Approvate nuove misure per colpire le entrate energetiche di Mosca, con un tetto al prezzo del greggio fissato al 15% sotto la media di mercato. Sanzioni anche per la raffineria Nayara, di proprietà di Rosneft, e per oltre 100 navi della “flotta ombra”. Bloccate le transazioni con Nord Stream e nuove restrizioni finanziarie.
L’Unione Europea stringe ulteriormente la morsa economica sulla Russia con l’approvazione del 18° pacchetto di sanzioni per la sua guerra in Ucraina. Le nuove misure, approvate oggi dopo settimane di negoziati, mirano a infliggere ulteriori e significativi colpi all’industria petrolifera ed energetica di Mosca, pilastro fondamentale del suo sforzo bellico.
Il fulcro del pacchetto, come confermato da fonti diplomatiche europee, è l’introduzione di un nuovo tetto massimo al prezzo del greggio russo.
UN NUOVO PRICE CAP PIÙ AGGRESSIVO SUL PETROLIO
L’UE ha deciso di imporre un tetto massimo mobile, fissato al 15% in meno rispetto al prezzo medio di mercato del greggio russo. Questo si traduce, attualmente, in un limite di circa 47,60 dollari al barile, una soglia ben più stringente rispetto al massimo di 60 dollari che il G7 aveva cercato di imporre dal dicembre 2022. La mossa, fortemente voluta dall’Unione Europea e dalla Gran Bretagna dopo che il calo dei future sul petrolio aveva reso il precedente limite inefficace, mira a vietare il commercio di greggio russo acquistato a un prezzo superiore, impedendo a compagnie di navigazione, assicurazione e riassicurazione di gestire le petroliere che trasportano tale greggio.
Tuttavia, gli Stati Uniti hanno mostrato resistenza a un abbassamento del tetto, lasciando che l’UE proceda da sola. Questo limita in parte l’efficacia della misura, dato che il petrolio è scambiato in gran parte in dollari e i pagamenti sono controllati dalle banche statunitensi.
GIRO DI VITE SULLA FLOTTA OMBRA E SULLA RAFFINAZIONE ESTERA
Le sanzioni colpiscono duramente anche la cosiddetta “flotta ombra”, la rete di vecchie petroliere utilizzate per trasportare petrolio russo e aggirare le restrizioni. Ad altre 105 imbarcazioni è stato vietato l’accesso ai porti e alle chiuse dell’UE, o di effettuare trasferimenti di petrolio da nave a nave, portando a oltre 400 il numero totale di navi della flotta ombra sanzionate.
Una novità significativa è l’inclusione nella lista nera della raffineria di petrolio indiana Nayara, il cui principale azionista è il colosso russo Rosneft. Inoltre, l’UE non importerà più prodotti petroliferi derivati dal greggio russo, sebbene il divieto non si applichi a Norvegia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e Svizzera. È stata anche posta fine all’esenzione della Repubblica Ceca dal divieto di importazione di greggio russo via mare, dopo che il paese è passato completamente a forniture non russe.
STOP A NORD STREAM E NUOVE MISURE FINANZIARIE
Il pacchetto introduce un divieto totale su qualsiasi transazione relativa ai gasdotti russi Nord Stream sotto il Mar Baltico, inclusa la fornitura di beni o servizi.
Sul fronte finanziario, l’UE vieterà tutte le transazioni con gli istituti finanziari russi già esclusi dal sistema SWIFT, estendendo il divieto al fondo sovrano russo, il Russian Direct Investment Fund (RDIF), e ai suoi investimenti. L’obiettivo è limitare ulteriormente l’accesso della Russia ai mercati finanziari internazionali e alla valuta estera. È stata inoltre abbassata la soglia per imporre sanzioni a istituti finanziari stranieri che sostengono lo sforzo bellico russo.
EXPORT E LISTA NERA: COLPITE CINA E TURCHIA
L’UE ha aggiunto alla sua lista nera 26 nuove entità accusate di eludere le sanzioni, tra cui sette in Cina, tre a Hong Kong e quattro in Turchia. Sono stati inoltre aggiunti nuovi prodotti chimici, materie plastiche e macchinari all’elenco dei beni che non possono essere esportati in Russia.
UN’APPROVAZIONE TRAVAGLIATA
L’approvazione di questo 18° pacchetto è stata ritardata per settimane dal veto di Slovacchia e Malta. La Slovacchia ha ottenuto garanzie contro le potenziali perdite derivanti da un piano separato dell’UE per vietare le importazioni di gas russo entro il 2028, ritirando così il suo veto e permettendo l’adozione unanime delle nuove misure.