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energia elettrica

La politica industriale dell’Ue crea discrepanze nei prezzi dell’energia elettrica pagati dai consumatori

La transizione energetica dell’Europa dipende dalla crescente elettrificazione dell’economia e dall’aumento della quota di elettricità prodotta da fonti rinnovabili. Entrambi i fattori aumentano l’importanza delle tasse sull’elettricità stabilite dai governi

La Commissione Europea stima in 584 miliardi di euro il fabbisogno di investimenti fino al 2030 per il ripotenziamento delle reti elettriche europee. Per recuperare i costi di questo investimento attraverso le bollette dell’energia elettrica, le autorità di regolamentazione dovranno aumentare le tariffe medie di rete da 1,5 a 2 centesimi per kWh.

CRISI ENERGETICA E PREZZI DELL’ENERGIA ELETTRICA: LA SITUAZIONE

La crisi energetica ha attirato l’attenzione su un aspetto importante: l’impennata dei prezzi dell’elettricità. L’effetto della crisi energetica sui prezzi dell’elettricità è stato drammatico, con i prezzi all’ingrosso che hanno raggiunto un picco nell’agosto 2022 superiore a dieci volte il prezzo medio del 2019-2020 e le differenze tra i paesi dell’UE si sono ampliate. Dunque, i governi hanno risposto con sussidi per miliardi di euro per proteggere le famiglie e le aziende. Sebbene la fase acuta della crisi energetica sia passata, le crescenti preoccupazioni sulla competitività industriale creano pressioni politiche affinché i governi continuino con tali sussidi o esenzioni fiscali. Esempi di alto profilo – secondo quanto evidenzia un policy brief condotto fa Bruegel a firma di Ben McWilliams, Giovanni Sgaravatti, Simone Tagliapietra, Georg Zachmann – includono la riforma francese dei prezzi dell’elettricità generata dall’energia nucleare e un dibattito politico in Germania su come sovvenzionare in modo aggressivo il prezzo dell’elettricità pagato dalle aziende ad alta intensità energetica.

Per quanto concerne la tariffazione dell’elettricità, sono cinque i dilemmi distributivi riguardanti il ​​recupero delle spese elettriche: 1) se aumentare le tasse generali o sull’elettricità, 2) la divisione tra famiglie e aziende, 3) la divisione tra energivori e non energivori. aziende ad alto consumo energetico, 4) effetti transfrontalieri e 5) compromessi nell’attrarre nuove fabbriche manifatturiere a tecnologia pulita.

Le priorità secondo questi criteri distributivi varieranno da paese a paese, ma questi fattori dovrebbero essere al centro delle discussioni. I governi devono riconoscere che gli sforzi volti ad abbassare artificialmente i prezzi per un gruppo di consumatori aumenteranno i prezzi per altri, anche con implicazioni transfrontaliere. Gli attuali compromessi nei casi francese e tedesco non pongono problemi sostanziali all’integrità del mercato unico europeo e non penalizzano eccessivamente i consumatori domestici non ad alta intensità energetica.

I RUOLO SIGNIFICATIVO DEI GOVERNI

Tasse e tariffe diverse fanno sì che consumatori diversi nello stesso mercato paghino prezzi dell’elettricità molto diversi. Nel prossimo decennio, il consumo energetico europeo si sposterà sempre più verso l’elettricità e le decisioni prese dai governi su queste imposte diventeranno sempre più significative, con conseguenze economiche, politiche e sociali.

I mix elettrici nei diversi paesi sono fondamentali per determinare il prezzo dell’elettricità. I programmi di sostegno governativo per determinate tecnologie definiscono in larga misura il mix elettrico di ciascun paese. Secondo quanto evidenzia la ricerca condotta da Bruegel, negli ultimi tre anni, Svezia e Italia hanno costantemente fissato i prezzi minimi e massimi nell’UE. Ciò riflette le scelte politiche del passato, con la Svezia che scommette sul nucleare e sulle energie rinnovabili, mentre l’Italia fa affidamento in misura molto maggiore sul gas naturale.

Nella prima metà del 2023, i prezzi all’ingrosso dell’Ue hanno oscillato in media intorno ai 100 euro/MWh, rispetto a un range compreso tra 30 e 50 dollari/MWh nei principali mercati degli Stati Uniti, circa 75 dollari/MWh in Giappone e 60 dollari/MWh in India. Un allentamento temporaneo delle norme UE sugli aiuti di Stato ha reso possibile tale ampiezza, ma nel 2024 le regole fiscali dell’UE – il Patto di stabilità e crescita, che regola la quantità di debito che i governi possono accumulare – saranno sostituite da un nuovo quadro (…), richiedendo un aggiustamento fiscale per tutti i paesi con un debito superiore al 60% del PIL e/o un deficit superiore al 3% (questo include la Germania). Con i prezzi dell’energia che rimangono ostinatamente al di sopra dei livelli pre-crisi e una tendenza internazionale verso una politica industriale più attiva (ad esempio, l’Inflation Reduction Act negli Stati Uniti), Germania e Francia desiderano estendere sostanziali sussidi all’industria nazionale; riporta Bruegel.

ALLOCAZIONE DEI COSTI

I prezzi finali dell’energia elettrica pagati dalle famiglie e dalle imprese sono già fortemente influenzati dalle scelte normative. Solo un terzo del prezzo medio dell’energia elettrica al dettaglio pagato dalle famiglie dell’UE nel 2021 era legato al costo dell’energia, mentre gli altri due terzi erano costituiti da imposte. Lo studio condotto da Bruegel evidenzia come le tasse incidono maggiormente sul prezzo finale pagato dai consumatori quando i volumi di energia elettrica contrattati sono minori. Nei prossimi anni, tasse, imposte e altre componenti regolamentate costituiranno una quota ancora maggiore dei prezzi, e i governi continueranno a decidere come suddividere questi costi tra i gruppi di consumatori.

La Commissione Europea – secondo la ricerca – stima in 584 miliardi di euro il fabbisogno di investimenti fino al 2030 per il ripotenziamento delle reti elettriche europee. Per recuperare i costi di questo investimento attraverso le bollette elettriche, le autorità di regolamentazione dovranno aumentare le tariffe medie di rete da 1,5 a 2 centesimi per kWh. Se i consumatori pagassero equamente questo importo, l’aumento medio delle bollette elettriche annuali delle famiglie sarebbe compreso tra 40 e 50 euro. Se le tendenze attuali continuassero e i costi aggiuntivi della rete venissero sostenuti in modo sproporzionato dalle famiglie, la cifra sarebbe ancora più elevata.

 

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