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Gas

Turchia, Grecia, Libia e Ue: tensioni nel Mediterraneo su petrolio e gas

La compagnia petrolifera e del gas statale turca Turkish Petroleum ha ottenuto le licenze dal governo turco per esplorare petrolio e gas in 24 località del Mediterraneo orientale

Sotto pressione in Libia – dove è andato a braccetto con il generale Haftar in una battaglia in corso per decidere chi riuscirà a controllare le entrate petrolifere del paese – e in balia della Siria, la Turchia sta ancora una volta alzando l’asricella nel Mediterraneo, questa volta preparandosi a rilasciare nuove licenze di esplorazione di petrolio e gas in diretto confronto con l’Unione europea.

NUOVE LICENZE PER TURKISH PETROLEUM

Non si tratta più solo di Cipro. La compagnia petrolifera e del gas statale turca Turkish Petroleum ha ottenuto le licenze dal governo turco per esplorare petrolio e gas in 24 località del Mediterraneo orientale. Sette di queste località sono appena al largo delle coste delle principali isole greche.

Si tratta di una provocazione diretta che ha fatto infuriare la Grecia e gli esperti temono che ciò possa portare a scontri una volta che la Turchia avvierà l’esplorazione.

Lo scorso fine settimana, la Turchia ha pubblicato la bozza di piano per la licenza di esplorazione di Turkish Petroleum. Mentre all’inizio della settimana, il ministro degli Esteri greco Nikos Dendias ha dichiarato che il paese “è pronto a far fronte a questa provocazione se la Turchia dovesse decidere di attuare la sua decisione”.

IL PATTO CON LA LIBIA

Il piano turco viola esplicitamente la sovranità greca ed è pensato per trarre vantaggio dal nuovo accordo sul confine marittimo che Erdogan ha siglato l’anno scorso con il governo di accordo nazionale (GNA) in Libia. Questo è stato il compromesso per l’aiuto della Libia nella lotta contro il generale Haftar nella sua spinta a prendere la capitale libica, Tripoli.

Il confine marittimo ha lo scopo di eseguire un movimento a tenaglia contro Cipro, che sta perforando le coste offshore nella sua ZEE, dove anche la Turchia ha provato a effettuare trivellazioni . Nella sola ZEE cipriota-greca, ci sono circa 120 miliardi di metri cubi di gas naturale, per i quali sono iniziate le trivellazioni nel 2011. La prima licenza qui è stata concessa nel 2008 a American Noble Energy (la stessa società dietro le enormi scoperte israeliane). La disperazione di Erdogan nasce dal fatto che la Turchia non ha ancora trovato giacimenti nel Mediterraneo orientale, che è probabilmente la più grande zona di giacimenti di petrolio e gas non sfruttati al mondo.

TUTTO NASCE CON LE SCOPERTE ISRAELIANE

Questo confronto tra paesi della zona ha messo radici in modo evidente nel 2010/2011 quando Israele ha scoperto gas offshore con i giacimenti di Leviathan e Tamar, che attualmente pompano ed esportano grandi quantità di combustibile minacciando di spostare l’equilibrio di potere dalla Turchia all’Egitto.

IL RUOLO DI EASTMED

L’ultima mossa di Ankara sul rilascio di ulteriori licenze di esplorazione, anche invadendo il territorio marittimo greco, arriva dopo che Israele, Grecia e Cipro hanno firmato un accordo per costruire un gasdotto sottomarino per trasportare gas israeliano in Europa, tagliando fuori completamente la Turchia. EastMed, dal valore stimato di 7 miliardi di dollari, è lungo circa 2.200 chilometri e approda in Italia, correndo lungo la costa di Cipro e l’isola greca di Creta e attraverso la zona marittima egiziana e la zona marittima libica. Punto, quest’ultimo è dove la Turchia si è inserita.

Prima di questo accordo, Turchia, Libia e Cipro avevano accordi con il Libano e l’Egitto per l’esplorazione di petrolio e gas. Ma la nuova delimitazione raccoglie circa 39.000 chilometri quadrati di ZEE detenuti dalla Grecia.

SOLO LA RUSSIA È VICINA ALLA TURCHIA

La Turchia si troverà (come al solito) piuttosto sola in questa lotta con l’eccezione della Russia che trova i suoi progetti in linea con quelli di Ankara visto che il gas israeliano potrebbe minare il business del gas russo in Europa.

Ma la Turchia è un’alleata volubile (nella migliore delle ipotesi). Erdogan vorrà usare questa leva per forzare la coalizione del gasdotto a includere un legame trans-anatolico per il passaggio attraverso la nuova zona marittima delimitata tra Libia e Turchia. La sua nuova licenza di esplorazione per il petrolio turco nella zona marittima della Grecia ha lo scopo, infatti, di inviare un messaggio specifico: bloccate tutto e ci saranno problemi, sia al largo della Grecia sia al largo di Cipro. Erdogan, e il suo desiderio di ripristinare il valore dell’Impero ottomano in Turchia, sta insomma facendo leva per far parte di questa nuova equazione energetica.

Non sarà facile, ma Erdogan conta sulla mancanza di una risposta efficace da parte dell’Unione Europea, così come dagli Emirati Arabi Uniti e dall’Egitto – i quali hanno emanato una dichiarazione congiunta il mese scorso condannando quanto fatto dalla Turchia. La risposta di Erdogan è stata quella di bollare i paesi firmatari “alleanza del male”. Le tensioni dovrebbero guadagnare ulteriore slancio alla fine di questo mese , quando i leader dei paesi della coalizione che realizzerà EastMes si incontreranno in Israele, con Grecia e Cipro che parteciperanno separatamente. Ma nel frattempo, proprio come l’Iran riesce a provocare gli Stati Uniti senza avere troppe risposte, Erdogan continuerà a fare pressioni sull’UE senza grandi risposte. Il Ministro degli affari esteri dell’UE Josep Borrell ha affermato che l’Unione europea ha inviato un “messaggio forte” alla Turchia, ma oltre ad essere “in stretto contatto” con i colleghi di Cipro e Grecia, ha cortesemente invitato la Turchia a “interrompere le perforazioni nelle aree in cui vi è una ZEE o acque territoriali di Cipro e della Grecia”.

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