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Cina petrolio

Via il requisito della joint venture, Cina pronta ad aprire il settore Oil&Gas

Le nuove regole entreranno in vigore il 30 luglio e aprirà molte opportunità per le aziende straniere desiderose di rivendicare una posizione nel mercato cinese

La Cina eliminerà il requisito della joint venture per le società straniere che desiderano entrare nel settore del petrolio e del gas ed è pronta ad aprire a capitali stranieri anche diverse altre industrie, ciò come corollario a una serie di impegni assunti durante la disputa commerciale con gli Stati Uniti.

LE NUOVE REGOLE ENTRERANNO IN VIGORE IL 30 LUGLIO

Bloomberg ha riferito che la Commissione nazionale cinese per lo sviluppo e la riforma ha annunciato che eliminerà il requisito della joint venture per i progetti petroliferi e del gas, insieme ad una regola secondo la quale solo le imprese locali possono controllare le reti del gas in città con una popolazione di oltre mezzo milione di persone. Le nuove regole entreranno in vigore il 30 luglio. La commissione ha anche detto che cancellerà tutte le restrizioni non menzionate entro la fine di quest’anno.

LA COMMISSIONE CINESE: LA CINA SI ATTIENE ALLA POLITICA DI APERTURA E CONTINUA A FACILITARE L’ACCESSO AL MERCATO,

“La Cina si attiene alla politica di apertura e continua a facilitare l’accesso al mercato, nonostante il fatto che la globalizzazione sia attualmente ostacolata dall’unilateralismo e dal protezionismo, e gli investimenti transfrontalieri siano influenzati dalle frizioni commerciali”, ha precisato la Commissione nazionale cinese.

MOLTE OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE STRANIERE DESIDEROSE DI RIVENDICARE UNA POSIZIONE NEL MERCATO CINESE DEL GAS

Questo naturalmente apre molte opportunità per le aziende straniere desiderose di rivendicare una posizione nel mercato cinese del gas, un mercato in rapida crescita grazie all’intenzione di Pechino di passare in fretta dal petrolio e dal carbone al gas per produrre elettricità e ridurre l’inquinamento. L’interesse per l’esplorazione di petrolio e gas potrebbe però essere un po’ più moderata, viste le sfide insite nelle nuove esplorazioni, ma probabilmente ci saranno ancora.

OGGI LA CINA È PETROLIO-DIPENDENTE

Basti pensare che 25 anni fa, la Cina produceva circa 4 milioni di barili al giorno sufficienti a soddisfare la domanda interna di prodotti petroliferi del paese asiatico. Ad aprile, sono stati importati in media 10,64 milioni di barili al giorno che è il nuovo record. Nel 2018, il rapporto tra la dipendenza dal petrolio estero ha raggiunto il 70% e questo numero dovrebbe aumentare.

PETROCHINA, CNOOC E SINOPEC INVESTONO IN CAMPI PETROLIFERI MATURI

Nei prossimi cinque anni le “tre grandi” aziende cinesi, PetroChina, Cnooc e Sinopec, mirano ad aumentare la spesa di 517 miliardi di yuan o 77 miliardi di dollari, e garantire una crescita del 18% rispetto allo scorso anno. In contrasto con le imprese occidentali, i giganti energetici statali cinesi stanno investendo in campi petroliferi che sono maturi e richiedono costi elevati per aumentare la produzione. Questi asset necessitano di un aumento degli investimenti tra il 13 e il 27 per cento per raggiungere i loro obiettivi.

NIENTE SHALE-BOOM PER I CINESI

Per quanto riguarda il discorso del gas, i giganti cinesi dell’energia hanno cercato di replicare il boom dello shale americano. Tuttavia, stanno affrontando sfide significative in quanto le formazioni di scisto in Cina differiscono da quelle negli Stati Uniti perché i giacimenti di petrolio e gas si trovano molto più in profondità nella crosta terrestre e sono meno concentrati, il che rende l’estrazione più difficile e costosa. A ciò va aggiunto che le aziende occidentali sono riluttanti nel condividere il loro know-how tecnologico a causa dei problemi sui diritti di proprietà intellettuale.

CINA GAS-DIPENDENTE PER LA SUA POLITICA ANTINQUINAMENTO

Oltre al petrolio, la Cina sta diventando sempre più dipendente dal gas naturale straniero. La spinta di Pechino a combattere l’inquinamento atmosferico ha aumentato significativamente il consumo di combustibile. Nel 2017 il gas naturale rappresentava circa il 7% del mix energetico totale della Cina. Il governo intende portare questo numero a circa il 15% nel 2030. Ciò potrebbe rendere la Cina il più grande importatore mondiale di Gnl con circa un quarto dell’intera produzione globale di 500 milioni di tonnellate.

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