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Nel mondo oltre 1.600 mld barili di petrolio recuperabili, entro il 2100 possono riscaldare la Terra di 0,2°C in più

Per il CEO di Rystad Energy, Jarand Rystad, “non è irragionevole concludere che le politiche e i progressi tecnologici possono ridurre il consumo di petrolio e stimolare la transizione energetica, avvicinandoci ad uno scenario di 1,6°C”

Secondo una ricerca di Rystad Energy, le riserve globali totali di petrolio recuperabili oggi ammontano a 1.624 miliardi di barili, con un aumento di 52 miliardi di barili rispetto alla stima dello scorso anno. In uno scenario in cui il riscaldamento globale è limitato a 1,9°C, questo petrolio contribuirà per circa 0,2°C al riscaldamento aggiuntivo entro il 2100. Pertanto, circa il 20% di qualsiasi ulteriore riscaldamento proverrà dalla combustione di petrolio nelle automobili, nelle navi, negli aeroplani e in tutti gli altri usi che comportano emissioni di gas serra.

LE EMISSIONI DERIVANTI DALLE ATTIVITÀ PETROLIFERE

Le emissioni derivanti dalle operazioni sui giacimenti petroliferi sono stimate al 5% di tutte le emissioni legate al greggio. L’industria sta lavorando attivamente per ridurre l’intensità delle emissioni upstream, che possono variare da 10 kg di anidride carbonica per barile di petrolio (kgCO2/barile) in Arabia Saudita ad oltre 100 kgCO2/barile nei giacimenti di petrolio pesante in Venezuela.

Ogni anno, Rystad Energy condivide un aggiornamento della sua analisi del panorama energetico globale e fornisce una valutazione indipendente basata sui dati delle riserve mondiali di petrolio recuperabili. Il petrolio recuperabile corrisponde al termine del settore “petrolio greggio tecnicamente recuperabile rimanente e condensato di leasing”, ovvero i volumi previsti, inclusi i giacimenti, le scoperte e le potenziali future scoperte.

IL RAPPORTO RYSTAD ENERGY DEL 2022

Dal rapporto Rystad del 2022 sono stati estratti 30 miliardi di barili di greggio, lo stesso livello visto nel 2018 e nel 2019, con 84 miliardi di barili aggiunti in giacimenti, scoperte e prospettive di esplorazione. Le riserve aumentate nei giacimenti in produzione e nei progetti approvati nel 2022 ammontano a 71 miliardi di barili, mentre in nuove scoperte sono stati trovati 13 miliardi di barili, pari ad un’aggiunta totale netta di 54 miliardi di barili.

LE PREVISIONI SULLE RISERVE DA QUI AL 2100

Sebbene 1.624 miliardi di barili di petrolio siano tecnicamente recuperabili, è probabile che, ad un prezzo medio del Brent di 50 dollari/barile, prima del 2100 siano economicamente fattibili meno di 1.300 miliardi di barili. La potenziale longevità delle riserve accertate varia ampiamente tra i produttori OPEC e non OPEC: da meno di 5 anni per il Regno Unito ad oltre 20 anni per il Canada. L’Iran guida i membri dell’OPEC, con quasi 13 anni di riserve comprovate.

“Il settore upstream – ha spiegato il CEO di Rystad Energy, Jarand Rystad – sta lavorando duramente per ridurre le emissioni di gas serra dai giacimenti petroliferi. Tuttavia, anche con queste misure di mitigazione e gli sforzi del governo, se si vuole limitare con successo il riscaldamento globale a 1,6°C sarebbe necessaria solo la metà delle riserve recuperabili del mondo. Non è irragionevole concludere che le politiche e i progressi tecnologici possono ridurre il consumo di petrolio e stimolare la transizione energetica, avvicinandoci ad uno scenario di 1,6°C”.

DOMANDA DI PETROLIO E DIFFUSIONE DELLE AUTO ELETTRICHE

Un fattore chiave del calo della domanda di petrolio è l’aumento delle vendite di veicoli elettrici. Rystad stima che le vendite di veicoli elettrici continueranno ad accelerare e che entro il 2030 supereranno il 50% delle vendite globali di auto, portando ad un picco della domanda di petrolio di 105 mb/g entro il 2026, prima di diminuire ad oltre 100 mb/g fino al 2032.

Non sorprende che l’Arabia Saudita, con 271 miliardi di barili, sia in testa al petrolio totale recuperabile. Seguono gli Stati Uniti con 192 miliardi di barili, la Russia con 143 miliardi di barili e il Canada con 127 miliardi di barili. Iraq e Iran completano i primi 6 Paesi, rispettivamente con 107 e 88 miliardi di barili. La Cina ha visto un balzo significativo rispetto allo scorso anno, a causa della riduzione del rischio delle risorse di scisto tecnicamente recuperabili, ed ora ha delle riserve totali stimate di 75 miliardi di barili. Ad incrementare le risorse del gigante asiatico sono state le nuove stime sui giacimenti di produzione di Daqing, insieme ai recenti sviluppi nella provincia dello Xinjiang e nel bacino petrolifero del Tarim.

LO STANDARD PER LA STIMA DELLE RISERVE PETROLIFERE

Rystad Energy stima le riserve e le risorse secondo lo standard ampiamente riconosciuto “Petroleum Reserves Management System” (PRMS). Lo standard PRMS distingue tra tre classi di probabilità – P1, P2 e P3 – e tre classi di maturità dello sviluppo: Produzione più approvata, scoperta e non scoperta. Le risorse rimanenti di greggio recuperabili sono suddivise in 5 categorie principali: provate, probabili, attese, contingenti e prospettiche. Il timestamp dell’ultima valutazione delle risorse di Rystad Energy è il 1° gennaio 2023, quindi l’analisi illustra dove si trovavano le risorse recuperabili restanti di ciascun Paese all’inizio di quest’anno.

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