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Transizione 5.0

Transizione 5.0 a secco. La forte accelerazione esaurirà anche i fondi di Industria 4.0?

In poche settimane la corsa agli incentivi del piano Transizione 5.0 ha bruciato le risorse disponibili. Le aziende si preparano ora a sfruttare le ultime opportunità offerte da Industria 4.0

Transizione 5.0 continua a spopolare e l’esaurimento delle risorse ha provocato una reazione a catena che ha investito anche Industria 4.0. Anche questa misura rimarrà presto a secco?

TRANSIZIONE 5.0 SPOPOLA TRA LE IMPRESE

La corsa a Transizione 5.0 non si arresta. Da sabato a ieri le aziende hanno presentato sulla piattaforma del GSE 742 nuovi progetti, secondo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per un valore complessivo di 231.084.152,50 euro. Complessivamente, parliamo di 13.203 progetti, per un ammontare di circa 2,9 miliardi di euro. Le imprese interessate hanno tempo fino al 31 dicembre per presentare domande e le richieste saranno valutate secondo l’ordine cronologico. Dal 1° gennaio, poi, sarà operativo il nuovo Transizione 5.0, previsto dalla Legge di Bilancio, con una dotazione di 4 miliardi di euro per il 2026.

TRANSIZIONE 5.0 CHIUDE E LE IMPRESE PUNTANO SU INDUSTRIA 4.0

La chiusura improvvisa del piano Transizione 5.0 ha avuto un duplice effetto. Da una parte, ha scatenato la dura reazione delle imprese e dei consulenti, che hanno accusato i ministeri competenti di una gestione “caotica e pasticciata” delle politiche industriali e di danno economico. Al tempo stesso, le aziende hanno incominciato a guardare con sempre maggiore interesse a Industria 4.0. Una forte accelerazione che fa prevedere “un prossimo esaurimento anche delle risorse destinate a tale misura”, secondo il Mimit.

TUTTO SU INDUSTRIA 4.0

Il Piano Nazionale Industria 4.0 mira a promuovere la digitalizzazione e il rafforzamento competitivo del tessuto produttivo italiano. Le misure messe in campo sono diverse: incentivi fiscali per gli investimenti in startup e PMI innovative, super-ammortamento del 40% del valore della spesa in nuovi macchinari, iper-ammortamento del 150% del valore degli investimenti in beni strumentali, credito d’imposta del 50% su spese in Ricerca e Sviluppo fino ad un tetto massimo di 20 milioni di euro annui, Patent Box con una riduzione del 50% degli oneri fiscali sul reddito derivante dall’uso diretto o indiretto di beni immateriali quali brevetti industriali, disegni e modelli industriali.

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