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Giuseppe Zollino, Carlo Calenda

Crisi energetica, Zollino (Azione): Il gas serve per la transizione

Secondo il responsabile energia del partito guidato da Carlo Calenda, “l’emergenza dura da trent’anni, la guerra l’ha solo accelerata. La priorità è fare le cose: con la tecnologia si affronta anche la burocrazia” 

Price cap, fonti rinnovabili nucleare, rigassificatori. Quarto appuntamento con i responsabili Energia dei partiti in vista delle elezioni del 25 settembre. Questa è la volta di Azione, con Giuseppe Zollino: autore del programma del partito guidato da Carlo Calenda e candidato alla Camera a Torino per il Piemonte. Ecco come ha risposto alle domande di Energia Oltre sui temi di più stretta attualità.

D. Qual è la posizione di Azione sui rigassificatori di Piombino e Ravenna?

R. La posizione anzitutto è del Terzo Polo, dentro cui c’è e c’è stata convergenza totale sui temi. Sull’energia, in particolare.

Dentro questa emergenza, che è trentennale ed è stata accelerata dalla guerra, serve il gas per fare la transizione. E quindi servono anche i rigassificatori. Piombino serve più in fretta, dev’essere operativo per l’anno prossimo.

D. State pensando di introdurre delle agevolazioni per i territori su cui incideranno questi impianti?

R. Per la decarbonizzazione servono impianti e infrastrutture e vanno realizzate. Prima c’è il dialogo con i soggetti interessati, gli approfondimenti richiesti, ecc., come metodo generale per ogni dossier. Chiariti i dubbi, gli impianti vanno costruiti in tempi certi. Questo è il segnale che ha dato Calenda andando a Piombino.

D. Qual è la vostra opinione sul nucleare di nuova generazione?

R. Noi abbiamo un programma energia molto chiaro che porterà davvero alla neutralità carbonica al 2050. Acceleriamo ora con le rinnovabili, per installare da qui al 2050 ben 380 GW di impianti di generazione e accumulo. Ma servono anche circa 35 GW di nucleare, che entrerà in servizio tra il 2035 e il 2050, della migliore tecnologia disponibile. Tutti parlano di decarbonizzazione, solo noi abbiamo un piano concreto ed efficace che per raggiungerla davvero.

D. Qual è la posizione del partito sul prolungamento della vita delle centrali a carbone, come stanno facendo la Germania e altri Paesi europei?

R. Riteniamo sia una scelta sì dolorosa ma necessaria, che rientra tra le nostre misure di breve termine per affrontare il momento critico.

D. Capitolo rinnovabili, l’Italia è in ritardo: il Terzo Polo cosa propone per incentivarne l’utilizzo?

R. Abbiamo oggettivamente un problema di localizzazione delle grandi quantità di impianti necessari per la decarbonizzazione. È chiaro che il paesaggio va tutelato, ma pure gli obiettivi climatici sono una priorità. Le semplificazioni avviate dal governo Draghi sono un passo importante, ora dobbiamo continuare il lavoro. E anche qui crediamo serva pragmatismo. Tutela del paesaggio sì, ma anche criteri certi ed oggettivi per decidere in modo trasparente quando il paesaggio diventa prioritario ed in generale quando un’area è idonea. Serve una revisione complessiva dei processi autorizzativi, incluso il titolo quinto della Costituzione. Ed anche lo sviluppo tecnologico ci darà una mano: per esempio la disponibilità di impianti eolici offshore galleggianti, lontani dalla costa, faciliterà i processi autorizzativi. Cominceremo a vederli massicciamente in esercizio tra 7-8 anni? Non c’è da disperarsi: la decarbonizzazione fatta bene richiede tempo oltre a qualche compromesso.

D. Tetto al prezzo del gas: nel caso in cui non ci si accordasse su un price cap europeo, Pd ne proponeva  uno a livello a nazionale. Un’idea che alcuni criticano. Perché, invece, secondo voi può essere una buona soluzione?

R. Il price cap al gas dev’essere europeo: soluzioni nazionali in presenza di robuste interconnessioni (come nel caso dell’Italia) rischiano di produrre scarsità fisica, con il gas in libera uscita dall’Italia. Del resto Arera ha accertato che i contratti di fornitura del gas sono indicizzati al TTF: oggi appare un errore, ma è complicato modificare i contratti in breve tempo. Discorso diverso per l’energia elettrica, dove abbiamo proposto che venga ampliato quanto il governo Draghi ha già deciso: tutta l’energia elettrica prodotta da fonte diversa dal gas (rinnovabili e a carbone) venga acquisita a prezzo amministrato dal GSE (largamente inferiore al PUN), per un periodo di almeno 12 mesi. Passata l’emergenza gas, si potrà tornare al prezzo di borsa.

D. In definitiva, cosa si dovrebbe fare per uscire da questa crisi energetica?

R. Quello che proprio non si doveva fare era far cadere il governo Draghi. Ci penseremo noi a continuarne l’azione, se gli elettori ci daranno sufficiente forza. Perchè per risolvere questa crisi e procedure verso la decarbonizzazione serve gente che sa cosa fare e ha il coraggio di farlo.

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