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Tassonomia Ue

Transizione, Spinant annuncia atto su tassonomia entro fine anno

Continua il rimbalzo di dichiarazioni dai palazzi dell’Ue sull’approvazione del documento che stabilirà la differenza tra investimenti sostenibili e non nel percorso della transizione energetica.

“La nostra intenzione è di presentare un atto complementare delegato sulla tassonomia prima di fine anno”. A ribaltare ancora il fronte sulla delicata questione della tassonomia è la vice portavoce capo della Commissione Ue. Diana Spinant, infatti, con queste parole ha rivelato un qualcosa di ben diverso rispetto a quanto detto soltanto ieri dal commissario europeo per l’ambiente Virginijus Sinkevicius in una conferenza stampa. “Molto probabilmente avremo una discussione domani al college, che poi porterà all’approvazione del prossimo anno”, aveva infatti dichiarato Sinkevicius.

GLI SCENARI

Sulla Reuters di ieri si leggeva poi che “inizieremo il processo quando si tratterà della proposta sulla tassonomia prima della fine dell’anno”, aveva rivelato un portavoce della Commissione europea in un briefing regolare.

Non è chiaro, quindi, cosa e quando potrà succedere. Spinant ha parlato di proposta di un atto, Sinkevicius di approvazione, per l’anno che verrà. Resta che la tassonomia divide i paesi membri. “La Commissione ha lavorato per superare le spaccature tra gli Stati membri dell’UE, che non sono d’accordo sul fatto che il gas e il nucleare aiutino o danneggino i tentativi di evitare disastrosi cambiamenti climatici. Il vertice dell’UE del 16 dicembre non è stato in grado di concordare un testo sulle questioni energetiche, in parte a causa di una disputa sul ruolo del gas e del nucleare nella tassonomia” scrivono Euractiv e Reuters.

I TEMI

Leggendo dai due portali, il gas e il nucleare sono i temi che fanno più discutere i governi. Sul nucleare, ad esempio, da un lato si schierano Francia, Repubblica Ceca, Polonia e Bulgaria. Contrari per i pericoli delle scorie sono, invece, Germania, Lussemburgo ed Austria. “La tassonomia dell’UE non vieterà gli investimenti in attività non etichettate come “verdi”. Ma limitando l’etichetta verde a quelle attività ritenute veramente rispettose del clima, l’UE mira a indirizzare il denaro verso progetti a basse emissioni di carbonio e impedire alle aziende o agli investitori di fare affermazioni ambientali infondate” chiude Euractiv.

 

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