La Commissione europea ha parlato delle rotte alternative di approvvigionamento: “quattro principali percorsi di diversificazione, con volumi provenienti principalmente dai terminal GNL in Germania, Polonia, Italia e Grecia”
Dal 1° gennaio 2025, a causa della scadenza (e del mancato rinnovo) dell’accordo di transito, scaduto il 31 dicembre 2024, il gas naturale russo ha smesso di arrivare in Europa attraverso l’Ucraina. Come ha spiegato Gazprom, “a causa del rifiuto ripetuto e formale da parte ucraina di rinnovare l’accordo, non abbiamo più possibilità legale e tecnica di proseguire la fornitura”. Per il prediente ucraino Zelensky “è una delle più grandi sconfitte di Mosca da quando Putin prese il potere, oltre 25 anni fa”.
LE ACCUSE DI MOSCA: LA COLPA è DI UCRAINA, EUROPA E USA
Secondo la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, “la responsabilità della cessazione delle forniture di gas russo ricade interamente sugli Stati Uniti, sul regime fantoccio di Kiev e sulle autorità degli Stati europei, che hanno sacrificato il benessere dei loro cittadini in nome del sostegno finanziario all’economia americana”.
UE: PER IL GAS ABBIAMO 4 ROTTE ALTERNATIVE
Sul fronte europeo, la portavoce della Commissione Ue, Anna-Kaisa Itkonen, ieri ha dichiarato che “l’infrastruttura europea è sufficientemente flessibile da fornire gas di provenienza non russa. Dal 2022 è stata rafforzata con nuove e significative capacità di importazione di GNL”. La Commissione europea ha poi parlato delle rotte alternative di approvvigionamento: “quattro principali percorsi di diversificazione, con volumi provenienti principalmente dai terminal GNL in Germania, Polonia, Italia e Grecia”.
Le nuove rotte dovrebbero aiutare anche i Paesi Ue più esposti e preoccupati, come Austria e Slovacchia, mentre l’Ungheria continuerà a ricevere gas russo attraverso il gasdotto TurkStream.
L’ITALIA NON CORRE RISCHI SUL GAS
Per quanto riguarda il nostro Paese, non sembrano esserci particolari rischi. Gli ultimi dati Snam mostrano infatti che dallo snodo di Tarvisio, attraverso cui passa il gas russo, a dicembre sono arrivati 526 milioni di metri cubi (anche se nell’ultima settimana il volume si è ridotto quasi a zero), a fronte di una domanda dell’intero anno 2024 di circa 61 miliardi di metri cubi. Del gas che il mese scorso è arrivato da Tarvisio, però, solo una piccola parte proveniva da Mosca: la quota maggiore veniva dagli stoccaggi in Austria e dalla Germania.
L’Italia per ora può stare quindi tranquilla grazie alla diversificazione che il governo ha attuato sulle forniture e sulle infrastrutture, con Snam che sta realizzando nuovi gasdotti e avviando i due rigassificatori galleggianti a Piombino (che è già operativo) e a Ravenna, che entrerà in funzione da aprile. Un importante contributo lo hanno dato anche gli stoccaggi di gas, che attualmente sono pieni all’80%.
PICHETTO: SCORTE DI GAS ADEGUATE, MA VALUTIAMO ALTRE MISURE
Proprio degli stoccaggi ieri ha parlato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha definito le scorte “adeguate”, annunciando però “ulteriori misure per massimizzare la giacenza, al fine di affrontare con tranquillità la stagione invernale in corso”. Pichetto ha inoltre chiesto all’Europa di “agire con soluzioni concrete, come quella del price cap, che proteggano tutti i Paesi in egual misura, con percorsi di regolamentazione e di obiettivo per la riduzione dei prezzi dell’energia”.
Per l’Italia un elemento chiave sarà capire come evolverà la domanda di gas. Per la prima settimana del 2025 resterà contenuta, intorno ai 200 milioni di metri cubi, e sarà gestita attraverso le forniture che ci arrivano dall’Algeria e con la rigassificazione a Piombino. Se, però, la situazione dovesse cambiare – ad esempio se il fabbisogno superasse quota 300 milioni a causa del freddo in arrivo – andranno trovate presto delle nuove soluzioni.
BESSEGHINI: NON ABBANDONARE I PROGETTI STRUTTURALI
Intanto, a rassicurare sulla situazione energetica è stato anche il presidente di Arera, Stefano Besseghini. “Il sistema – ha spiegato Besseghini – dovrebbe registrare oscillazioni gestibili. Abbiamo un mix più articolato di approvvigionamento, anche se su risorse importanti come il GNL siamo in concorrenza con altre aree del mondo. È importante non abbandonare i progetti strutturali intrapresi, con gli investimenti in rigassificatori, stoccaggi e connessioni”.