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Ecuador

La caduta dell’impero petrolifero dell’Ecuador

Un mix di fattori – tra cui crisi politiche, corruzione endemica, proteste contro l’industria petrolifera, infrastrutture corrose e calo degli investimenti energetici esteri – sta pesando sui tentativi dell’Ecuador di sostenere la produzione di petrolio ai livelli pre pandemia

Un boom petrolifero dal 2005 al 2015 sotto la guida del presidente di sinistra Rafael Correa ha tirato fuori dalla povertà l’Ecuador, uno dei Paesi più poveri del Sudamerica. Dopo essersi assicurato un maggiore controllo del governo sul settore degli idrocarburi – che, portando a rendite petrolifere sostanzialmente più elevate, hanno ingrossato le casse di Quito – Correa ha investito molti fondi in programmi sociali come la sanità e l’istruzione. Questo ha permesso di sollevare dalla povertà milioni di persone nella piccola nazione andina di meno di 20 milioni di abitanti, che alla fine del ventesimo secolo era stato affossato da una devastante crisi finanziaria.

L’ECUADOR, DAL BOOM PETROLIFERO ALLA CRISI

La trasformazione è stata notevole: nel 2015 quasi il 40% della popolazione dell’Ecuador era classificata come “classe media”. Poi però avvenne un disastro: i prezzi del petrolio crollarono e ciò, insieme al pesante intervento statale e alle crescenti proteste anti-petrolio, ha provocato il prosciugamento degli investimenti energetici esteri, portando ad un calo della produzione e, in ultima analisi, ad una netta diminuzione delle entrate petrolifere.

Dall’inizio di questo decennio – scrive Matthew Smith su Oilprice – l’industria petrolifera dell’Ecuador sembra solo un’ombra di se stessa. La produzione di petrolio è bloccata in una tendenza al ribasso irreversibile. Dopo aver raggiunto, durante l’ultimo boom petrolifero del 2014, il massimo pluridecennale di 557.000 barili al giorno, la produzione di petrolio ha registrato una tendenza al ribasso, precipitando ad un minimo pluridecennale di 473.000 barili al giorno nel 2021, il volume più basso dal 2003.

Ci sono dei segnali di ulteriore crisi in vista, con i dati del ministero dell’Energia che mostrano che l’Ecuador nel luglio di quest’anno ha prodotto solo una media di 452.603 barili al giorno, un calo dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2022.

LE RAGIONI DEL TRACOLLO ECONOMICO

Un mix di fattori – tra cui crisi politiche, corruzione endemica, proteste contro l’industria petrolifera, infrastrutture corrose e calo degli investimenti energetici esteri – sta pesando sui tentativi di sostenere la produzione di petrolio ai livelli pre pandemia. Ciò ha costretto il governo del presidente di destra, Guillermo Lasso, a ridurre dell’8% l’obiettivo di produzione giornaliera annuale per il 2023 di 540.000 barili al giorno, portandolo a 480.000 barili al giorno. Sulla base dei dati di produzione attuali del Ministero dell’Energia e dei recenti eventi, con disordini civili e un’altra crisi politica che sta scuotendo l’Ecuador, anche questo obiettivo rivisto sembra irraggiungibile.

GLI OLEODOTTI DELL’ECUADOR, TRA GUASTI E BLOCCHI PETROLIFERI

La chiusura, nel febbraio scorso, dell’oleodotto SOTE, di proprietà di Petroecuador, e dell’oleodotto OCP, controllato da privati – che collegano entrambi i principali giacimenti petroliferi dell’Amazzonia al porto di Esmeraldas, nel Pacifico – ha costretto Quito a dichiarare la forza maggiore e a sospendere le esportazioni di petrolio. L’impatto che ciò ha avuto sulla produzione e sulle esportazioni dell’Ecuador è stato ulteriormente complicato dalla compagnia statale Petroecuador, che ha dichiarato la forza maggiore per 4 blocchi petroliferi nella provincia di Orellana a causa delle proteste delle comunità indigene. Una mossa che, secondo i dati del Ministero dell’Energia, ha fatto precipitare la produzione di petrolio di marzo 2023 di quasi il 10% mese su mese, a 448.387 barili al giorno.

Le interruzioni della produzione dovute a guasti agli oleodotti e alle proteste nella regione amazzonica rimangono un pericolo costante. Sono state le rotture degli oleodotti SOTE e OCP, nel 2020, a provocare una delle peggiori fuoriuscite di petrolio dell’Ecuador negli ultimi anni. Gli oleodotti sono stati rotti da frane e cedimenti dopo un periodo di forti piogge, che provocarono la fuoriuscita di quasi 16.000 barili di petrolio nella Fiume Coca e nella campagna vicina. Il petrolio non solo ha minacciato l’approvvigionamento idrico locale, ma è defluito nel fiume Napo, un affluente dell’Amazzonia, causando danni considerevoli in una delle aree ambientalmente più sensibili del mondo.

Nel maggio 2023 l’oleodotto SOTE si è rotto di nuovo vicino a Nueva Loja, la capitale della provincia di Sucumbios, riversando petrolio nei fiumi San Miguel e Conejo. Si sostiene che ci siano state oltre 1.000 fuoriuscite di petrolio nell’Amazzonia ecologicamente sensibile dell’Ecuador, causando danni irreparabili, spesso aggravati da scarsi e incompleti sforzi di bonifica da parte di Petroecuador.

IL RUOLO DEL FIUME COCA

Il colpevole principale delle condutture rotte è la forte erosione del fiume Coca, iniziata nel 2016 con il completamento della diga idroelettrica Coca Codo Sinclair. L’erosione regressiva nel 2020 ha causato il crollo della cascata San Rafael, la più grande dell’Ecuador, sul fiume Coca e, con il corso d’acqua che ha cambiato rotta, continua a minacciare i vicini oleodotti.

Tutte le iniziative del governo volte a ricostruire e aggiornare le infrastrutture energetiche esistenti – come i gasdotti SOTE e OCP, oltre alla sgangherata raffineria Esmeraldas, da 110.000 barili al giorno, la più grande struttura di questo tipo dell’Ecuador – sono sospese. Il governo del presidente Lasso è rimasto bloccato dagli scandali da quando è entrato in carica, il 24 maggio 2021. Dopo un recente tentativo da parte del Congresso di mettere sotto accusa Lasso, il presidente ha utilizzato una clausola nella costituzione del Paese per sciogliere la legislatura e avviare elezioni generali anticipate per la presidenza.

Questo arriva dopo che le proteste a metà del 2022 contro l’amministrazione di Lasso a causa del vertiginoso costo della vita hanno scosso l’Ecuador, costringendo Quito a dichiarare la forza maggiore e interrompendo tutte le attività di esplorazione e produzione di petrolio.

IL PROBLEMA DEL TRAFFICO DI DROGA

L’accresciuta instabilità politica, un problema sempre presente, è stata aggravata da un’esplosione di violenza concentrata sulla città più grande dell’Ecuador, il porto del Pacifico di Guayaquil e la città portuale settentrionale di Esmeraldas. La crescente violenza è alimentata dal traffico di cocaina. Incuneato tra Colombia e Perù – i maggiori produttori di cocaina del mondo – l’Ecuador oggi è un importante luogo di trasbordo di droga.

I cartelli messicani e i gruppi criminali organizzati colombiani ed europei hanno quindi stabilito una presenza considerevole in Ecuador, costruendo delle alleanze con le carceri locali e le bande di strada. Di conseguenza, tra il 2018 e il 2022 il tasso di omicidi nel piccolo Paese sudamericano è più che quadruplicato, arrivando a 26 omicidi ogni 100.000 abitanti. Un fattore che grava pesantemente anche sugli investimenti esteri, in particolare per il settore degli idrocarburi, economicamente cruciale.

GLI SCENARI FUTURI NON SONO INCORAGGIANTI

La moltitudine di crisi che stanno travolgendo l’Ecuador – che hanno un impatto diretto e indiretto sull’industria petrolifera economicamente vitale del Paese – rende difficile vedere come Quito possa invertire la tendenza e aumentare la produzione. Ciò avrà un impatto su un’economia in cui il petrolio è responsabile dal 6% al 10% del PIL, oltre il 20% delle entrate del governo, e che è la più grande esportazione che rappresenta il 36% di tutte le merci spedite all’estero in valore.

I recenti eventi non sarebbero potuti avvenire nel momento peggiore, con Quito che stenta a frenare gli alti livelli di debito e ad aumentare le entrate fiscali in calo. Per questi motivi, l’Ecuador potrebbe finire sull’orlo di un’altra crisi economica, che aggraverà le notevoli difficoltà già affrontate da una popolazione ancora alle prese con le ricadute della pandemia Covid.

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