Dopo l’approvazione in Senato, lo scorso 10 dicembre la Camera dei Deputati ha convertito in legge il decreto 153/2024 con 141 sì, 80 no e 3 astenuti
Il DL Ambiente è legge. Lo scorso 10 dicembre la Camera dei Deputati ha infatti rinnovato la fiducia al governo, convertendo in legge il decreto 153/2024 (141 sì, 80 no e 3 astenuti). Il testo – che nei giorni scorsi era già stato approvato dal Senato – modifica e aggiorna il Testo Unico sull’Ambiente del 2006 con disposizioni urgenti per la tutela ambientale, la razionalizzazione dei procedimenti di autorizzazione ambientale, l’attuazione di interventi per la gestione del dissesto idrogeologico e per la promozione dell’economia circolare.
IL MINISTRO PICHETTO: UN RISULTATO IMPORTANTE PER IL PAESE
“L’approvazione del decreto Ambiente è un risultato importante per il Paese, nella direzione di semplificare e razionalizzare settori decisivi per la nostra economia”, ha commentato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha aggiunto: “la corsia veloce per i progetti strategici sulle rinnovabili e gli interventi puntuali per l’operatività nel campo delle bonifiche, della risorsa idrica e dell’economia circolare possono contribuire a nuove condizioni ambientali ed energetiche, in linea con i nostri obiettivi europei”.
DL AMBIENTE: IL SERVIZIO IDRICO NON VERRÀ PRIVATIZZATO
Tra le modifiche apportate al Decreto Ambiente 2024 negli ultimi giorni, tra Senato e Camera, la più rilevante è il ritiro di un emendamento di Forza Italia che avrebbe aperto alla privatizzazione dell’acqua in Italia. La proposta prevedeva la possibilità di aprire a capitali privati nelle società in house che gestiscono i servizi idrici, con una quota massima del 20%. Oggi l’affidamento di questi servizi è riservato a società interamente a capitale pubblico.
Nonostante l’emendamento sia stato ritirato, il governo sta tuttora valutando se introdurre nella Manovra 2025 delle misure inerenti alla privatizzazione del servizio idrico.
LA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE E LE SEMPLIFICAZIONI NORMATIVE
Il decreto prevede una corsia preferenziale per i progetti che contribuiscono agli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). Per i progetti di energia rinnovabile è obbligatorio allegare una dichiarazione che certifichi la disponibilità legale del terreno.
Le verifiche dei progetti sottoposti a VIA dovranno essere adeguate ai criteri stabiliti dal Testo Unico Rinnovabili, sia a livello statale che regionale.
Una via preferenziale è riservata agli impianti di accumulo idroelettrico mediante pompaggio, ai nuovi impianti idroelettrici fino a 10 MW di potenza, allo stoccaggio, cattura e trasporto di CO2 (CCS) e alla conversione industriale in bioraffinerie.
ENERGIE RINNOVABILI
Il DL Ambiente prevede delle aree prioritarie per le rinnovabili, definite dal governo per semplificare e accelerare le procedure autorizzative.
Priorità poi ai progetti di idrogeno verde, fotovoltaico e eolico di grandi dimensioni, inclusi gli impianti agrivoltaici superiori a 50 MW e gli impianti eolici terrestri superiori a 70 MW.
DISSESTO IDROGEOLOGICO E GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE
Il Fondo per la mitigazione del rischio finanzierà interventi nelle aree soggette a frane e alluvioni. I Comuni avranno l’obbligo di mappare le aree a rischio e pianificare interventi specifici.
Sui bacini idrografici un piano è dedicato ai fiumi e ai torrenti, nell’ottica di mitigare i rischi idrogeologici. Viene infine rafforzato il ruolo del Commissario Straordinario, che disporrà di maggiori risorse e poteri per gestire interventi legati all’uso delle acque reflue urbane.
ECONOMIA CIRCOLARE
Il decreto include anche delle norme sull’economia circolare: ad esempio, rafforza il ruolo dell’Albo Gestori Ambientali, con delle nuove regole per facilitare la gestione tecnica dei rifiuti da parte delle piccole imprese.
IDROCARBURI
Il testo vieta l’emissione di nuovi permessi per la ricerca e lo sfruttamento di idrocarburi liquidi, sia a terra che in mare. Viene inoltre abrogato il PITESAI. Per quanto riguarda l’estrazione, la distanza ammissibile dalla costa e dalle aree protette per le piattaforme offshore di estrazione di gas fossile scende da 12 a 9 miglia. È prevista una deroga per il gas naturale, che viene concessa solo ai giacimenti con almeno 500 milioni di metri cubi (se la richiesta è stata presentata prima dell’entrata in vigore del decreto).
SICUREZZA ENERGETICA E TUTELA AMBIENTALE
Infine, vengono prorogati al 2025 i finanziamenti di Cassa Depositi e Prestiti (fino a 500 milioni di euro) per progetti di sicurezza energetica e tutela ambientale.