un vuoto enorme”, ha detto Muhammed Patel, economista di TIPS. È un tema fondamentale per il Sudafrica, visti i nostri alti livelli di disoccupazione, disuguaglianza e povertà”.
PRESSIONI PER LA CHIUSURA DELLE CENTRALI A CARBONE
Il Sudafrica genera quasi tutta la sua energia elettrica dalle centrali a carbone di Eskom (azienda sudafricana di servizi pubblici) che si trovano nella provincia orientale di Mpumalanga, dove si trova la municipalità di Emalahleni. Ci sono delle pressioni per la chiusura di questi impianti e per il passaggio all’energia solare: il Sudafrica emette infatti la stessa quantità di emissioni di gas serra del Regno Unito, che però ha un’economia otto volte più grande.
UNA TRANSIZIONE SOSTENIBILE, ANCHE PER L’OCCUPAZIONE
Come si ripete spesso, anche in Italia, la transizione energetica non dovrà essere sostenibile soltanto sul piano ambientale, ma anche su quello dell’occupazione. Le miniere di carbone e le centrali richiedono maggiore forza lavoro rispetto agli impianti per le rinnovabili.
Nel caso sudafricano, la provincia di Mpumalanga avrà difficoltà nella riconversione al fotovoltaico dato che altre zone possiedono caratteristiche climatiche più favorevoli all’installazione di parchi solari. La provincia del Capo settentrionale, ad esempio, non è molto abitata, ha un clima più arido e un soleggiamento maggiore.
Il sindacato sudafricano dei minatori, il NUM, già prevede che il passaggio ad un’economia a basse emissioni di carbonio avrà un impatto sulla classe operaia, sulle relative famiglie e sulle intere comunità nelle aree più esposte.