Si avvicina la data in cui le bollette degli italiani passeranno al mercato libero. Arera in una recente memoria depositata alla Camera, ha fatto il punto sugli ultimi dati disponibili
Sono ridotte al lumicino le speranze per una proroga del mercato tutelato oltre la scadenza già prevista del 10 gennaio 2024 per il gas e il 1 aprile per l’elettricità. L’eventuale proroga è legata infatti ai fondi del Pnrr e al confronto con la Commissione Ue, il cui esito dovrebbe essere chiarito nel Dl Energia bis che dovrebbe approdare in un prossimo Consiglio dei ministri.
LO STATO ATTUALE DEL MERCATO LIBERO E DEL MERCATO IN REGIME DI TUTELA SULLE BOLLETTE DI LUCE E GAS
Nel frattempo l’Authority dell’energia è stata udita lo scorso 22 novembre in Commissione Attività produttive alla Camera e ha depositato una memoria dalla quale si evince un’evoluzione dei mercati al dettaglio dell’energia elettrica e del gas naturale che registra negli ultimi anni “un forte dinamismo. La progressiva uscita dei clienti finali dai servizi di tutela – maggior tutela nel settore elettrico e servizio di tutela nel settore del gas – è infatti proseguito a ritmo sostenuto”.
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NEL SETTORE ELETTRICO 71% CLIENTI DOMESTICI AL MERCATO LIBERO
I clienti domestici del settore elettrico serviti sul mercato libero sono passati dal 49,4% circa nel 2019 al 71% a giugno 2023 (78,5% dell’energia fornita); alla stessa data i clienti non domestici in bassa tensione sul mercato libero hanno raggiunto quasi l’80,1% dei punti di prelievo (92,4% dell’energia fornita), mentre permangono nel servizio a tutele graduali l’1,5% delle piccole imprese (il 3,5% nel luglio 2021 all’avvio del servizio) e il 17,2 delle microimprese (il 19,3% nell’aprile 2022 all’avvio del servizio) La dinamica di uscita dal servizio di tutela gas fa registrare un andamento simile, si legge nella memoria di Arera sulle bollette.
“Nonostante persista una certa disomogeneità sul territorio nazionale in merito alla consistenza del mercato libero, nella gran parte delle regioni e delle province italiane, oltre il 60% dei clienti, sia domestici sia non domestici di entrambi i settori, è uscito dal relativo regime di tutela – si legge nel documento -. Nel 2022 i clienti domestici usciti dal servizio di maggior tutela, che hanno scelto sul mercato libero un soggetto di vendita che appartiene allo stesso gruppo societario dell’esercente la maggior tutela, risultano pari a circa il 53% e i clienti in bassa tensione altri usi sono pari a circa il 44%. Il tasso di cambio del fornitore da parte dei clienti domestici è in aumento rispetto agli altri anni in entrambi i settori”.
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TASSO DI SWITCH NEL 2022 AL 19,4% NEL SETTORE ELETTRICO, 14,4% NEL SETTORE GAS
Sempre i dati Arera evidenziano che nel settore elettrico, “il tasso di cambio fornitore dei clienti domestici nel 2022 è stato pari a 19,4%, di cui 12,4% riguarda i cambi di fornitore da libero a libero. Inoltre, nella prima metà del 2023 (gennaio – giugno), i clienti domestici hanno cambiato fornitore con un tasso del 9,9%, piuttosto elevato rispetto agli anni precedenti fino al 2021 e leggermente inferiore a quello della prima metà del 2022. Dato che, se confermato nel resto dell’anno, porterebbe ad un tasso annuo del 19,9%. Nel settore del gas naturale, i clienti domestici hanno cambiato fornitore a un tasso del 14,4% nel 2022. Il tasso registrato nel periodo gennaio-giugno del 2023, pari al 7,8%, è in leggera crescita rispetto ai valori registrati nella prima metà del 2022. La percentuale di rientro nel servizio di maggior tutela risulta decisamente basso sia per i clienti domestici (0,2% nel 2021 e 0,5% nel 2023) sia per quelli in bassa tensione altri usi (0,3% nel 2021 e 0,02% nel 2023)”.
PER ARERA SERVE GRADUALITA’ NEI PASSAGGI: 9 MLN CLIENTI ANCORA NEL TUTELATO
“L’Autorità ha più volte segnalato al Governo e al Parlamento l’esigenza di gradualità nell’adozione degli ultimi passaggi per la conclusione del processo di superamento delle tutele di prezzo, soprattutto per i clienti domestici che, per la loro intrinseca eterogeneità e naturale inerzia, necessitano di un processo di transizione progressivo e, in particolare, i clienti vulnerabili che, per le loro caratteristiche peculiari, potrebbero avere maggiore difficoltà a scegliere l’offerta di mercato più adeguata alle proprie esigenze, anche per assicurare una sufficiente concorrenzialità delle procedure concorsuali per l’assegnazione del servizio a tutele graduali”, ha scritto Arera nella memoria ricordando che “l’attuale consistenza del servizio di maggior tutela, ancorché si sia ridotta via via negli anni, risulti ancora significativa, con oltre 9 milioni e mezzo di clienti domestici ivi riforniti, di cui circa 4 milioni e mezzo vulnerabili”.
IL MERCATO HA UN “ELEVATO GRADO DI CONCENTRAZIONE”
“Pertanto, il mercato retail se dal lato della domanda risulta ancora caratterizzato da una quota consistente di clienti che non hanno scelto un fornitore sul libero mercato, dal lato dell’offerta presenta un elevato grado di concentrazione, come dimostrato dalla quota di mercato del primo operatore che, con oltre 16 milioni di clienti di piccola dimensione elettrici e gas risulta di gran lunga superiore rispetto a qualunque altro operatore di mercato”.
Su un totale di 648 venditori di energia elettrica iscritti nell’elenco e 529 venditori di gas naturale, il secondo operatore rifornisce circa la metà dei clienti del primo e solo altri 2 operatori superano la soglia complessiva di 2 milioni di clienti serviti; altri 4 oltrepassano la soglia del milione di clienti, altri 10 operatori servono un numero di clienti superiore a 300.000 e circa 24 operatori servono un numero di clienti finali compreso tra 100.000 e 300.000, complessivamente in entrambi i settori, scrive Arera.
NEL PERIODO COVID PER LA PRIMA VOLTA PREZZI SUL MERCATO LIBERO PIU’ CONVENIENTI
Se l’avvicinarsi della cessazione dei regimi di tutela anche per i clienti domestici ha fatto registrare negli ultimi anni un progressivo dinamismo degli operatori del mercato libero e, quindi, un aumento della varietà delle offerte, “gli effetti della crisi hanno determinato, nel 2022, per la prima volta dall’avvento della liberalizzazione, una sostanziale inversione di tendenza della convenienza fra i prezzi di tutela e i prezzi presenti sul mercato libero per i clienti domestici”.
E infatti rileva Arera “per quanto riguarda il settore elettrico, nel 2019 e nel 2020, prima della pesante diminuzione dei consumi dovuta al Covid e delle impennate di prezzo registrate nel 2022, il prezzo medio totale del servizio di maggior tutela al netto delle imposte risultava inferiore rispettivamente del 13% e del 24% circa rispetto al prezzo medio praticato sul mercato libero; diversamente, nel 2022, il mercato libero ha presentato valori notevolmente inferiori al servizio di maggior tutela. Entrambi hanno comunque registrato nell’anno aumenti eccezionali, determinati dai picchi di prezzo della materia prima. La parte della bolletta a copertura dei costi della materia energia, nel 2022, è aumentata in media del 161% rispetto all’anno precedente nel servizio di maggior tutela e del 62%, nel mercato libero. La predominanza nel mercato libero dei contratti a prezzo bloccato ha, invero, contenuto o ritardato, almeno nell’immediato, gli effetti sui clienti finali degli enormi rialzi delle quotazioni nei mercati all’ingrosso evidenziati in precedenza”, si legge nella memoria di Arera.
NEL I SEMESTRE 2023 SEMBRA PERMANERE UN VANTAGGIO DEL MERCATO LIBERO
“Dai dati preliminari di fatturato medio del primo semestre 2023, sembra permanere nel settore elettrico il vantaggio di prezzo del mercato libero rispetto al tutelato, che si è prodotto a partire dal primo semestre 2022. Tale andamento nel primo semestre 2023 è in buona misura spiegato dal fatto che il prezzo di maggior tutela ha registrato, solo nel secondo trimestre 2023 (aprile – giugno), una diminuzione di oltre il 50%; riduzione che, per le regole della fatturazione, è assorbita nelle bollette co almeno due mesi di ritardo. Nel primo trimestre 2023 si è, inoltre, verificato il fenomeno già illustrato con i prezzi della tutela fissati in un momento in cui i prezzi (attuali e previsti) erano elevati. I prezzi inferiori, che si sono poi registrati nel medesimo periodo nei mercati all’ingrosso e che potrebbero aver influito immediatamente sui contratti a prezzi variabili nel mercato libero, hanno generato recuperi per la tutela che si sono poi riflessi in termini di riduzione dei prezzi solo nel periodo successivo”, ha spiegato l’Authority.
NEL SECONDO SEMESTRE 2023 INVERSIONE DI TENDENZA PREVISTA
“Gli effetti descritti con riferimento al 2022 e la progressiva rinegoziazione dei contratti a prezzo fisso, insieme con le dinamiche sopra illustrate riferite ai prezzi di tutela, determineranno verosimilmente, durante il secondo semestre 2023, un’inversione di tale differenziale tra mercato libero e tutelato che potrebbe tornare positivo, con costi più elevati per il consumatore” ha detti Arera.
IL SETTORE GAS
“Per quanto riguarda il settore del gas naturale, i dati dei prezzi medi annui evidenziano lo stesso andamento, caratterizzato da un prezzo di tutela, anche se con un divario minore, storicamente inferiore a quello del mercato libero. Per quanto riguarda gli analoghi dati semestrali di fatturato raccolti ai sensi della delibera 168/2018/R/com, si evincono andamenti simili”, ha ammesso Arera.
“A differenza del settore elettrico, dagli stessi dati preliminari del primo semestre 2023, il vantaggio di prezzo del mercato libero rispetto al tutelato pare essersi completamente assorbito e il servizio di tutela risulta tendenzialmente allineato a quello del mercato libero. Tale fenomeno potrebbe essere spiegato, almeno in parte, dalla riforma del meccanismo di aggiornamento del servizio di tutela che, dall’ottobre 2023, ha adottato un riferimento mensile che viene immediatamente trasferito in bolletta”, si legge nella memoria.
LA MEDIA DELLE OFFERTE: CONVIENE O NO?
“La media delle offerte disponibili calcolata per il mercato libero elettrico nel semestre analizzato si mantiene stabilmente al di sopra di quella del servizio di maggior tutela, pur con un percorso di riduzione nel corso del semestre e di riavvicinamento alla tutela. Si passa, infatti, da valori prossimi a 1600 € di gennaio 2023 a poco più di 1000 € di giugno 2023 per il mercato libero (linea arancione nel grafico), mentre per il servizio di maggior tutela si va da 1.500 € a 935 €”, si legge nella memoria Arera. “Va peraltro segnalato che nel mercato libero sono disponibili anche offerte più convenienti della maggior tutela”.
Sempre per l’energia elettrica, ma relativamente alle offerte a prezzo fisso, “l’andamento è analogo con un più marcato aumento del numero di offerte (che, nel corso del 2022, erano sostanzialmente sparite per effetto della crisi) ma anche con una più accentuata differenza di spesa annua stimata. In questo caso, la spesa annua potenziale calcolata considerando le offerte disponibili per il mercato libero si riduce dai 1630 € di gennaio ai circa 1040 € di giugno. La spesa stimata sulla base dei corrispettivi della maggior tutela si mantiene stabilmente sotto, passando da 1180 € a 860 €, ma il gap tra libero e tutelato si riduce nel semestre”.
SCELTE IN USCITA DALLA MAGGIOR TUTELA (ELETTRICITÀ)
Tra il 2022 e il 2023 si è completamente invertito il rapporto tra offerte a prezzo fisso e offerte a prezzo variabile nella scelta dei clienti che escono dal servizio di maggior tutela, sottolinea ancora la memoria di Arera: “Nel 2022 il 90,5% dei passaggi dalla maggior tutela al libero mercato si è rivolta ad una offerta a prezzo fisso, nel primo semestre del 2023 i passaggi al prezzo fisso sono stati pari solo al 10,7% a fronte dell’89,3% verso offerte a prezzo variabile, stante la soprariportata bassissima disponibilità di offerte a prezzo fisso (ancor meno a prezzi ragionevoli) nel mercato nel corso del 2022”.
SULLE SCELTE “PESANO” LA DISPONIBILITÀ DI OFFERTE E LA COSTANTE AZIONE DI PRESSIONE COMMERCIALE
“Questi dati sembrano confermare che, nelle scelte in uscita dalla tutela o nei passaggi sul mercato libero, pesano in maniera rilevante, da una parte, la disponibilità di offerte tra cui scegliere e, dall’altra, la costante azione di pressione commerciale svolta dai venditori e che in un settore percepito come “difficile” quale quello energetico riesce a valorizzare in maniera molto importante elementi quali il valore del marchio e la percezione di soggetto integrato, retaggio evidentemente di impostazioni del settore energetico che nel largo pubblico sono ancora profondamente radicate”, sottolinea Arera.
CONVENIENZA DELLE OFFERTE SCELTE DAI CLIENTI
In merito alla convenienza delle offerte scelte dai clienti finali, “le simulazioni effettuate dimostrano che in molti casi la scelta operata dal cliente non è la più conveniente tra le diverse offerte sottoscrivibili. L’analisi mostra inoltre che, nel 2022 e nel primo semestre 2023, la gran parte dei clienti in uscita dal servizio di tutela verso il mercato libero ha scelto un’offerta non conveniente rispetto alla maggior tutela stessa, se valutata con le informazioni disponibili in quel momento. Le analisi rivelano, inoltre, che nell’ultimo semestre del 2022 e nel primo semestre del 2023 la quota di offerte più vantaggiose rispetto al servizio di tutela disponibili si è ridotta sensibilmente, specie per le offerte a prezzo fisso, sia nelle uscite dalla maggior tutela sia nei cambi di fornitore nel mercato libero.
Infine, per quanto riguarda la distribuzione delle offerte scelte dai clienti che hanno cambiato fornitore, rispetto a quattro “fasce di convenienza” delle offerte disponibili sul Portale “sono definiti i seguenti intervalli valorizzati in termini di spesa annua: 1. Molto conveniente – se è stata scelta un’offerta con spesa annua prevista più bassa della media calcolata tra le offerte più convenienti che concorrano a formare il 10% delle offerte disponibili (media convenienti); 2. Conveniente – se è stata scelta un’offerta con spesa annua prevista compresa tra la media convenienti e la media di tutte le offerte disponibili 3. Non conveniente – se è stata scelta un’offerta con spesa annua prevista compresa tra la media delle offerte disponibili e la media calcolata tra le offerte meno convenienti che concorrano a
formare il 10% delle offerte disponibili (media non convenienti); 4. Fortemente non conveniente – se è stata scelta un’offerta con spesa annua prevista superiore alla “media non convenienti”.
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