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2i Rete Gas

2i Rete Gas, Pd chiede chiarimenti sul comportamenti in Sicilia

Secondo i sindacati 2i Rete Gas avrebbe chiesto la cassa integrazione per i dipendenti e contemporaneamente esternalizzato servizi ed attività

“Secondo quanto denunciato dalle associazioni sindacali di categoria della regione Sicilia, 2i Rete Gas sarebbe ricorsa a pratiche scorrette a seguito delle norme varate dal Governo per contrastare gli effetti dell’emergenza sanitaria da coronavirus: l’azienda avrebbe chiesto, infatti, la cassa integrazione per i dipendenti e contemporaneamente esternalizzato servizi ed attività”. Lo ha scritto la deputata del Pd Martina Nardi in una interrogazione presentata in Commissione Attività produttive ai ministri del Lavoro, dello Sviluppo economico e dell’Economia.

COSA FA 2i RETE GAS

La questione nasce dell’emergenza coronavirus: “2i Rete Gas spa, si legge nel sito ufficiale dell’azienda, ‘con le sue controllate, 2i Rete Gas Srl e Cilento Reti Gas Srl, opera nel settore della distribuzione del gas in 2.150 comuni presenti sull’intero territorio nazionale. L’acquisizione e l’integrazione nel corso della propria storia di numerose società del settore, tutte caratterizzate da un elevato know-how tecnico, ha permesso il conseguimento di un alto livello di competenza nella progettazione, costruzione e gestione delle reti di distribuzione del gas’ – si legge nel testo dell’interrogazione -; Rete Gas è il secondo player nazionale di distribuzione del gas naturale in Italia, dopo Italgas; il fondo F2I, azionista di 2i Rete Gas, è partecipato da Cassa depositi e prestiti (controllata interamente dal Ministero dell’economia e delle finanze); nell’ultimo bilancio pubblicato e relativo all’anno 2018, 2i Rete Gas ha evidenziato ricavi per oltre 985 milioni di euro (con un aumento di 118 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente)”.

CHIESTE ESTERNALIZZAZIONI

Tuttavia, a seguito della cassa integrazione per i dipendenti e contemporaneamente l’esternalizzazione di servizi ed attività, secondo le sigle sindacali “’per i lavoratori siciliani ci sarà una decurtazione salariale spregiudicata e senza senso. Il danno e le beffe peraltro, visto che l’azienda intende sostituire almeno in parte il personale avvalendosi massicciamente del lavoro in appalto (…). Il costo dei lavoratori, con il ricorso alla cassa integrazione, verrebbe quindi scaricato impropriamente sulla fiscalità generale dalla quale verrebbero drenate risorse, quelle della cassa integrazione, a discapito di aziende e lavoratori che ne hanno la reale ed effettiva necessità’”, scrive la Nardi.

I SINDACATI ACCUSANO: NON ADOTTATO IL PROTOCOLLO DI SICUREZZA

Non solo. “Le associazioni sindacali hanno inoltre accusato l’azienda di non aver ‘adottato il protocollo di sicurezza (…) in riferimento alle attività svolte dai lavoratori, che sono ad oggi sprovvisti di adeguati Dpi [dispositivi di protezione individuale] per svolgere le proprie attività e non si è nemmeno premurata di adottare integralmente le misure previste dai protocolli per mettere in sicurezza le sedi e i mezzi. Cosa ancor più grave, non lo ha fatto neanche dopo l’accertamento di alcuni casi di positività al Covid-19 di alcuni lavoratori siciliani di cui siamo venuti a conoscenza per le vie informali’”.

LA RICHIESTA AL GOVERNO

Da qui la richiesta al governo se “sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti intenda assumere, per quanto di competenza, al fine di contrastare eventuali pratiche speculative da parte di 2i Rete Gas spa in relazione alla richiesta di cassa integrazione e alla corretta erogazione del servizio, anche in virtù della compartecipazione pubblica nell’azienda stessa”.

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