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Energia

Come la transizione energetica impatterà sulle utilities europee

Secondo S&P con la transizione energetica i mercati Ue diventeranno più volatili, poiché la quota delle energie rinnovabili salirà a circa il 43% entro il 2030 rispetto all’attuale 23%

I prezzi dell’energia elettrica sui principali mercati europei potrebbero aumentare del 30% entro il 2025 grazie alla ripresa dei prezzi del gas e della Co2 e alla progressiva eliminazione del nucleare tedesco e della produzione di carbone. È quanto emerge dall’ultimo rapporto di S&P Global Ratings sul settore energetico dal titolo “The Energy Transition: What It Means For European Power Prices And Producers”.

PREZZI PIU’ ELEVATI E FAVOREVOLI AL CREDITO GRAZIE ALLA GERMANIA

S&P Global Ratings vede generalmente prezzi dell’energia elettrica più elevati e più favorevoli al credito in Europa entro il 2022, grazie alla ripresa dei prezzi del gas e della Co2 in vista del fatto che la Germania non sarà più un importatore netto di energia, ma un esportatore di circa 40 TWh.

AUMENTERA’ IL MIX DI RINNOVABILI PORTANDO A UNA MAGGIORE VOLATILITÀ

Il rapporto – che approfondisce le dinamiche dei principali mercati europei dell’energia elettrica Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Spagna e paesi nordici – evidenzia che il gap nell’approvvigionamento energetico “sarà probabilmente colmato da ulteriori importanti aggiunte di energia solare ed elettrica, che salirà a circa il 43% del mix produttivo europeo nel 2030 dal 23% del 2018, escludendo la quota del 10% di energia idroelettrica”, ha dichiarato Massimo Schiavo, analista del credito di S&P. “Crediamo che la crescita delle rinnovabili comporterà una maggiore volatilità dei prezzi (in funzione delle condizioni atmosferiche) e richiederà investimenti in rete e soluzioni di backup per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento”.

DOMANDA ENERGIA IN CRESCITA TRA CINQUE ANNI

Allo stesso tempo, prosegue S&P, “la spinta per l’efficienza energetica e la deindustrializzazione in alcuni paesi si traduce in una domanda piatta. Le politiche dell’Ue mirano al 32,5% del risparmio energetico entro il 2030. Tuttavia, l’elettrificazione dell’industria, del riscaldamento e dei trasporti potrebbe iniziare a far crescere sostanzialmente la domanda di energia tra cinque anni”.

PRODUTTORI BASELOAD BENEFICIERANNO DEGLI AUMENTI DEI PREZZI

“L’aumento dei prezzi dell’energia elettrica potrebbe andare a beneficio di un maggior numero di produttori baseload esposti al mercato, come Statkraft AS, EDF S.A., Fortum Oyj, Uniper SE e Verbund AG”, ha detto Schiavo.

IMPATTO LIMITATO SULLE UTILITIES

Tuttavia, l’impatto creditizio del previsto aumento dei prezzi dell’energia elettrica sulla maggior parte delle grandi utilities europee, “valutiamo dovrebbe essere più limitato perché la loro sensibilità dell’EBITDA alla merchant power è notevolmente diminuita. La maggior parte delle utility ha venduto parte della flotta di generazione e ha investito massicciamente in progetti a lungo termine per le energie rinnovabili”.

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