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Chi Contesta E Chi Applaude La Mossa Dell'Antitrust Contro Le Società Di Energia

A che punto è la decarbonizzazione in Italia. Il punto del ministro Pichetto Fratin

 
Che cosa ha detto il capo del Mase sulla transizione elettrica, il Dl Energia, la mossa europea sulle auto Euro 7

E’ stata una mattinata densa di appuntamenti quella appena trascorsa per il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Ecco le sue dichiarazioni che hanno fatto il punto sullo stato dell’arte della transizione energetica italiana.

PERCHE’ LA TRANSIZIONE E’ (ANCHE) ECONOMICA

“La natura del ritardo in Italia della transizione verso le auto elettriche è un fatto principalmente di ordine economico perché il salario medio italiano avrebbe bisogno di un’integrazione almeno del 50 o 60% per essere alla pari del salario tedesco”. Secondo Pichetto, che ha parlato così intervenendo all’Automotive Business Summit 2023 organizzato dal Sole 24 Ore, “si dovrebbe di fatto avere un incentivo, una contribuzione pubblica per l’elettrico di dimensioni, triple, quadruple rispetto all’attuale stanziamento che, però, fa parte del bilancio del mio ministero precedente, il Mimit”.

Sul punto, il ministro ha ricordato che “noi abbiamo anche un bilancio dello Stato che non può permettersi interventi di questo genere, quindi il percorso è quello che riguarda il sistema industriale, il sistema produttivo per arrivare a dei prezzi che siano compatibili con il mercato”. Citando poi l’esempio spagnolo, per Pichetto Fratin lì “non tira così tanto l’elettrico perché naturalmente se il mezzo costa 70.000, 80.000, 60.000 euro con un salario medio di 1.200 euro vuol dire che ci vorranno 4 o 5 anni di lavoro per raggiungere quell’obiettivo”. Ecco allora che servono: tempo, salari, cultura. “Peraltro, nel piano nazionale integrato energia e clima, io ho previsto sei milioni al 2030 perché sono convinto che andando avanti ci sarà una crescita molto più accentuata”, ha quindi ricordato il numero uno del Mase.

I RITARDI DELL’ITALIA

Andando poi al nostro Paese più nello specifico, per Pichetto Fratin “la natura del ritardo” in termini di passaggio complessivo verso le auto elettriche “è un fatto principalmente di ordine economico, perché il salario medio italiano avrebbe bisogno di un’integrazione almeno del 50% o 60% per essere alla pari del salario tedesco e quindi si dovrebbe di fatto avere un incentivo, una contribuzione pubblica, per l’elettrico di dimensioni, triple, quadruple rispetto all’attuale stanziamento”. Una transizione, appunto, economica. Ma anche energetica: Pichetto si è detto “convinto che l’elettrico sia la strada principale da percorrere, perché il motore elettrico ha sette volte pezzi in meno dell’endotermico, perché è più facile da fare e tutto nel mezzo elettrico ha una serie di condizioni di vantaggio”. Ma poi ha aggiunto che “ci sono dei percorsi anche sul motore endotermico”.

LE MOSSE DELL’UE SULLA TRANSIZIONE E GLI EURO 7

In ambito europeo, invece, il ministro ha dichiarato di aver “apprezzato il fatto che finalmente il Parlamento europeo, con una scelta razionale, non ideologica, abbia condiviso quella che è stata la posizione del Consiglio europeo, quindi dei 27 ministri. Noi ne abbiamo discusso a lungo, abbiamo tentato di fare un ragionamento il più realistico possibile”.

Ricordando che “quello di Euro 7 è un percorso che era nato prima del Fit for 55 e quindi, di fatto, determinava quasi un obbligo di andare a produrre un bene molto costoso sapendo già che quel bene nasce già moribondo”, il ministro ha spiegato che “era necessario un intervento un po’ più realistico, un po’ più modulare”. Quanto ai biocarburanti: “Dobbiamo arrivare alla neutralità nel 2050. È un impegno che il nostro Paese ha assunto”.

LO STATO DELL’ARTE DELLA DECARBONIZZAZIONE

Il tema che tutto comprende, ovviamente, è quello della decarbonizzazione, della riduzione delle emissioni. E ”il gas è l’accompagnamento che noi diamo” in questo senso, ha specificato Pichetto parlando alla Lpg Week  in corso a Roma. “Un percorso che accompagnerà i prossimi 30 anni”.

I discorsi devono essere allora portati avanti anche sul territorio, oltre che a livello politico e più alto in termini istituzionali e operativi. Per il ministro, è “necessario avere un ragionamento organico e Infatti avrò a breve un incontro con le regioni per trovare delle soluzioni percorribili e condivise”. Ad esempio, “la pianura Padana con montagne a nord, a sud, ad ovest e il vento che soffia dall’Adriatico è una realtà difficile” e è “l’area più grande area d’Europa col problema delle polveri sottili”. Qui, allora, serve “un’azione da fare in modo serio, realistico, anche accelerato, ma non in modo estemporaneo”. Intervenendo anche alla kermesse “La Sicilia verso il Green” all’Istituto nazionale di Fisica nucleare di Catania, il ministro ha detto che “l”impegno di limitare l’aumento della temperatura terrestre di un grado nel 2030 ci impone un percorso che include le energie rinnovabili che devono essere una opportunità per il Paese, ma soprattutto per la Sicilia visto il ruolo che occupa.  Non possiamo non sottolineare l’opportunita’.di diventare capofila nell’economia del futuro che arriva dal sole, dal vento e dall’idrogeno. Una enorme possibilita’ di sviluppo per quest’Isola se si inizia a ragionare in un’ottica condivisa tra Stato, Regione e Comuni. Tutto infatti deve passare dalla regolarizzazione, ovvero la necessità di fornire regole chiare alle esigenze dell’utenza siciliana. Penso a fonti rinnovabili, agri-solare, agri-voltaico e comunità energetiche; idrogeno verde e energia a induzione e, chissà, in un futuro, anche il nucleare di quarta generazione”.

Insomma: “Per la Sicilia c’è una grande opportunità di crescita interna. Questa è l’opportunità per la Sicilia. Dobbiamo capire che il cambiamento climatico deve essere per il nostro paese un veicolo per crescere. L’Italia da trasformatore ha una grande opportunità e dobbiamo arrivare prima degli altri”. Senza ideologismi “eccessivi”.

“Con il fotovoltaico non possiamo reggere la produzione della ceramica, del vetro, le cartiere o l’acciaio”, ad esempio. “Possiamo fare tanto, ma dobbiamo trovare percorsi con modelli energetici diversi”.

DL ENERGIA: SI CHIUDE OGGI?

Infine, rispondendo sempre alla Lpg Week sul Dl Energia, Pichetto Fratin ha detto che “si tratta di chiudere oggi. Vediamo se ci sono le condizioni per portarlo”

E parlando anche al convegno ‘Industria 5.0’ in corso a Roma, ha annunciato che “a giorni arriverà un decreto nel quale saranno contenute anche delle norme che riguardano il sistema degli energivori”.

 

– Leggi anche: Tutti gli scenari sul mercato tutelato dell’energia

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