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Gas

Quanto gas naturale importa l’Europa?

I numeri di Bruegel sul gas naturale spiegano i rapporti tra Europa, Russia e non solo. L’inverno si avvicina, Bruxelles lavora al price cap

Prosegue il calo del rifornimento per il gas naturale che arriva in Europa dalla Russia. Nordstream e Yamal sono le rotte interessate in merito, ma oltre alla Federazione di Putin, il gas naturale arriva anche da altrove. Nell’ultimo data release di Bruegel, think tank economico di Bruxelles, emerge un quadro che ormai sta diventando sempre più amico di tutti. Perché l’emergenza energetica è sempre più in primo piano, la guerra russa in Ucraina l’ha accentuata ancor di più e ora l’inverno è alle porte. Il primo da affrontare in mezzo al puzzle di ricerca di nuovi alleati per gas e petrolio.

LE IMPORTAZIONI DI GAS NATURALE DELL’EUROPA

Secondo gli ultimi numeri pubblicati ieri da Bruegel, Mosca apporta 856,8 mcm di gas naturale al Vecchio Continente ogni settimana. Un anno fa le importazioni ammontavano, a questo punto dell’anno, a 2.719,4 mcm. Numeri simili si avevano soltanto a inizio 2022. Poi è arrivata la guerra in Ucraina.

Molto minore è il calo delle import dalla Norvegia, invece. Che nel 2021 ammontavano a 2.495,2 mcm e oggi si assestano sui 2.382,7 mcm. In crescita è il contributo di gas dall’Algeria. Un paese ben noto in Italia perché tra quelli con cui il governo Draghi ha stretto e ottenuto importanti accordi di collaborazione energetica. Tanto che spesso è sorta la questione della instabilità politica dei nuovi partner alternativi alla Russia. Eppure, si è disposti a fare di tutto – adesso, a distanza di anni – pur di salutare per sempre Gazprom e Putin.

Algeri, insomma, sta fornendo poco più di 667 mcm settimanali al nostro continente, dodici mesi fa il dato segnava 583,2 mcm. Infine, il gas naturale liquefatto. Anche questo, un tema molto dibattuto in Italia in connessione con i rigassificatori. Usa e Qatar sono i partner più importanti di Gnl. Un anno fa l’Europa importava 1.074,4 mcm ogni sette giorni, oggi quel dato è cresciuto agli attuali 2.390,1 milioni di metri cubi settimanali.

LE ROTTE PRINCIPALI DI GAS

La maggior parte del gas viene consegnata dalla Russia attraverso quattro corridoi distinti: Nord Stream, Yamal (via Polonia), Ucraina e Turkstream (via Turchia). Queste diverse rotte del gas russe sono al centro delle attuali tensioni geopolitiche che circondano il completamento di Nord Stream II, ricorda Bruegel.

Il Nord Stream, come sappiamo, sarà fermo fino al 3 settembre ufficialmente per manutenzione. Gli ultimi dati rilevati dal think tank dicono che i flussi sono fermi a 235,9 mcm settimanali. A inizio anno viaggiavano oltre i 1.100 mcm.

Per quanto riguarda l’Ukraine transit, l’ultimo dato recita 278 mcm ogni sette giorni, da comparare con gli oltre 730 mcm settimanali di un anno fa. Ferma è, invece, la rotta polacca dello Yamal, che dodici mesi fa garantiva oltre 630 mcm settimanali all’Europa. Infine, per la tratta turca, i valori settimanali registrano una crescita comparata tra 2021 e 2022. 248,4 mcm ogni sette giorni, a questo punto dell’anno scorso, rapportati con i 316,5 rilevati da ultimo da Bruegel.

BUON LAVORO DELL’EUROPA SUGLI STOCCAGGI

Conferme arrivano anche sui progressi europei nel lavoro di riempimento degli stoccaggi. La media percentuale continentale supera quota 85 mcm settimanali, quando l’anno scorso eravamo di poco oltre quota 68. I timori, a questo punto, possono tornare tutti sulla partita del price cap utile a contrastare i ricatti del Cremlino e di Gazprom.

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