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Urso

Urso attacca la procura di Taranto sull’ex Ilva. “Negoziati in corso con Baku Steel”

Il tavolo sull’ex Ilva con le imprese dell’indotto sarà nuovamente riunito lunedì al Ministero del Lavoro. Tre condizioni da soddisfare per finalizzare il negoziato come chiedono i proponenti

“Stiamo negoziando con Baku Steel sulla base di una proposta progettuale che prevede finalmente la piena transizione green con la realizzazione graduale di tre forni elettrici. Purtroppo l’incidente del 7 Maggio ha determinato il sequestro dell’impianto da parte della procura di Taranto che come noto ha impedito anche tempestivi necessari interventi di salvaguardia compromettendo l’altoforno. Ciò incide significativamente sul piano industriale elaborato dal commissario e concordato con sindacati determinando un immediato dimezzamento della produzione prevista, un altoforno solo in produzione”. È stato molto chiaro il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso rispondendo a un’interrogazione in Aula alla Camera nel corso del Question Time sull’ex Ilva.

URSO PUNTA IL DITO VERSO LA MAGISTRATURA: “METTE A RISCHIO PROCESSO DI RICONVERSIONE AMBIENTALE”

Ha puntato il dito contro la magistratura la cui decisione sta mettendo “a rischio il processo di riconversione ambientale del sito siderurgico sia per quanto riguarda la sostenibilità economica dello stabilimento, sia per quanto riguarda il negoziato in corso con le aziende che hanno partecipato alla procedura di gara e che si trovano condizioni diverse rispetto a quelle prospettate. Sia soprattutto per i suoi rilevanti impatti occupazionali diretti e indiretti che coinvolgono anche le imprese della filiera e dell’indotto”, ha chiarito nella serie di interventi che lo hanno visto protagonista a Montecitorio.

“IL GOVERNO INTENDE PERSEGUIRE TUTTE LE STRADE POSSIBILI PER GARANTIRE LA RIPRESA PRODUTTIVA DEL SITO”

“Il governo intende perseguire tutte le strade possibili per garantire la ripresa produttiva del sito siderurgico in un percorso di piena decarbonizzazione attraverso tre forni elettrici. Il pre-ridotto sarà fornito da altrettanti impianti di Dri che saranno installati insieme agli impianti di cattura di CO2 dalla società Dri Italia costituita da Invitalia. Per realizzare questo importante obiettivo che consentirà all’Italia di diventare il primo paese europeo a produrre solo acciaio Green, il più avanzato quindi nella tutela dell’ambiente della salute dei cittadini sono necessarie però tre condizioni preliminari assolutamente necessarie per finalizzare il negoziato come ci chiedono i proponenti”.

LE TRE CONDIZIONI RICHIESTE DAI PROPONENTI

Quali? “Prima condizione preliminare il rilascio in tempi brevi di un’Aia autorizzazioni integrata ambientale che da un lato garantisca la piena tutela dell’ambiente della salute dei cittadini e dall’altro sia sostenibile sul piano economico; secondo l’impegno delle autorità competenti al rilascio delle autorizzazioni per la nave rigassificatrice che dovrà rifornire di gas gli impianti di Dri ai e di conseguenza alimentare con il preridotto i forni elettrici man mano che saranno realizzati. Senza gas non c’è acciaio green; terzo il mantenimento in attività dello stabilimento per garantire un livello produttivo adeguato al fine anche di mantenere le quote di mercato e i livelli occupazionali e la filiera dell’indotto nella fase di transizione. Queste tre condizioni tutte importanti, necessarie, urgenti e ineludibili – ha aggiunto il ministro – sono necessarie per concludere il negoziato. Serve quindi anche qui la piena e leale collaborazione tra gli organi dello Stato come noi abbiamo ottenuto con la Regione Toscana e il comune di Piombino con la Regione Umbria e il comune di Terni per portare a compimento gli accordi che riguardano quei due siti siderurgici. Serve anche qui un lavoro di squadra responsabile, trasparente e consapevole con il concorso delle forze sociali e produttive, dei sindacati e delle imprese della filiera dell’indotto. Per questo ho presentato la scorsa settimana al Presidente della Regione Puglia un piano aggiornato alla luce anche degli ultimi eventi che delinea il percorso verso la piena decarbonizzazione con la graduale sostituzione degli altoforni con i forni elettrici e con la corrispettiva realizzazione dei Dri e dei relativi impianti di cattura della CO2. Un percorso che intendiamo formalizzare attraverso un accordo di programma secondo quando prevede il Testo unico ambiente all’articolo 29 quater comma 15 con regione Comune e Provincia nonché con l’Autorità portuale, ciascuna per la parte di sua competenza, affinché in un lavoro di squadra si consegua l’obiettivo comune di fare di Taranto un esempio di riconversione green della Siderurgia modello di successo in Europa”, ha concluso Urso.

LUNEDÌ NUOVO TAVOLO DI CONFRONTO A PALAZZO CHIGI

Il ministro ha poi dato conto del tavolo di confronto con i sindacati a palazzo Chigi “appena concluso” il quale, ha precisato “sarà nuovamente riunito lunedì al Ministero del Lavoro” con anche le imprese dell’indotto. “Resta però per noi fermo l’obiettivo che ci siamo posti un anno fa: garantire la produzione Siderurgica italiana che riteniamo fondamentale per il nostro sistema industriale e tanto più a fronte dei nuovi assetti geopolitici che devono convincerci che è assolutamente necessario garantire l’autonomia strategica sulla produzione siderurgica della nostra Europa. Questo è un percorso di riconversione Green con le nuove tecnologie. A tal fine ho già condiviso la scorsa settimana con il Presidente della Regione Puglia l’esigenza di sottoscrivere al più presto un accordo di programma che prevede la piena decarbonizzazione del sito di Taranto come stiamo già facendo con successo a Piombino e a Terni. Pensiamo di fare altrettanto se c’è la dovuta collaborazione anche a Taranto”, ha concluso Urso.

AD OGGI ANCORA NON RISULTA PERVENUTA L’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE AL COLAGGIO DEI FUSI. IMPIANTO ORMAI COMPROMESSO

In merito all’incidente riguardante AFO1 “ad oggi ancora non risulta pervenuta l’autorizzazione a procedere al colaggio dei fusi, attività che ormai risulterebbe In ogni caso impossibile: la richiesta era stata fatta dal responsabile dell’altro forno sin dall’atto del sequestro probatorio in modo esplicito e inequivocabile alle 5:37 di mattina del giovedì 8 maggio, facendo rilevare in quel documento che tale operazione andava fatta entro due giorni. Sono passate invece due settimane e l’autorizzazione non è stata ancora concessa dalla procura. L’impianto e pertanto compromesso. In merito invece alla vicenda di Dri d’Italia e quindi alla produzione di preridotti assolutamente necessario per i forni elettrici, la decisione del Consiglio di Stato di annullare la gara non ci coglie di sorpresa poiché conferma quanto già disposto dal Tar Lazio in ordine adatti adottati sotto il precedente governo”, ha precisato il ministro.

“RITARDO NELLA REALIZZAZIONE DELL’OPERA MA NON LA PREGIUDICA DEL TUTTO GRAZIE ALLA SOLERZIA DEL GOVERNO”

“Certamente questo creerà un ritardo nella realizzazione dell’opera ma non la pregiudica del tutto grazie alla solerzia e alla responsabilità con la quale il nostro governo nel dicembre 2023 con lungimiranza ha deciso di finanziare il progetto del Dra con i fondi di coesione Nazionale in luogo di quelli originariamente previsti dal Pnrr in scadenza al 2026. In quel momento la nostra decisione fu aspramente criticata dai banchi dell’opposizione e dalla regione Puglia, ora è chiaro a tutti che se non l’avessimo fatto oggi avremmo un miliardo di risorse PNRR sul Dri impossibile da spendere entro il 2027 mentre salvaguardando il finanziamento possiamo riprovarci con la nuova gara. La sfida Certamente ancora più difficile ma noi non demordiamo e lo abbiamo assicurato ai sindacati perché siamo consapevoli di quanto importante decisivo cruciale si assicurava la produzione Siderurgica l’industria italiana fonte di ogni sviluppo di ogni ripresa industriale”, ha concluso Urso.

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