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Gli stoccaggi di gas in Europa sono ai livelli più alti di sempre

Matteo Villa, head of DataLab dell’ISPI, ha spiegato che questo eccesso negli stoccaggi di gas “è il risultato di una netta riduzione dei consumi europei.  Lo scorso anno l’Ue ha consumato quasi il 20% di gas in meno rispetto al periodo pre-invasione, circa 80 miliardi di metri cubi in meno”

Gli stoccaggi di gas naturale nell’Unione europea “sono ai livelli più alti di sempre per questo momento dell’anno. Molti operatori considerano la stagione invernale già conclusa” e guardano al 2025. A Mosca, intanto, si gela”. È quanto scrive su X Matteo Villa, head of DataLab dell’ISPI. L’eccesso di scorte europee si riflette sui prezzi del gas: oggi siamo a 30 €/MWh, 10 €/MWh in più rispetto alla media 2010-2020, ma molto lontani dai picchi del 2022 e più in basso delle previsioni di medio periodo per un’Europa senza Russia, pari a 40 €/MWh.

I PREZZI DEL GAS

Oggi anche il Financial Times ha analizzato la situazione del gas in Europa, spiegando che “i prezzi del gas naturale europeo sono scesi ai livelli più bassi da agosto. Al TTF a inizio gennaio si è toccato il minimo da 5 mesi, con un valore che oggi ha toccato i 30,15 €/MWh”. Un dato “significativamente inferiore rispetto allo stesso periodo del 2023, quando il gas veniva scambiato a circa 70 €/MWh”. Ad incidere sono appunto gli stoccaggi di gas europei, che sono attualmente a circa l’83% di riempimento, al secondo posto nella classifica dei livelli record dal 2011.

I MOTIVI DEGLI ALTI LIVELLI DEGLI STOCCAGGI DI GAS UE

Secondo Villa, questo eccesso di scorte è il risultato di “una netta riduzione dei consumi europei.  Lo scorso anno l’Ue ha consumato quasi il 20% di gas in meno rispetto al periodo pre-invasione: circa 80 miliardi di metri cubi (Gmc) in meno. L’Ue ha chiuso però il 2023 importando il 13% di gas in meno rispetto al periodo pre-invasione, quindi con circa 50 Gmc che mancano all’appello”.

Analizzando i dati, Villa spiega che, “se abbiamo consumato 80 Gmc in meno e ne abbiamo importati solo 50 in meno, significa che a inizio anno negli stoccaggi c’erano 30 Gmc in più rispetto al previsto. Questo, però, ci dà anche un’idea dei rischi. Spostando la riga del grafico dell’andamento degli stoccaggi in basso di 30 Gmc, anziché essere al record saremmo sotto i livelli medi. Questo porta a fare alcune considerazioni, o meglio delle sfide”.

LE SFIDE DELL’EUROPA SUL GAS RUSSO

La prima, prosegue l’esperto energetico, è “decidere se fare del tutto a meno della Russia, cosa che, al momento, non è ancora possibile. Rispetto ai 150 Gmc pre-invasione, oggi l’Ue ne importa circa 50. Con un valore inferiore, ci troveremmo con le spalle al muro. All’Europa conviene continuare ad importare gas dalla Russia per tenere bassi i prezzi: questo riduce le probabilità di crisi in Ue e, tenendo i prezzi bassi, tiene basse anche le entrate russe. L’Ue potrà smarcarsi del tutto da Mosca solo quando potrà rinunciare davvero ai restanti 50-60 Gmc russi senza forti scossoni di prezzo. Quando, cioè, la domanda europea di gas sarà scesa ancora, o l’offerta mondiale sarà molto più alta di quella attuale”.

LE PREVISIONI PER QUESTO INVERNO

Per Villa, la seconda sfida consiste nel “farcela anche quando le temperature invernali torneranno nella norma. L’autunno-inverno dello scorso anno e quello di quest’anno (almeno finora) sono stati miti. Diversamente, nel 2023 saremmo stati in crisi, e forse quest’inverno sarebbe anche peggio. Una terza sfida è continuare ad attutire l’impatto sul sistema industriale europeo. Al momento la produzione europea è in calo, ma regge. Rispetto al trimestre pre-invasione, la Francia registra un +0,4%, l’Italia un -2,1%, la Germania è al -5,5%, per una media Ue di -3,5%. La tendenza della seconda metà del 2023 in Germania, però, non premette bene: si è passati rapidamente dal -2% di maggio al -5,5% di novembre, e questo malgrado Berlino abbia messo stanziato di miliardi per aiutare le imprese in difficoltà”.

LA RUSSIA È AL FREDDO

Nel frattempo, “la Russia è sommersa di gas ma l’infrastruttura fa acqua da tutte le parti. L’ultimo episodio è che, a sud di Mosca, manca il riscaldamento a 150.000 persone e le temperature in casa sono vicine agli zero gradi”. In sostanza, conclude Villa, “l’Europa ha resistito molto meglio del previsto alla crisi del gas causata da Mosca. È stata una combinazione di grande determinazione e fortuna, ma – conclude Villa – la parte di fortuna non deve cancellare gli sforzi compiuti da tutti noi”.

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