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Green New Deal

I dazi di Trump sul solare? Non avranno gravi conseguenze

Secondo un’analisi Bloomberg i costi dei pannelli stanno diminuendo così velocemente che non impatteranno sul settore nel suo complesso

Difficile comprendere la mossa del presidente Usa Donald Trump di imporre dei dazi del 30% sui pannelli solari prodotti al di fuori degli Stati Uniti. Per qualcuno rappresenta una mossa protezionistica, per altri un modo per danneggiare le rinnovabili e proteggere l’industria del carbone in via di estinzione. Qualunque sia la ragione, però, è probabile che non ci saranno conseguenze gravi: la “rivoluzione solare” sta avvenendo così rapidamente che i dazi faranno poca differenza. È quanto ipotizza Bloomberg ricordando che l’imposizione di imposte doganali nel settore non è nuova: anche sotto il presidente Barack Obama, infatti, vennero applicate delle imposte all’importazione di questi prodotti anche se solo nei confronti della Cina e non di tutti i paesi come avvenuto ora. Nell’era della globalizzazione e della supply chain, avverte infatti Bloomberg, le cose non sono così ovvie come sembra visto che anche un certo numero di produttori statunitensi sono in mani straniere, come ad esempio, SolarWorld e Sunivia. E che i profitti generati si dirigono, dunque, oltreoceano.

Secondo il quotidiano, inoltre, i dazi creeranno anche una serie di perdenti meno ovvi. Ad esempio, l’abbassamento dei costi del solare produrrà alla fine un calo dei prezzi dell’elettricità generalizzato per le aziende Usa non solo per l’energia prodotta tramite rinnovabili ma anche per quella realizzata attraverso gas, carbone e nucleare. A sua volta un’elettricità più economica, darà impulso all’industria americana: ma visto che i lavoratori statunitensi guadagnano già stipendi molto più alti rispetto ai lavoratori cinesi e degli altri paesi in via di sviluppo, i produttori a stelle e strisce non potranno contare su manodopera a basso costo per ampliare il loro vantaggio competitivo. Ma al contrario, dovranno concorrere tra loro grazie a tecnologia e capitale. Che poi, ricorda Bloomberg, è il motivo per cui la rivoluzione dello shale gas è stata una manna per i produttori Usa. Insomma, l’energia solare promette di garantire elettricità ancora più economica ma rallentando il processo con i dazi, si rischia di posticipare il giorno in cui tutto questo accadrà. In ogni caso ammettono da Bloomberg, è improbabile che l’impatto complessivo sia notevole, poiché i costi di produzione dei pannelli solari sono scesi così rapidamente che le importazioni dall’estero più costose rappresentano solo una minima parte. Nel 2017, un modulo solare che produce un watt di potenza costa solo circa un quinto di quanto costava nel 2010. I pannelli solari sono diventati così economici che ora rappresentano solo tra un quarto e un terzo del costo dell’elettricità solare.

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