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Via libera definitivo alla Case green. Ecco le prime stime sui costi per l’efficientamento energetico degli edifici

Adesso la direttiva EPBD (“Case Green”) verrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione

I Paesi membri dell’Unione europea hanno dato il via libera definitivo alla direttiva “Case green”. Stamattina, al Consiglio Ue Ecofin, i ministri europei hanno confermato l’accordo, raggiunto nel dicembre scorso con il Parlamento europeo, sulle nuove norme per rendere il parco immobiliare Ue a emissioni zero entro il 2050.

ITALIA E UNGHERIA VOTANO CONTRO

Italia e Ungheria hanno votato contro l’intesa, mentre Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute. Ora la direttiva EPBD verrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione. Da quel momento, i Paesi Ue avranno 2 anni di tempo per recepirla. Ogni Stato dovrà presentare un piano di riduzione dei consumi in cui spiegherà come raggiungerà i target previsti.

Secondo una stima di Fillea-Cgil, “le ristrutturazioni dovranno coinvolgere entro il 2030 il 15% degli immobili in classe F e G ed entro il 2033 il 26% degli edifici di classe energetica più bassa”. In pochi anni bisognerà quindi riqualificare oltre 500.000 edifici pubblici e circa 5 milioni di edifici privati con le prestazioni più scadenti.

Dal 2028 in poi tutti i nuovi edifici di proprietà di autorità pubbliche dovranno essere ad emissioni zero. I Paesi Ue saranno tenuti poi a ristrutturare, entro il 2030, il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni e il 26% entro il 2033, introducendo dei requisiti minimi di prestazione energetica.

CASE GREEN: LA RIDUZIONE DEI CONSUMI

La direttiva Case green prevede che i Paesi Ue riducano il consumo di energia degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Il 55% di questa riduzione andrà ottenuta ristrutturando il 43% degli immobili con le prestazioni peggiori. La direttiva prevede che gli Stati possano scegliere di esentare alcuni edifici specifici dalle norme, come i luoghi di culto, gli edifici storici o quelli di proprietà delle forze armate.

CASE GREEN: IL COSTO DEI LAVORI

Secondo la Commissione europea, entro il 2030 serviranno 275 miliardi di euro di investimenti annui per il “rinnovo energetico” del parco immobiliare, ovvero 152 miliardi di euro di investimenti all’anno in più rispetto alle attuali risorse. Non sono previsti finanziamenti dedicati, ma i Paesi potranno utilizzare alcuni fondi Ue, come il Fondo sociale per il clima, il Recovery fund e i Fondi di sviluppo regionale.

Calcolare quanto una famiglia potrebbe spendere per effettuare i lavori è impossibile, in quanto non è ancora chiaro come verranno selezionati i primi edifici su cui bisognerà intervenire. Ad ogni modo, secondo le prime stime la spesa potrebbe essere compresa tra 20-30.000 e 50-60.000 euro a famiglia.

L’OBBLIGO DEI PANNELLLI SOLARI

La direttiva Case green prevede l’obbligo, dal 2026 al 2030, di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici e non residenziali. I target variano in base alle dimensioni dell’edificio. Per tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali di superficie superiore a 250 metri quadri la scadenza sarà il 31 dicembre 2026. La direttiva specifica inoltre che l’installazione progressiva di impianti solari dovrà essere garantita “se tecnicamente ed economicamente fattibile”.

LO STOP ALLE CALDAIE A GAS

I Paesi Ue avranno tempo fino al 2040 per abbandonare le caldaie a gas. A partire dal 2025, però, non saranno più previste agevolazioni fiscali per gli impianti tradizionali, ma solo per quelli ibridi, quelli in cui alla caldaia a gas è associata una pompa di calore.

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