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Tap: arriva il via libera al prestito Bers da 500 mln di euro

La Banca europea: Opera progettata in conformità con le buone pratiche internazionali. Allo studio ulteriori contributi delle agenzie di credito all’export di Italia, Francia e Germania.

Il giorno cruciale tanto atteso per i finanziamenti al gasdotto Tap-Trans Adriatic Pipeline è arrivato: il board della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) ha ufficialmente deliberato il prestito da 500 milioni di euro per la realizzazione dell’importante opera, destinata a diversificare l’approvvigionamento energetico dell’Europa occidentale grazie al gas proveniente dalla regione del Mar Caspio e a forniture pari a 10 miliardi di metri cubi all’anno.

VIA LIBERA DELLA BERS AL PRESTITO DI 500 MLN

tap“Il Consiglio di amministrazione della BERS ha approvato un prestito di 500 milioni di euro per la costruzione del gasdotto Trans-Adriatico (TAP), un progetto prioritario per l’Unione europea (UE) e la Comunità dell’energia. Il gasdotto, lungo 878 chilometri, partirà dal confine greco-turco, attraverserà l’Albania e, dopo aver attraversato il Mare Adriatico, terminerà nell’Italia meridionale. Esso costituisce l’ultimo tratto del Corridoio meridionale di trasporto del gas e trasporterà combustibile dalla regione del Mar Caspio all’Europa”, sottolinea la stessa Bers.

BERS: CONTRIBUIRÀ IN MODO SIGNIFICATIVO ALLA DIVERSIFICAZIONE DELL’APPROVVIGIONAMENTO ENERGETICO EUROPEO

“Con una capacità iniziale annua di 10 miliardi di metri cubi, pari al consumo energetico di circa sette milioni di famiglie in Europa, il gasdotto contribuirà in modo significativo alla diversificazione dell’approvvigionamento energetico europeo – ha aggiunto la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo –. Contribuirà, inoltre, a rendere più affidabile l’approvvigionamento energetico dei consumatori e a ridurre in misura significativa le emissioni di CO2 fornendo un combustibile più pulito rispetto al carbone. La prima fornitura di gas è prevista entro il 2020”.

LA BERS AVEVA GIÀ DELIBERATO A INIZIO ANNO UN PRESTITO PER 1,5 MILIARDI DI EURO

Il costo totale del progetto è di 4,5 miliardi di euro. All’inizio di quest’anno il consiglio di amministrazione della Banca europea per gli investimenti aveva già approvato per TAP l’ammissibilità di un prestito di 1,5 miliardi di euro e attualmente sono allo studio ulteriori contributi da parte delle agenzie per i crediti all’esportazione di Francia, Germania e Italia.

BERS: PROGETTATO IN CONFORMITÀ CON LE BUONE PRATICHE INTERNAZIONALI

Al punto di partenza in Turchia, TAP si collegherà al gasdotto trans-anatolico (TANAP), per il quale la BERS ha approvato un prestito di 500 milioni di euro lo scorso ottobre. Al punto finale in Italia TAP si collegherà alla rete italiana del gas naturale e da lì con le più ampie reti europee.  “TAP è stato progettato in conformità con le buone pratiche internazionali, che comprendono la selezione dei percorsi, il completamento delle valutazioni di impatto ambientale e sociale, l’implementazione di solidi controlli sulla gestione degli appaltatori e il costante coinvolgimento e dialogo con la popolazione locale. Ciò comprende i requisiti ambientali nazionali, la legislazione Ue pertinente e i requisiti di prestazione della BERS nell’ambito della sua politica ambientale e sociale. La Banca continuerà a monitorare il progetto durante i lavori di costruzione e le operazioni per garantire il costante rispetto di tali impegni”.

L’INTERO CORRIDOIO MERIDIONALE DEL GAS HA UN COSTO STIMATO DI 40 MILIARDI DI DOLLARI E 3.500 CHILOMETRI DI GASDOTTI IN SEI PAESI

L’intera value chain del Corridoio meridionale del gas ha un costo totale stimato di 40 miliardi di dollari e comprende investimenti in infrastrutture per il gas in una rete di 3.500 chilometri di gasdotti che attraversano sei paesi. I componenti principali sono il giacimento di gas offshore di Shah Deniz in Azerbaigian, il gasdotto del Caucaso meridionale in Azerbaigian e Georgia, TANAP in Turchia (inaugurato in giugno) e TAP.

OPERA DIFFICILE DA BLOCCARE PER GLI ACCORDI INTERNAZIONALI E L’INTERESSE UE. MA NON SOLO

Il via libera della Banca europea evidenzia come, nonostante non ci sia un pieno appoggio dell’attuale esecutivo, sia comunque difficile bloccare i lavori. Questo perché occorrerebbe rimettere in discussione l’intero impianto del progetto, compreso quello riguardante gli altri paesi coinvolti come Albania e Grecia – con i quali l’Italia ha firmato un accordo intergovernativo nel 2013 – e l’interesse strategico evidenziato da Bruxelles per l’affrancamento da Mosca. Senza dimenticare, infine, come ricorda Milano Finanza il fatto che nel 2020 quanto il Tap entrerà in funzione “in Italia andranno in scadenza contratti di fornitura per 35 miliardi di metri cubi annui di gas, per i quali non sono ancora stati definiti i termini della rinegoziazione”.

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