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Tutti i legami transfrontalieri dell’Italia nell’energia: ecco quali sono

Quanta elettricità importa, da dove arrivano gas e petrolio e i progetti futuri (come la dorsale dell’idrogeno)

L’Italia, per la sua posizione geografica, è un nodo cruciale per i flussi energetici nel Mediterraneo e verso l’Europa. Negli anni, ha sviluppato una fitta rete di collegamenti transfrontalieri nel settore energetico, sia per l’importazione di gas naturale che per lo scambio di energia elettrica. Questi collegamenti sono vitali per la sicurezza energetica del paese, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e l’integrazione delle energie rinnovabili.

QUANTO IMPORTA L’ITALIA? IL 16,3% DELL’ELETTRICITÀ VIENE DALL’ESTERO

Nel 2024, l’Italia ha importato una quota significativa del suo fabbisogno energetico, sebbene con alcune variazioni rispetto agli anni precedenti. Per quanto riguarda l’energia elettrica il fabbisogno coperto da importazioni è pari al 16,3% principalmente dalla Francia, con l’83,7% che è stato coperto invece dalla produzione nazionale.

Lo scorso anno, tuttavia, si è registrato anche un aumento dell’export (+47,9% rispetto al 2023), mentre le importazioni sono aumentate solo del 2,4%. In alcune ore di dicembre 2024, l’export italiano ha superato i 4.000 MW.

SUL GAS L’ITALIA IMPORTA LA MAGGIOR PARTE DI QUANTO CONSUMA

Capitolo gas Naturale: L’Italia importa la maggior parte del gas naturale che consuma. Nel 2024 le importazioni di gas naturale in Italia sono diminuite del 4 per cento rispetto all’anno prima: dai 61,6 miliardi di metri cubi del 2023 si è passati a 59,1 miliardi. È diminuita anche, dell’1,6 per cento, la produzione nazionale, a 2,9 miliardi di metri cubi.

Le importazioni dalla Libia sono crollate di oltre il 44 per cento. Gli acquisti dall’Algeria sono calati dell’8,6 per cento e quelli dal Nord Europa dell’8,5 per cento, mentre sono aumentate le importazioni dall’Azerbaigian.

PETROLIO, ARABIA SAUDITA E LIBIA I PRINCIPALI PARTNER

Nel 2024 la domanda di petrolio italiana è stata pari a 102,8 milioni di barili al giorno, ovvero 0,9 milioni di b/g in più rispetto al 2023.Le importazioni di petrolio provengono principalmente da paesi OPEC come Arabia Saudita e Libia.

CRESCONO LE RINNOVABILI

Nel 2024 si è registrata una crescita rilevante della produzione da fonti rinnovabili (+13,4%). Lo scorso anno il sistema energetico italiano ha visto l’aggiunta di 7,5 GW di nuova potenza da fonti rinnovabili, portando il totale della capacità installata a 76,6 GW.

PETROLIO PRIMA FONTE DI ENERGIA IN TALIA

Il petrolio nel 2024 si conferma per il secondo anno consecutivo la prima fonte di energia in Italia, con un peso del 38,5%, in aumento dell’1,7% rispetto al 2023, mentre il gas è lievemente in calo al 34,7% (-0,7%), secondo i dati Unem del preconsuntivo 2024. Aumentano del 12% le rinnovabili, salendo al 22,2%, che includono i biocarburanti, grazie alla ripresa dell’idroelettrico (+35%) e del fotovoltaico (+31%). Il carbone con un meno 63% tocca il suo minimo storico, 1,5%, dal 5% del 2023.

I GASDOTTI

L’Italia importa gas naturale principalmente attraverso gasdotti che la collegano a diverse nazioni:

Transmed (Algeria-Tunisia-Italia) noto anche come gasdotto Enrico Mattei, è uno dei più antichi e importanti collegamenti, che trasporta gas naturale dal giacimento di Hassi R’Mel in Algeria, attraverso la Tunisia, fino a Mazara del Vallo in Sicilia. Ha una lunghezza di oltre 2.200 km e una capacità di oltre 30 miliardi di metri cubi all’anno. La proprietà del gasdotto è suddivisa tra Sotugat (parte tunisina), Sonatrach (parte algerina), TMPC Ltd (jv Eni-Sonatrach) nella sezione sottomarina e Snam Rete Gas in quella italiana.

Il Greenstream (Libia-Italia) collega Mellitah in Libia a Gela in Sicilia. È lungo 520 km e ha una capacità di 11 miliardi di metri cubi all’anno. È gestito congiuntamente da Eni e dalla National Oil Corporation (NOC) libica.

Il TAP (Trans Adriatic Pipeline), parte del Corridoio Sud del Gas, trasporta gas naturale dal giacimento di Shah Deniz in Azerbaijan, attraverso Grecia e Albania, fino a Melendugno in Puglia. È lungo 878 km e ha una capacità iniziale di 10 miliardi di metri cubi all’anno, espandibile fino a 20 miliardi. Gli azionisti del progetto includono Snam, BP, SOCAR, Fluxys ed Enagás.

LE INTERCONNESSIONI ELETTRICHE

L’Italia è interconnessa con diversi paesi europei attraverso linee elettriche che consentono lo scambio di energia:

Francia: Esistono interconnessioni con la Francia per sostenere lo sviluppo di un mercato unico dell’energia elettrica. Terna e RTE (il gestore della rete francese) collaborano per aumentare la capacità di trasporto sulla frontiera.

Svizzera e Austria: L’Italia ha interconnessioni con Svizzera e Austria, fondamentali per l’importazione di energia e per la gestione della rete elettrica.

Slovenia: Sono in corso progetti per aumentare la capacità di interconnessione tra Italia e Slovenia con il completamento degli interconnettori transfrontalieri Zaule-Dekani e Redipuglia-Vrtojba.

Grecia: Esiste un collegamento sottomarino in corrente continua tra Italia e Grecia, entrato in funzione nel 2002. Terna e IPTO (il gestore della rete greca) hanno firmato un memorandum d’intesa per un nuovo elettrodotto tra i due paesi, con una potenza fino a 1.000 MW e di lunghezza complessiva di circa 300 km, di cui 240 in cavo sottomarino con una profondità massima di circa 1.000 metri; affiancherà l’esistente collegamento da 500 MW in esercizio dal 2002. Per l’opera, Terna e IPTO prevedono un investimento complessivo di circa 1,9 miliardi.

Montenegro: L’Italia è collegata al Montenegro tramite un cavo sottomarino.

Tunisia: È in progetto un elettrodotto sottomarino tra Italia e Tunisia (ELMED Project), che collegherà le stazioni elettriche di Partanna (Sicilia) e Mlaabi (Capo Bon, Tunisia).

LA DORSALE DELL’IDROGENO

L’Italia punta a diventare un hub energetico per l’Europa, sfruttando la sua posizione geografica e le infrastrutture esistenti. Uno dei maggiori progetti, finanziati tra l’altro dall’Ue con 24 milioni di euro, punta a creare una “dorsale” italiana di trasporto dell’idrogeno del corridoio che collegherà la Tunisia a Italia, Austria e Germania, il cosiddetto corridoio meridionale dell’idrogeno o corridoio SoutH2. Nel complesso la rete misura oltre 3mila chilometri di gasdotti riconvertiti al passaggio dell’idrogeno e dovrebbe essere pienamente operativo già nel 2030.

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