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Mediterraneo Orientale gas

La posizione strategica del Mediterraneo Orientale come corridoio del gas

Negli ultimi anni è emerso un triangolo di interdipendenze nel settore del gas: Israele deve spostare il suo surplus in Egitto; l’Egitto è in deficit di gas e ha bisogno delle importazioni israeliane, e Cipro probabilmente trarrà profitti inviando gas verso Il Cairo

Come apparirà la geopolitica del Mediterraneo orientale, una volta terminate le attuali ostilità e quando e come ciò avverrà è impossibile da prevedere. Al di fuori della geopolitica, però, c’è un’industria del gas che funziona e importanti flussi di combustibile all’interno della regione. Israele ed Egitto sono entrambi degli importanti produttori e consumatori di gas, e Cipro sta cercando di tracciare un percorso di sviluppo nel settore, che al momento significa quasi certamente esportazioni verso l’Egitto.

Finora la produzione e i flussi di gas nella regione non sono stati influenzati molto dalle ostilità: tutto è andato avanti come al solito, con la produzione e le esportazioni israeliane che hanno raggiunto nuovi massimi e i piani di espansione dei giacimenti annunciati che stanno proseguendo. L’Oxford Institute for Energy Studies ha realizzato un paper per delineare i fondamenti della domanda e dell’offerta di gas nel Mediterraneo orientale, per stabilire una linea di base del gas e identificare dove si trovano i principali flussi, i colli di bottiglia e i problemi nella domanda e nell’offerta.

Gli sforzi dell’Europa per realizzare delle opzioni di approvvigionamento di gas a seguito della guerra in Ucraina costituiscono un’ulteriore componente del quadro regionale. Nel giugno 2022 l’Ue ha firmato un accordo con Israele ed Egitto per una fornitura stabile di GNL dall’Egitto.

LE PREVISIONI SUL MERCATO GLOBALE DEL GNL

Seguendo l’attuale traiettoria del Cairo, questo protocollo d’intesa non sarà realizzabile per almeno due o tre anni, dopo di che sarà ridondante, perché dopo il 2026 il mercato globale del GNL vedrà l’entrata in funzione di nuove capacità negli Stati Uniti e in Qatar.

Secondo le valutazioni dell’OIES, la capacità di esportazione globale di GNL dai nuovi progetti che hanno preso una decisione definitiva di investimento tra il 2024 e il 2030 aumenterà di poco più di 300 milioni di tonnellate (oltre il 50%), e la maggior parte entrerà in funzione nel 2026-2028.

Il focus del paper dell’OIES è la relazione triangolare tra Israele, Egitto e Cipro e i mercati in cui verrà consegnato l’imminente surplus di gas di Israele. Ciò implica il ruolo dell’Egitto come mercato, sia per il consumo interno che come opzione di esportazione secondaria per il gas che alimenta i suoi impianti GNL. Le scoperte di gas di Cipro potrebbero svolgere un ruolo importante, anche se i persistenti ritardi nel processo decisionale governativo fanno sì che questo elemento difficilmente emergerà come considerazione strategica sino alla fine del decennio.

ISRAELE, EGITTO E CIPRO I PRINCIPALI PLAYER DEL GAS NEL MEDITERRANEO

Negli ultimi quattro anni Israele è emerso come uno dei principali player regionali nel settore del gas, trasformandosi grazie alle sue risorse sviluppate in un’economia basata sul gas e in un importante esportatore in Giordania ed Egitto; allo stesso tempo, Israele ha attirato un ampio bacino di importanti società energetiche internazionali, sia per aderire a progetti esistenti (BPADNOC)  che per acquisire licenze di esplorazione. L’Egitto, dal canto suo, è improvvisamente regredito nell’incertezza tra domanda e offerta, facendo affidamento sulle importazioni di gas da Israele e tagliando drasticamente le esportazioni di GNL per raggiungere un equilibrio. I piani per le energie rinnovabili consentirebbero di ridurre la domanda di gas, se venissero raggiunti. Tuttavia, considerato il contesto economico del Paese e l’enorme portata del passaggio dall’attuale piccolo contributo delle rinnovabili al 40% dell’energia totale entro il 2030, sembra troppo ambizioso.

Anche Cipro presto potrebbe diventare un attore del gas: qualche mese fa sembrava che prima della fine del 2024 avrebbe potuto importare GNL e accettare dei piani di sviluppo upstream, sia per Aphrodite che per il Blocco 6. Dal momento, però, che il molo di Vasilikos non è completo, le importazioni di GNL sono slittate al 2025, e anche i tempi per qualsiasi impegno upstream potrebbero fare lo stesso.

IL TRIANGOLO DEL GAS NEL MEDITERRANEO ORIENTALE

Quel che è certo è che, negli ultimi anni, è emerso un triangolo di interdipendenze nel gas: Israele deve spostare il suo surplus in Egitto; l’Egitto è in deficit di gas e ha bisogno delle importazioni israeliane, e la prima via di monetizzazione di Cipro probabilmente sarà il gas verso l’Egitto. Uscire da questo triangolo richiederà investimenti in grandi infrastrutture, GNL, FLNG o gasdotti di grande capacità. Nel risolvere questo problema, Chevron, ENI e NewMed probabilmente saranno i principali progettisti e facilitatori, con il supporto di Energean, Shell e forse BP-ADNOC.

Per quanto riguarda l’Europa, nel breve termine non ci sarà gas in arrivo al di là di un carico occasionale di GNL invernale, quando la domanda egiziana sarà inferiore. Nel medio termine potrebbe esserci GNL disponibile grazie all’aumento della produzione degli impianti egiziani, ma per allora l’Ue potrà godere di un lungo mercato di gas naturale liquefatto. Per quanto riguarda le tubazioni, i collegamenti elettrici e i nuovi impianti GNL, nonostante godano di sostegno politico, l’assemblaggio di tutti i pezzi necessari per un grande progetto li colloca tutti oltre il 2030.

CONCLUSIONI

Per l’Europa che cerca di sostituire il gas russo, la prospettiva di fornitura dal Mediterraneo orientale è diminuita nel breve termine a causa del passaggio dell’Egitto dall’essere un contribuente dal lato dell’offerta di GNL ad un consumatore dal lato della domanda. Tuttavia, con maggiori importazioni da Israele e potenzialmente da Cipro, le esportazioni di GNL tra 2-3 anni potrebbero riprendere.

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