Tregua tra Governo e Stellantis, piano auto in arrivo a giugno, Urso annuncia attuazione Transizione 5.0 entro giugno, allarme di Confindustria su dl agricoltura per produzione di rinnovabili. La rassegna stampa
Sembra essere tornata la pace tra il Governo e Stellantis. Il ministro Urso vuole chiudere il piano per il rilancio della produzione automotive nazionale entro la fine di giugno. Sempre a giugno dovrebbe partire il piano Transizione 5.0, nei piani dello stesso ministro delle Imprese e del Made in Italy. Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, lancia l’allarme: il dl Agricoltura limita l’uso del suolo agricolo per l’istallazione dei pannelli fotovoltaici» e questo impatta «negativamente sulla produzione di energia rinnovabile necessaria a soddisfare gli obiettivi di decarbonizzazione competitiva delle imprese industriali.
URSO, ENTRO GIUGNO ATTUAZIONE PIANO TRANSIZIONE 5.0
“Crediti d’imposta. Incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy con il presidente di Confindustria Emanuele Orsini. Il ministro prospetta un’apertura ai settori energivori finora esclusi per effetto dei vincoli Ue. Entro giugno verrà attuato il piano Transizione 5.0, finanziato con 6,3 miliardi del Pnrr. Il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, al termine dell’incontro al ministero con il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, fissa un termine per rassicurare il sistema produttivo confermando che il decreto attuativo è in fase di trasmissione agli altri ministeri interessati, ministero dell’Economia e ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica”, si legge sull’edizione odierna de Il Sole 24 Ore.
“(…) Contestualmente il ministero conta di rendere operativa la piattaforma telematica per la gestione dei crediti d’imposta e per il controllo dell’andamento della misura. «Credo che entro il mese di giugno sarà tutto pienamente definito – prevede Urso – le imprese possono programmare i loro interventi e i loro investimenti per la seconda parte dell’anno»”, continua il quotidiano.
“(…) Ci sarà tempo solo fino al termine del 2025, data entro la quale le imprese dovranno non solo aver completato l’acquisto del bene strumentale incentivato ma anche, probabilmente, aver provveduto a metterlo in funzione e a interconnetterlo con il sistema di gestione della produzione o con la rete di fornitura. Quest’ultimo aspetto dovrebbe essere chiarito proprio con il decreto attuativo”, continua il quotidiano.
“(…) In linea generale, Urso ha parlato ieri di «un primo incontro costruttivo e propositivo con la nuova presidenza di Confindustria, su cui ho riscontrato la condivisione dell’associazione sugli obiettivi di politica industriale nazionale ed europea». Nell’incontro con Orsini, il titolare del Mimit è tornato a parlare di priorità che dovrà avere la prossima Commissione Ue, cioè «la sicurezza economica dell’Europa in materia di energia, materie prime e difesa, in un contesto globale in cui insistono sempre maggiori fattori di rischio»”, aggiunge il giornale.
RINNOVABILI, CONFINDUSTRIA: INDUSTRIA PENALIZZATA DA STOP SOLARE, ENERGIA COSTA DOPPIO UE
“(…) Il decreto Agricoltura «limita l’uso del suolo agricolo per l’istallazione dei pannelli fotovoltaici» e questo impatta «negativamente sulla produzione di energia rinnovabile necessaria a soddisfare gli obiettivi di decarbonizzazione competitiva delle imprese industriali». Aurelio Regina, delegato di Confindustria per l’energia, in audizione presso la commissione industria del Senato per la conversione del decreto, ha rappresentato l’impatto del provvedimento sulle imprese industriali italiane”, si legge sul quotidiano di Confindustria.
Confindustria teme che “(…) questa limitazione, riducendo la possibilità di istallare i grandi impianti fotovoltaici cosiddetti “utility scale” che hanno costi minori di realizzazione, possa far impennare il prezzo dell’energia in Italia. Non solo: lo stop a quel tipo di impianti frenerebbe anche la possibilità per le imprese di realizzare impianti rinnovabili ai fini dell’autoconsumo. Un percorso virtuoso che sta impegnando il comparto con 12 miliardi di investimenti”, spiega Il Sole 24 Ore.
“(…) Regina ha ricordato come l’Italia abbia «un forte sbilanciamento sul gas naturale». In Italia «siamo agganciati nella formazione del prezzo medio dell’energia elettrica al prezzo del gas, questo rispetto ad altri paesi determina uno svantaggio competitivo. Lo è stato in misura significativa quando il prezzo del gas ha sfondato i 300 euro a megawattora e lo è anche adesso che è tornato più o meno nei limiti ante 2019. In questi giorni il divario sta di nuovo aumentando, perché è ripresa una curva di crescita del prezzo del gas sul Ttf. Questo rappresenta la vera mina alla competitività del sistema industriale e ci vuole una particolare attenzione a tutte le possibilità che noi abbiamo per ridurre il prezzo dell’energia, tra cui lo sviluppo delle rinnovabili»”, si legge sul quotidiano.
“(…) Il delegato di Confindustria ha avanzato due proposte di modifica del decreto, rispettandone il principio generale. Regina ha chiesto di «prevedere un’ulteriore eccezione a fianco di quelle già previste dalla norma, stabilendo che la norma di limitazione all’uso del suolo agricolo per l’installazione di impianti fotovoltaici a terra non si applichi ai progetti finalizzati all’autoproduzione di energia rinnovabile, anche a distanza, da parte delle imprese industriali o da soggetti terzi con cui le stesse sottoscrivono contratti di approvvigionamento a termine». Questo consentirebbe di dare attuazione al decreto Energy Release, approvato dal governo a novembre, che permette alle imprese di utilizzare energia rinnovabile a costi più contenuti a fronte di investimenti per dotarsi di impianti rinnovabili per l’autoconsumo. I 12 miliardi di investimenti citati sopra”, continua il giornale.
AUTO, PACE STELLANTIS GOVERNO, PIANO A GIUGNO
«Siamo finalmente sulla strada giusta, è cambiato il clima, abbiamo fatto bene a fare pressioni sull’azienda». I toni, rispetto a quelli di qualche settimana fa, si sono smorzati. Le parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sono più concilianti: «Un accordo di sviluppo dell’auto potrà essere siglato già a giugno a Palazzo Chigi dopo gli ultimi approfondimenti tecnici sulle indicazioni ricevute dai sindacati». Il ministro parla dopo i due tavoli di ieri dedicati alle fabbriche di Pomigliano, dove la produzione della Panda arriverà almeno fino al 2029, e Cassino. E soprattutto dopo l’incontro tra l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, e i leader dei sindacati metalmeccanici a Torino. Confronto dove il manager portoghese ha annunciato l’arrivo della 500 ibrida a Mirafiori, nel 2026, e di una versione ibrida della Jeep Compass a Melfi”, si legge sull’edizione odierna de La Repubblica.
“(…) «Le prospettive sono positive e con i nuovi modelli per Mirafiori e per Melfi siamo finalmente sulla strada giusta», dice Urso. È scoppiata la pace tra governo Meloni e Stellantis? Meglio definirla una tregua, forse più solida di altre, ma i rapporti in questi mesi sono stati altalenanti, soprattutto quando si è parlato dell’italianità delle vetture e della produzione”, scrive il quotidiano.
Il ministro Urso vuole “(…) chiudere l’accordo entro la fine di giugno con la convocazione del tavolo a Palazzo Chigi». Intesa che si poggia sull’obiettivo di ritornare, entro il 2030, a 1 milione di veicoli fatti in Italia. In cambio il governo dovrà mettere sul tavolo sgravi sui costi dell’energia, potenziare la rete di colonnine e prevedere nuovi ammortizzatori sociali per sostenere la transizione”, continua il quotidiano Gedi.
“(…) La cordata Gruppioni-Marchesini–Stirpe avanzerà una proposta vincolante che il ministero è pronto a vagliare. Offerta alternativa a quella di Seri Industrial, che non convince i sindacati, per gli stabilimenti di Bologna e di Flumneri (AV), dove in tutto lavorano poco meno di 500 addetti”, si legge sul giornale.