Fitto: “Niente proroga del Pnrr, sì alla revisione”. Il Governo pensa all’ingresso in Newcleo con 200 milioni di euro. Mosca: continuano le trattative tra Trump e Putin sull’Ucraina. La rassegna Energia
Raffaele Fitto gela il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: no alla proroga della scadenza del Pnrr. “Tutti i traguardi e gli obiettivi devono essere raggiunti entro agosto del 2026”, ha detto il commissario davanti alle commissioni Bilancio e Affari economici del Parlamento europeo. L’ultima speranza di non sprecare i fondi europei arriva dalla revisione del Piano. “Facciamo pressione sugli Stati membri perché accelerino i tempi per le misure correttive”, ha aggiunto Fitto. Il Governo pensa di entrare nel capitale della startup Newcleo per accelerare il ritorno del nucleare. L’investimento è di quelli importanti: 200 milioni di euro. La strategia sulla carta prevede l’ingresso entro la fine della primavera di una o più società controllate dallo Stato, al fine di raggiungere il 10% del capitale. Mosca smentisce la rottura dei rapporti tra Trump e Putin dopo che il numero 1 del Cremlino ha suggerito un possibile governo di transizione per l’Ucraina. “Continuiamo a lavorare con la parte americana, prima di tutto per ricostruire le nostre relazioni bilaterali che sono state gravemente danneggiate durante la precedente amministrazione. E lavoriamo anche all’implementazione di alcune idee relative all’accordo ucraino. Questo lavoro è in corso, ma finora non ci sono dettagli di cui potremmo o dovremmo parlarvi. È un processo che richiede molto tempo, probabilmente a causa della sua complessità”, ha detto il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov. La rassegna Energia
ENERGIA, FITTO DICE NO ALLA PROROGA DEL PNRR
“La scadenza del Pnrr non si tocca. «Tutti i traguardi e gli obiettivi devono essere raggiunti entro agosto del 2026», dice Raffaele Fitto davanti alle commissioni Bilancio e Affari economici del Parlamento europeo. Il messaggio del vicepresidente esecutivo della Commissione europea è rivolto a tutti i Paesi. (…) «Capisco che c’è un dibattito in corso» sul rinvio, «ma noi dobbiamo restare fermi sulle regole attuali». Il percorso per rispettare la scadenza è però in salita, come attesta anche la relazione semestrale trasmessa ieri in Parlamento: l’Italia ha speso 64 dei 122 miliardi incassati fino ad ora, meno di un terzo del totale delle risorse. Altri Paesi sono nella stessa situazione. Ecco allora che alla chiusura sulla proroga si accompagna l’appello a fare in fretta. «Ci sono solo diciotto mesi a nostra disposizione, il momento di agire è adesso», sottolinea Fitto. (…) «Ogni giorno che passa – aggiunge – il tempo stringe sempre di più: facciamo pressione sugli Stati membri perché accelerino i tempi per le misure correttive». Il riferimento è alla nuova revisione del Pnrr. Tra gli otto Paesi che hanno già presentato una richiesta di rimodulazione alla Commissione Ue c’è anche l’Italia, ma il perimetro delle correzioni è tecnico” si legge su La Repubblica.
“Quello che anche il commissario all’Economia, Valdis Dombrovskis, seduto accanto a Fitto, tira in ballo è invece uno schema ben diverso. Impatta sugli obiettivi finali: tagli e travasi di risorse da un investimento all’altro. (…) È il momento delle scelte. Le opzioni sono ridotte. Tra queste spunta anche la possibilità di spostare i progetti del Pnrr in ritardo sulla politica di coesione o suddividerli in due, agganciandoli a programmi di spesa differenti. «È una possibilità importante che ogni Stato membro dovrà valutare», spiega Fitto. Ma bisognerà evitare il doppio finanziamento per lo stesso investimento. A Fitto fa sponda Dombrovskis: «È importante accelerare subito perché il margine di manovra si sta assottigliando dato che ci stiamo avvicinando alla fine del ciclo di vita del Recovery». Come il collega ricorda la scadenza di agosto 2026. E allo stesso modo non contempla deroghe: «Tutti gli obiettivi – sottolinea – devono essere approvati entro quella data». All’appello mancano 5mila tra milestone e target. (…) «In questi tempi incerti l’attuazione delle riforme e degli investimenti del Pnrr è un elemento di stabilità», insiste Fitto. Proroga o no, il governo deve correre”, continua il giornale.
IL GOVERNO PUNTA SUGLI SMR DI NEWCLEO
“Un nuovo tassello si aggiunge al puzzle che il governo sta mettendo insieme per riportare il nucleare in Italia. Lo Stato studia l’ingresso nel capitale di Newcleo, la startup nata nel 2021 per sviluppare e produrre piccoli reattori modulari ultra-compatti di nuova generazione. Strutture nate per essere prodotte in serie e per essere trasportate. Un nucleare pulito, sicuro, affidabile e sostenibile. Su questo filone vuole entrare il governo Meloni con un investimento di circa 200 milioni. L’operazione, una di quelle sul tavolo, prevede l’ingresso entro la fine della primavera, massimo in estate, di una o più società controllate dallo Stato per arrivare complessivamente al 10% circa del capitale. (…) Newcleo punta a costruire al 2031 il suo primo reattore sperimentale di quarta generazione e nel 2032 il primo impianto commerciale. Già firmato un accordo per quattro reattori in Slovacchia. Non si tratta dell’unica iniziativa su cui si è concentrato un interesse italiano. C’è il progetto Prometheus al Kilometro Rosso di Bergamo, quello di Iter sostenuto da Enea, mentre Eni è impegnata in un maxi impianto nel Regno Unito”, si legge su La Repubblica.
“(…) nei piani c’è anche la quotazione in Borsa. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, concordano «sull’interesse strategico del governo affinché l’Italia partecipi alla realizzazione di tecnologie innovative nel settore, con una particolare attenzione ai progetti promossi da Newcleo, realtà italiana leader nella progettazione di reattori di terza generazione avanzata e quarta generazione». Il board della società, che si è riunito ieri, ha subito sottolineato il «vivo apprezzamento per l’interesse strategico e il sostegno del governo italiano nei confronti dell’azienda». La start-up rimarca di essere «al servizio dell’Europa per assicurarle un futuro energetico indipendente, decarbonizzato e competitivo a vantaggio di cittadini e imprese”, continua il giornale.
ENERGIA, PUTIN TRATTA CON TRUMP PER LE TERRE RARE DELL’UCRAINA
“Sollecitato a commentare la «rabbia » di Trump, il portavoce Dmitrij Peskov prima prova a smorzare. «Alcune delle dichiarazioni di Trump sono state parafrasate. Non ci sono virgolettati», osserva. «Sono state fatte dichiarazioni diverse». Poi ci gira intorno. Una nuova telefonata tra i due leader potrebbe essere organizzata se necessario, sostiene, ma al momento non è in programma. «Continuiamo a lavorare con la parte americana, prima di tutto per ricostruire le nostre relazioni bilaterali che sono state gravemente danneggiate durante la precedente amministrazione. E lavoriamo anche all’implementazione di alcune idee relative all’accordo ucraino. Questo lavoro è in corso, ma finora non ci sono dettagli di cui potremmo o dovremmo parlarvi. È un processo che richiede molto tempo, probabilmente a causa della sua complessità». (…) Ora è Kirill Dmitriev, inviato presidenziale per la cooperazione economica, nonché ad del Fondo sovrano russo, a rilanciare: «Sono un’area importante per la cooperazione. Abbiamo avviato colloqui con gli Usa», fa sapere al quotidiano Izvestija . Una dichiarazione ad orologeria proprio dopo che Trump ha accusato Zelensky di volersi «ritirare» dall’accordo sulle terre rare ucraine minacciando che, se lo farà, avrà «grossi problemi». (…) «Non ci sono ancora dettagli specifici, ma l’interesse è evidente. L’interesse è reciproco, perché parliamo di progetti reciprocamente vantaggiosi»”, si legge su La Repubblica.
“Anche i solitamente agguerriti politici e propagandisti provano a minimizzare la portata dell’affondo del leader Usa. Nessuna sorpresa, per il presentatore della tv Rossija1Evgenij Popov: Trump, spiega, «sta cercando di soffocare lo scandalo Signal » e «ha bisogno di risultati tangibili perché presto saranno i suoi 100giorni al potere». È una «persona impulsiva, annuncia oggi e annulla domani. È molto imprevedibile», commenta il deputato Andrej Kolesnik. Il senatore Vladimir Dzhabarov è fiducioso: «Anche se alcuni suoi consiglieri hanno un atteggiamento negativo nei confronti di Mosca, Trump saprà separare il grano dal loglio e troverà una ragionevole via di mezzo per non rovinare le relazioni». L’ex leader Dmitrij Medvedev preferisce invece prendersela con i politici europei affetti da «russofobia» suggerendo come cura «l’uso combinato di forti sedativi» come i missili Kalibr, Onyx, Iskander e Oreshnik o «in casi gravi» di «antipsicotici nucleari come Jars e Sarmat». (…) Mosca è pronta a negoziare con lui in quanto “leader del mondo libero”, capo indiscusso della Nato e “signorotto feudale” della Kiev ufficiale. Ma il leader non guida, il capo non guida e il “signorotto feudale” non governa il suo vassallo». Tutta colpa di Trump, insomma, che non ha ancora scaricato Zelensky. Ma «se i diplomatici non riescono a far progredire il processo di pace — aveva scritto Rostovskij — saranno i militari a “parlare”»”, continua il giornale.