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Petrolio

L’export di petrolio russo guadagna terreno a spese dell’Iran

Da settembre la Russia esporta più greggio verso l’Europa, fino a 5,5 milioni di barili al giorno per compensare lo stop di Teheran

Da settembre la Russia esporta più greggio all’estero concentrandosi soprattutto verso l’Europa, secondo l’ESAI Energy’s CIS Watch Crude Outlook. Le maggiori esportazioni russe arrivano proprio nel momento in cui le raffinerie europee stanno tagliando le importazioni di greggio iraniano, trasformando il danno dell’Iran nel guadagno della Russia.

GIÀ A LUGLIO E AGOSTO LE ESPORTAZIONI MEDIE DI GREGGIO SONO SALITE A 5,1 MILIONI DI BARILI AL GIORNO

Nord Stream RussiaSecondo l’ESAI Energy’s CIS Watch Crude Outlook, che evidenzia gli sviluppi a breve termine dei fondamentali del greggio russo e il loro impatto sul mercato, l’aumento della produzione di petrolio nei mesi di luglio e agosto ha fatto salire le esportazioni medie di greggio a 5,1 milioni di barili al giorno, 100.000 in più rispetto al primo semestre dell’anno. I grandi produttori come Rosneft hanno continuato a incrementare la produzione in agosto, compensando la minore produzione di Sakhalin dovuta alla manutenzione programmata. Con il riavvio a pieno regime di questi campi, la produzione russa sta salendo ancora di più a settembre. Nel frattempo, la stagione di turnaround delle raffinerie finirà per incidere sulla domanda di greggio, facendo salire le esportazioni russe fino a 5,5 milioni di barili al giorno.

ESAI ENERGY: ALTRI 300.000 BARILI DI PETROLIO GIORNALIERI FLUIRANNO VERSO L’EUROPA

“L’aumento delle esportazioni russe arriva proprio mentre l’Europa taglia le importazioni di greggio iraniano, creando un’apertura alla Russia per collocare più greggio in quel mercato – ha spiegato Andrew Reed, direttore di ESAI Energy -. Poiché la Russia non può aumentare le sue esportazioni verso est nel breve termine, altri 300.000 barili di petrolio giornalieri fluiranno verso l’Europa. Un aumento dei flussi verso l’Europa è contrario al ruolo a lungo termine della Russia in Asia, ma la perdita di quote di mercato dell’Iran nel Vecchio Continente rappresenta un’opportunità immediata per gli esportatori russi”.

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